Piano pace Ucraina, dai territori agli asset russi: i punti che ostacolano l'intesa

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Introduzione

Da 28 a 19 punti, rimodulati sulla base dei rilievi europei. Il piano di pace di Donald Trump per l’Ucraina continua a cambiare forma. Ma tutto è ancora in divenire e anche l’ultima bozza del piano, quella che è uscita dai negoziati ad Abu Dhabi, potrebbe essere superata a stretto giro.

 

Anche perché, se la prima versione del piano andava più incontro a Mosca della seconda - Reuters scrive che da il documento traeva "ispirazione" da una proposta russa presentata all'amministrazione Trump in ottobre - il consigliere presidenziale russo per la politica estera, Yuri Ushakov adesso ha detto che "alcuni aspetti" del testo "possono essere considerati positivamente, ma molti richiedono una seria discussione tra gli esperti", che non c'è ancora stata

 

Mosca, ha aggiunto Ushakov, ha ricevuto solo in via non ufficiale "diverse versioni" del piano, "alcune delle quali possono anche confondere". Insomma: ad Abu Dhabi non si sarebbero discussi i dettagli del piano. Quanto al coinvolgimento del Vecchio Continente, Ushakov è chiaro: "Gli europei si intromettono in tutte queste questioni, cosa del tutto inutile". Ecco i principali punti attorno ai quali ruota la difficile buona riuscita delle trattative.

Quello che devi sapere

Piano pace per l'Ucraina, la questione territoriale

Le robuste concessioni alla Russia incluse nel primo testo "firmato" da Steve Witkoff e Kirill Dmitriev, l’uomo di Putin, sono sparite: a Mosca andava innanzitutto il Donbass (Donetsk e Lugansk). I negoziati partiranno dalla linea di contatto del fronte, e solo in un secondo momento. Nella controproposta europea si prevede comunque che Kiev "si impegna a non recuperare il proprio territorio sovrano occupato con mezzi militari". Sparisce dal piano iniziale anche il "congelamento" della sovranità su Kherson e Zaporizhzhia sulla linea di contatto.

 

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Le garanzie di sicurezza

Difficile anche il capitolo garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Nel piano di Trump tutto era fumoso: si parlava più di impegni generici che di impiego di militari. Le cose stanno cambiando e anche il segretario di Stato Marco Rubio ha spiegato che, sul punto, Mosca e Kiev vogliono chiarezza. In questo contesto si fa strada un'antica suggestione, quella dei "boots on the ground", ovvero di una forza multinazionale di pace sul terreno. È un tema delicato sul quale neanche i Volenterosi sono uniti. E che, in passato, ha già innescato l'ira del Cremlino. Più stabile il punto sull'esercito ucraino: il limite delle 800mila unità non sembra dispiacere a Volodymyr Zelensky. E l'Ue a quel punto non si opporrà.

 

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L’uso degli asset russi

Dibattuto anche l’utilizzo dei beni russi congelati. Il piano Trump prevedeva l'impiego parziale degli asset di Mosca e di 100 miliardi da parte dell'Ue, e anticipava che dalla ricostruzione ucraina il 50% dei profitti sarebbe andata agli Usa. Bruxelles, sul dossier, ha alzato la voce. I vertici Ue, nonostante le resistenze del Belgio, vogliono usare gli asset russi. Vogliono che chi ha causato danni, paghi. Spetterà alla Commissione trovare una soluzione che piaccia agli Usa e soprattutto a chi in Europa è ancora scettico. Ma c'è un'incognita: a quel punto Mosca potrebbe mandare tutto il castello per aria.

Europa studia piano B se saltasse uso asset russi

I Paesi europei stanno quindi lavorando "a una soluzione ponte di emergenza" per non lasciare l'Ucraina senza. Lo scrive Politico, confermando quanto anticipato, ad inizio novembre, dal commissario Ue all'Economia Valdis Dombovskis: i 27 "stanno lavorando a un piano di emergenza B nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo sul sequestro dei beni congelati della Russia per finanziare lo sforzo bellico di Kiev".

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Ue, Nato e G8 - quale futuro per Mosca e per Kiev?

Il futuro di Ucraina e Russia nelle grandi istituzioni internazionali ha diviso, inizialmente, Usa e Ue. Trump aveva previsto il reintegro di Mosca nel G8, l'ingresso di Kiev nell'Ue, l'impossibilità dell'Ucraina nell'Alleanza. Le contro-bozze europee prevedono che tutto sia più sfumato. La porta della Nato per Kiev, teoricamente, resterebbe aperta. Quella dell'Ue comunque spalancata. Sul ritorno di Vladimir Putin al tavolo dei Grandi la battaglia negoziale resta apertissima.

La discussione del piano di pace al Parlamento Ue

Intanto, il piano è arrivato al Parlamento Ue. Oggi, 26 novembre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è intervenuta per aggiornare gli eurodeputati sugli ultimi sviluppi e per ribadire i punti fermi e non negoziabili.

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Von der Leyen: "Non si cambiano le frontiere con la forza"

Tre le priorità dell'Europa, come esplicitate da von der Leyen. Innanzitutto "l'accordo deve garantire una pace giusta e duratura" e quindi "non ci possono essere limiti alle forze armate ucraine: la sicurezza dell'Ucraina è la nostra sicurezza". In secondo luogo bisogna "garantire la sovranità dell'Ucraina: non ci possono essere frontiere cambiate con la forza". Infine è necessario "garantire che l'Ucraina si possa difendere e che quindi abbia gli strumenti finanziari necessari".

 

Per approfondire: Guerra Ucraina, da Witkoff e Dmitriev al consigliere italiano Saggio: chi negozia la pace?

Cremlino: “Processo serio in corso per la pace”

È in corso "un processo serio" per trovare una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina, e molti cercheranno di farlo fallire. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista alla televisione di Stato ripresa dall'agenzia Ria Novosti. "C'è un processo in corso, un processo serio, e adesso, probabilmente, non c'è niente di più importante", ha affermato Peskov. In questo contesto, ha aggiunto, "appariranno molte persone che non si faranno scrupoli di nessun tipo pur di far fallire questo processo". 

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