Il Pontefice sarà impegnato dal 27 novembre al 2 dicembre. Il pellegrinaggio a İznik celebrerà il 1700° anniversario del Primo Concilio di Nicea, simbolo di unità della Chiesa, mentre la visita a Damasco sarà un segno di vicinanza a un Paese di convivenza religiosa e fragilità politica. Diffuso anche il messaggio per la XL Giornata Mondiale della Gioventù del 23 novembre, centrato sull’autenticità della fede e sulla responsabilità sociale dei giovani. “La testimonianza cristiana nasce dall’amicizia con il Signore”
Papa Leone si prepara al suo primo viaggio apostolico, che lo porterà in Turchia e in Libano tra fine novembre e inizio dicembre. Come riferisce il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, il Pontefice “accogliendo l'invito del Capo di Stato e delle autorità ecclesiastiche del Paese, compirà un Viaggio Apostolico in Turchia dal 27 al 30 novembre prossimo, recandosi in pellegrinaggio a İznik in occasione del 1700° anniversario del Primo Concilio di Nicea”. Subito dopo, “rispondendo all'invito del Capo di Stato e delle autorità ecclesiastiche del Libano, Leone si recherà in viaggio apostolico nel Paese dal 30 novembre al 2 dicembre”. Il viaggio in Medio Oriente sarà dunque segnato da due tappe di forte valore simbolico: la Turchia, culla di uno dei concili più importanti della cristianità, e il Libano, paese di convivenza religiosa e crocevia di tensioni e speranze.
Leone ai giovani: "Cristiani non sono come attivisti di partito"
Sempre oggi, dalla Città del Vaticano è arrivato anche il messaggio di Papa Leone per la XL Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il 23 novembre. Un testo denso di richiami spirituali e civili, nel quale il Pontefice invita i giovani a una fede autentica, lontana dal settarismo e dall’individualismo digitale. “La testimonianza cristiana nasce dall'amicizia con il Signore”, scrive Papa Leone, “non si confonde con una propaganda ideologica, ma è un vero principio di trasformazione interiore e di sensibilizzazione sociale”. E aggiunge: “Quando dunque Gesù ci dice: 'Date testimonianza', ci sta assicurando che ci considera suoi amici. Lui solo conosce pienamente chi siamo e perché siamo qui. Non ci vuole come servi, né come 'attivisti' di un partito: ci chiama a stare con Lui come amici, perché la nostra vita venga rinnovata. E la testimonianza deriva spontaneamente dalla gioiosa novità di questa amicizia”.
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"Diventiamo operosi artigiani di pace"
Nel messaggio, il Papa invita i giovani a guardarsi da chi strumentalizza la fede per dividere e a impegnarsi concretamente nella costruzione di un mondo più giusto: “Non seguite chi usa le parole della fede per dividere: organizzatevi, invece, per rimuovere le disuguaglianze e riconciliare comunità polarizzate e oppresse”. Un appello che si intreccia con un’esortazione alla pace e alla responsabilità collettiva: “Vinciamo il nostro egoismo, diventando operosi artigiani di pace”. “La testimonianza della fraternità e della pace, che l'amicizia con Cristo suscita in noi, ci solleva dall'indifferenza e dalla pigrizia spirituale, facendoci superare chiusure e sospetti. Ci lega inoltre gli uni agli altri, sospingendoci a impegnarci insieme, dal volontariato alla carità politica, per costruire nuove condizioni di vita per tutti”.
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"Non cercate risposte scrollando il cellulare"
Nel suo scritto, Leone si rivolge a una generazione immersa nella connessione continua ma spesso sola: “Le nostre domande più profonde non trovano ascolto, né risposta nello scrolling infinito sul cellulare, che cattura l'attenzione lasciando affaticata la mente e vuoto il cuore”. Le domande, prosegue, “non ci portano lontano se le teniamo chiuse in noi stessi o in circoli troppo ristretti”. Per questo, ha spiegato il Pontefice, “la realizzazione dei nostri desideri autentici passa sempre attraverso l'uscire da noi stessi”, e invita i giovani ad essere “testimoni, perciò missionari”. Il Papa invita a perseguire i desideri di pace e giustizia. Gesù "conosce il cuore di voi giovani, il vostro fremito davanti a discriminazioni e ingiustizie, il vostro desiderio di verità e di bellezza, di gioia e di pace; con la sua amicizia vi ascolta, vi motiva e vi guida, chiamando ciascuno a una nuova vita". Per Papa Leone "il vero testimone è umile e interiormente libero, anzitutto da sé stesso, cioè dalla pretesa di essere al centro dell'attenzione. Perciò è libero di ascoltare, di interpretare e anche di dire la verità a tutti, anche di fronte ai potenti", scrive richiamando la figura di Giovanni Battista.
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"Ora di mettere in pratica il comandamento più grande: 'Amate persecutori'"
"Tanti vostri coetanei sono esposti alla violenza - prosegue lo scritto del Pontefice -, costretti ad usare le armi, obbligati alla separazione dai propri cari, alla migrazione e alla fuga. Molti mancano dell'istruzione e di altri beni essenziali. Tutti condividono con voi la ricerca di senso e l'insicurezza che l'accompagna, il disagio per le crescenti pressioni sociali o lavorative, la difficoltà di affrontare le crisi familiari, la sensazione dolorosa della mancanza di opportunità, il rimorso per gli errori commessi. Voi stessi potete mettervi al fianco di altri giovani, camminare con loro e mostrare che Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni persona". "È vero: non sempre è facile dare testimonianza", ammette Leone XIV, "il discepolo-testimone sperimenta in prima persona il rifiuto e a volte persino l'opposizione violenta". E' però "l'occasione per mettere in pratica il comandamento più alto: 'Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori'". "Ancora oggi, in tanti luoghi del mondo, i cristiani e le persone di buona volontà soffrono persecuzione, menzogna e violenza. Forse anche voi siete stati toccati da questa dolorosa esperienza e forse siete stati tentati di reagire istintivamente mettendovi al livello di chi vi ha rifiutato, assumendo atteggiamenti aggressivi", ha scritto ancora il Pontefice lanciando un appello: "Non lasciatevi dunque scoraggiare: come i santi, anche voi siete chiamati a perseverare con speranza, soprattutto davanti a difficoltà e ostacoli".