Venezuela, Trump nega di voler attaccare il Paese. Cosa sta succedendo

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Ansa/Getty

Introduzione

Rispondendo a chi gli chiedeva se stesse considerando un attacco in Venezuela, il presidente degli Stati Uniti ha risposto con un secco "no". Una replica che arriva dopo che in giornata il The Wall Street Journal, citando funzionari statunitensi, aveva diffuso la notizia secondo cui l’amministrazione di Donald Trump avrebbe identificato alcuni obiettivi da colpire nel Paese, Si sarebbe trattato di strutture militari che si sospetta vengano utilizzate per il traffico di droga, ma anche porti e aeroporti attualmente controllati dall'esercito. Le stesse fonti avevano comunque precisato che una decisione definitiva non era ancora stata presa. In linea teorica, la campagna aerea americana (negata da Trump) si sarebbe concentrata sui target che secondo Washington legano i cartelli della droga e il regime del presidente Nicolás Maduro

 

Intanto Maduro ha scritto una lettera a Vladimir Putin chiedendogli un aiuto contro i raid nei Caraibi da parte degli Stati Uniti. Lo riferiscono al Washington Post fonti di Caracas, secondo le quali il presidente venezuelano avrebbe contattato anche la Cina e l'Iran sollecitando assistenza militare e attrezzature per rafforzare le difese del Paese. 

Quello che devi sapere

La lotta al traffico di droga del Venezuela

Se si fosse deciso di portare a termine gli attacchi aerei sul territorio venezuelano, il messaggio di Trump sarebbe stato chiaro: per Maduro è tempo di ritirarsi. L’operazione avrebbe rappresentato una significativa escalation della campagna già intrapresa da Washington, finora limitata a operazioni contro imbarcazioni sospettate di trasportare droga. Il Venezuela resta una delle più importanti rotte di transito per la cocaina in arrivo dalla Colombia, con diversi alti funzionari civili e militari che sono stati accusati dai procuratori statunitensi di contrabbando di droga.

 

Per approfondire: Alta tensione fra Usa e Venezuela, cosa sta succedendo e quali sono i possibili scenari

Trump, il Venezuela e il fentanyl

Trump sostiene però che dal Venezuela parta anche il fentanyl, oppiode sintetico molto pericoloso e molto diffuso negli Usa. Tuttavia, osservano esperti citati da The Wall Street Journal, il fentanyl viene in realtà prodotto in Messico con precursori chimici provenienti dalla Cina, e non vi sono prove che Caracas sia coinvolta nella produzione o nel traffico di questa specifica sostanza.

 

Per approfondire: Trump conferma l'ok a operazioni segrete della Cia in Venezuela

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I mezzi militari Usa nei pressi del Venezuela

Il Pentagono ha adesso inviato una portaerei nei pressi del Venezuela, nello specifico a Trinidad e Tobago, zona dove gli Stati Uniti dispongono già di diverse navi da guerra, migliaia di militari d'élite e velivoli avanzati. Nelle ultime due settimane, bombardieri B-52 e B-1 hanno effettuato diverse missioni di ricognizione lungo la costa venezuelana, con voli che lunedì 27 ottobre sono passati per circa mezz'ora sulla terraferma e sulle isole del Paese, secondo i dati di tracciamento. In un passo insolito per un presidente, Trump ha inoltre confermato di aver autorizzato la Cia a condurre operazioni segrete in Venezuela

La USS Gravely, nave da guerra americana, nel porto di Port of Spain, Trinidad e Tobago, 30 ottobre 2025

Usa: "In Venezuela c'è un narco-Stato gestito da un cartello"

Maduro respinge categoricamente le accuse di essere complice dei traffici di stupefacenti. Il 30 ottobre, per esempio, ha rivendicato l’intercettazione di tre aerei presumibilmente utilizzati per il contrabbando di sostanze. "L’altro ieri un aereo utilizzato per il traffico di droga è entrato attraverso i Caraibi. La nostra aviazione lo ha individuato in un attimo. Oggi, due aerei dediti al traffico di droga sono entrati da nord. E nel rispetto della nostra legislazione, dove abbiamo una legge sull'intercettazione... Bam, boom, bang!", ha spiegato. Gli Stati Uniti però non sono affatto convinti. Trump continua a intensificare la sua campagna contro Maduro, nel tentativo di presentarlo come il capo di un'organizzazione criminale impegnata a "inondare" gli Stati Uniti di stupefacenti. "In Venezuela c'è un narco-Stato gestito da un cartello", ha dichiarato la scorsa settimana il segretario di Stato americano, Marco Rubio.

Nicolás Maduro
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Maduro: "Revocare cittadinanza a chi appoggia offensiva militare Usa"

C’è anche chi, tra le file dell’opposizione al regime di Maduro, appoggia l’idea di un’offensiva militare statunitense. Così ha fatto ad esempio Leopoldo López, co-fondatore del partito Primero Justicia, attualmente in esilio in Spagna. Il presidente si è mosso per prevenire che esternazioni simili si ripetano, annunciando di aver chiesto al Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj) di autorizzare la revoca della cittadinanza ai cittadini che sostengono un'invasione militare straniera. "Ho elevato al Taj una considerazione costituzionale perché a ogni agente che vende la patria, che si unisca a un esercito imperialista per invadere il Venezuela, sia tolta la nazionalità", ha detto Maduro durante una dichiarazione televisiva reti unificate, precisando di averlo fatto "senza mezzi termini". Poi ha citato esplicitamente López, accusandolo di aver chiesto pubblicamente "che l'esercito gringo entri in Venezuela e lo nomini presidente".

Leopoldo López

Scontro tra Venezuela e Trinidad e Tobago

Il Venezuela è entrato anche in rotta di collisione con il vicinissimo Stato di Trinidad e Tobago, che ha svolto esercitazioni militari sotto il coordinamento del Comando Sur Usa

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Maduro: "Da Trinidad e Tobago minaccia per pace nei Caraibi"

Maduro ha parlato di una "provocazione ostile" contro Caracas e di una "minaccia per la pace nei Caraibi”. Poi ha sospeso con effetto immediato l'accordo energetico del 2015 con Trinidad e Tobago, che riguardava lo sviluppo e l'export di gas da giacimenti condivisi prossimi al confine marittimo, e ha quindi attaccato la premier trinidadiana Kamla Persad-Bissessar: "Favorisce la guerra per le sue debolezze personali, fisiche, mentali e morali". Dal canto suo, Trinidad e Tobago si dice impermeabile a "ricatti politici". 

 

Per approfondire: Trump ordina lo stop ai contatti diplomatici con il Venezuela

Proteste dei sostenitori di Maduro contro Kamla Persad-Bissessar
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