Quattro persone sono state arrestate dopo aver preso d’assalto e arrecato danni agli uffici del governatore provinciale di Fasa, a 780 chilometri da Teheran. Le proteste, che vanno avanti da alcuni giorni, hanno raggiunto varie parti dell’Iran, come le città di Isfahan e Kermanshah. Anche studenti e sindacati degli insegnanti hanno preso parte alle manifestazioni: gli atenei di Teheran, Beheshti e Allameh Tabatabaei sono stati momentaneamente chiusi per evitare scontri
In Iran non si placano le proteste per la crisi economica che sta piegando il Paese. Da alcuni giorni i negozianti sono insorti contro l’alto costo della vita e presto il malcontento ha raggiunto anche altri settori, comprese alcune università. Oggi le manifestazioni sono degenerate quando diverse persone hanno preso d’assalto il palazzo del governatore a Fasa, città a 780 chilometri a sud della capitale Teheran: "Una parte della porta dell'ufficio del governatore provinciale e i suoi vetri sono stati distrutti in un attacco da parte di diverse persone", ha dichiarato Hamed Ostovar, capo della magistratura della città. Quattro persone sono state arrestate, accusate di aver anche causato "lievi danni, tra cui la rottura di una porta e dei vetri delle finestre dell'edificio". Tre poliziotti sono rimasti feriti.
Proteste in tutto il Paese
Le manifestazioni non sono solo a Fasa. Secondo i video ricevuti da Iran International, un media d'opposizione basato a Londra, i manifestanti si sono radunati anche nelle città di Isfahan e Kermanshah, così come in tante altre parti del Paese. I filmati di Isfahan, scrive Iran International, mostrano gruppi di persone riunirsi in piazza Naqsh-e Jahan, uno degli spazi pubblici più importanti del Paese e luogo ricorrente di protesta durante i periodi di disordini.
I motivi della protesta
Il movimento di protesta si è diffuso nei giorni scorsi, manifestando contro il carovita e il deterioramento della situazione economica in Iran. "Ho chiesto al ministro degli Interni di ascoltare le legittime richieste dei manifestanti avviando un dialogo con i loro rappresentanti, affinché il governo possa fare tutto il possibile per risolvere i problemi e agire responsabilmente", ha dichiarato ieri il presidente iraniano Massoud Pezeshkian citato dall'agenzia di stampa Irna. A preoccupare la popolazione sono l'elevata inflazione, il forte aumento del tasso di cambio del dollaro rispetto alla valuta nazionale (il rial) e l'aumento dei prezzi senza precedenti. Il crollo del valore del rial iraniano è proseguito nelle ultime settimane: come record storico, ieri il dollaro statunitense è stato venduto sul mercato libero iraniano a circa 1.430.000 rial, con un aumento di circa il 20% rispetto al mese scorso.
Rivolte in università
Alle proteste dei commercianti contro la crisi economica si sono unite tante altre persone, compresi gli insegnanti universitari, trasformando così le manifestazioni in un movimento politico e sociale. Alcuni sindacati iraniani, tra cui quelli degli insegnanti, degli autotrasportatori e degli guidatori di autobus, oltre alla corporazione dell'oro e del ferro dei bazar, e alcune università come quelle delle province del Kurdistan e del Khorasan, si sono uniti agli scioperi e alle proteste. "La Rivoluzione islamica del 1979 è stata un errore storico, il cui costo è stato pagato dalla società iraniana da allora. Tale situazione non è difendibile né può essere riformata. L'università non resterà in silenzio", hanno affermato gli studenti dell'Università di Isfahan in una dichiarazione. Dopo gli scontri di ieri all'università di Teheran, che hanno portato anche all’arresto e poi al rilascio di alcuni studenti, il governo ha annunciato la chiusura temporanea degli atenei di Teheran, Beheshti e Allameh Tabatabaei.
Mossad israeliano appoggia le proteste
A sostenere le proteste dei cittadini iraniani è anche il Mossad israeliano che ha invitato i manifestanti a intensificare le proteste, affermando di essere presente con loro sul campo. "Scendete insieme nelle strade. È giunto il momento. Siamo con voi", ha dichiarato il servizio di intelligence israeliano sul suo account X, rivolgendosi agli iraniani in lingua farsi. "Non solo da lontano o a parole. Siamo anche con voi sul campo".