Introduzione
Il premier francese Lecornu, scelto di nuovo dal presidente della Repubblica Macron, ha nominato, fra lo scetticismo generale e un'opposizione ormai quasi generalizzata, un secondo governo che prova a resistere alle "intemperie". Tutto ciò nonostante il suo precedente tentativo, una settimana fa, si sia concluso dopo appena 14 ore, segnando un primato negativo: si è trattato dell'esecutivo dalla vita più breve nella storia della Quinta repubblica.
Quello che devi sapere
La corsa contro il tempo
Nominato il nuovo governo, ora Lecornu ha da rispettare dei tempi strettissimi per presentare il disegno di legge di bilancio 2026 all'Assemblea Nazionale. Una corsa contro il tempo, dunque, con l'obiettivo soprattutto di evitare il ricorso a una legge straordinaria che consentirebbe ai dibattiti sul bilancio di proseguire dopo il 31 dicembre 2025, ma ridurrebbe al minimo gli investimenti pubblici.
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La prima tappa e le prossime scadenze
Sembra che il disegno di legge di bilancio 2026 verrà presentato oggi, 13 ottobre, per rispettare il calendario costituzionale. Secondo il calendario previsto per l'iter della manovra finanziaria, infatti, oggi sarebbe l'ultimo giorno utile per arrivare al varo della legge di bilancio entro il 31 dicembre.
La scadenza è legata alla durata legale dell'esame del testo, che deve seguire un iter fissato dalla Costituzione: 40 giorni al massimo in Assemblée Nationale, 20 in Senato, poi 10 per un ultimo passaggio in entrambi i rami del Parlamento. A questi 70 giorni se ne aggiungono altri 8 per la verifica dovuta da parte del Consiglio costituzionale, che esamina la conformità della legge alle norme fondamentali.
Il bilancio
Una nota della Segreteria Generale del Governo (SGG), consultata da Politico, garantisce infatti che solo un primo ministro possa presentare il bilancio, a condizione che non si sia dimesso, da qui la "rinomina" del premier dimissionario da parte del presidente Macron.
Redatto dallo stesso premier, il bilancio prevede una graduale riduzione del deficit pubblico al 4,7% del Pil nel 2026 e punta al 3% entro il 2029, nonostante le tensioni politiche. Per garantire che il Parlamento abbia 70 giorni di tempo per esaminare i testi di bilancio, come previsto dalla Costituzione, oggi dovrebbero essere presentati un disegno di legge di bilancio 2026 e un altro per la Previdenza Sociale.
Le principali tappe nel calendario per la legge di bilancio in Francia
Ad ogni modo, un possibile programma, dai tempo strettissimi, in Francia potrebbe essere questo:
- 13 ottobre: la legge finanziaria deve essere presentata al Consiglio dei Ministri
- 15 ottobre: la legge finanziaria deve essere presentata all'Assemblea Nazionale
- Dopo il 15 ottobre: i parlamentari negoziano e votano il nuovo bilancio
- Entro il 31 dicembre: termine per la pubblicazione della legge finanziaria sulla Gazzetta Ufficiale
Lecornu: “Ambizioni? Solo superare questo momento”
Sabato, il primo ministro francese appena riconfermato è stato chiaro sulle prospettive incerte del suo secondo mandato, date le profonde divisioni politiche del Paese. Lecornu ha anche invitato alla calma e al sostegno dei partiti politici per elaborare un bilancio. La sua scelta di tornare in campo, ha spiegato, è stata dettata dalla urgente necessità di trovare soluzioni finanziarie per la Francia. E ha chiarito: “Non ho un’agenda politica. Non ho altre ambizioni se non quella di superare questo momento, che è oggettivamente molto difficile per tutti”.
Lo scontro politico
Dopo la nuova nomina del 10 ottobre, da quanto è emerso, il presidente Emmanuel Macron aveva dato “carta bianca al primo ministro" Lecornu, per "i negoziati" con i partiti politici. Intanto, però, non mancano le critiche.
Il Rassemblement National - a detta del presidente Jordan Bardella - voterà "immediatamente la sfiducia" a questo "scherzo di cattivo gusto" che "non ha futuro".
"Promessa" di immediata sfiducia anche da parte di Lfi, che ha denunciato un nuovo "gesto dell'ombrello ai francesi da parte" di Macron, "un irresponsabile ebbro di potere".
Anche ecologisti e comunisti sfiduceranno, mentre il Ps - che aveva escluso di entrare al governo - ha riproposto con forza le sue condizioni.
Poi è arrivata anche la doccia fredda dei Républicains, finora partito della maggioranza: non avrebbero fatto parte del governo (con, tuttavia, la defezione di sei volti, nominati ministri nel Lecornu II e subito "silurati" dal partito). Ci sarà spazio per un "sostegno" volta per volta, ma con il Ps che "ricatterà con la sfiducia, questo esecutivo sarà pronto a rinunciare a tutto: serietà dei conti e difesa del lavoro", ha spiegato il presidente del Senato, Gérard Larcher. Contrario alla partecipazione anche il capo del partito, Bruno Retailleau, che non è stato riconfermato agli Interni.
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