Elezioni in Tanzania, Samia Suluhu Hassan (Ccm) punta all’elezione. Lo scenario politico

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Quasi 38 milioni di persone si sono registrate per votare il 29 ottobre: devono eleggere il presidente della Repubblica, i membri del Parlamento e i consiglieri municipali. Il Chama Cha Mapinduzi, partito che governa il Paese da decenni, punta a un largo consenso. L’attuale presidente ad interim si avvia a una netta vittoria dopo l’esclusione dei due principali partiti di opposizione

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Mercoledì 29 ottobre si terranno le elezioni generali in Tanzania. I cittadini sono chiamati a eleggere il presidente della Repubblica, i membri del Parlamento e i consiglieri municipali. Il Ccm (Chama Cha Mapinduzi), partito che governa il Paese da decenni, punta a un largo consenso, forte anche dei freni posti agli oppositori. La candidata Samia Suluhu Hassan si avvia a una netta vittoria dopo l’esclusione di due importanti partiti di opposizione.

La storia del partito Ccm

Dall’indipendenza nel 1961, il Paese era governato dal TANU. Poi la fusione fra Tanganica e Zanzibar ha dato vita alla moderna Tanzania. Il Ccm, che in swahili significa "Partito della Rivoluzione”) è stato fondato da Julius Nyerere nel 1977 dalla fusione del partito di governo del Tanganica e quello che governava a Zanzibar. Di fatto quindi è al potere da sempre. Dal 1992 è stata concessa la nascita di altri partiti ma il Ccm ha sistematicamente vinto ogni elezione, con largo scarto. Il partito e il Paese sono stati nelle mani di John Magufuli fino al 2021. Dopo la sua morte mentre era in carica, è diventata presidente ad interim Samia Suluhu Hassan, che ora punta alla conferma con il voto alle urne.

La situazione

Le elezioni si svolgono nella Tanzania continentale e a Zanzibar, Stato semi-autonomo della Tanzania. Sono previste 272 circoscrizioni, di cui 222 nella Tanzania continentale e 50 a Zanzibar. La Commissione elettorale indipendente (INEC) ha annunciato che 37,7 milioni di persone si sono registrate per votare, rispetto ai 29,8 milioni delle precedenti elezioni. Si tratta di un aumento del 26,55% rispetto al 2020, su una popolazione complessiva di oltre 70 milioni di abitanti. Un quotidiano locale ha però fatto notare che la cifra complessiva di elettori registrati è maggiore dei cittadini con più di 16 anni dell’ultimo censimento (circa 32 milioni di persone).

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Il ruolo delle opposizioni

Da decenni l’opposizione in Tanzania viene esclusa e minacciata, con forti limiti alla libertà di stampa e ai diritti civili. Gli osservatori internazionale denunciano una deriva autoritaria del governo, sempre più simile a una dittatura. Qualche mese fa la commissione elettorale ha approvato 16 candidati presidenziali ma non ha ammesso gli esponenti più credibili dell’opposizione. La principale forza anti governativa, Chadema è stato escluso già ad aprile e il suo leader Tundu Lissu è stato arrestato ed è sotto processo con l’accusa di tradimento (rischia la pena di morte). Rigettata anche la candidatura di Luhaga Mpina, esponente del secondo partito di opposizione, l’Alleanza per il cambiamento e la trasparenza (ACT-Wazalendo). Esclusi i due principali partiti di opposizione non ci sono praticamente rivali per la presidente Samia.

Sparizioni e minacce

Il clima nel Paese africano è ancora più cupo per la parallela campagna di minacce ai dissidenti e intimidazioni. Arresti politici, torture, omicidi, sequestri e sparizioni forzate di oppositori. A giugno le autorità hanno anche bloccato l’accesso a X. Amnesty denuncia oltre 200 casi di sparizione forzata registrati dal 2019 a oggi.  

Lo scenario economico

Negli ultimi 10 anni la Tanzania ha fatto registrare grandi progressi economici: Pil in crescita, riduzione dell’inflazione, aumento della ricchezza pro-capite. Ma di pari passo si è registrato un drammatico crollo della tutela dei diritti umani. Sono state promulgate leggi repressive contro i media, le Ong e i partiti politici non allineati al governo. La deriva è proseguita anche dopo la salita al potere di Samia Suluhu Hassan.

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