Sarah Mullally, 63 anni, ex infermiera e madre di due figli, prende il posto di Justin Welby, costretto a dimettersi nel novembre 2024 dopo essere stato accusato di aver coperto abusi sessuali su minorenni
Sarah Mullally, vescovo di Londra, è stata nominata arcivescovo di Canterbury. L'annuncio è stato dato dal governo britannico. Non era mai accaduto nella storia che una donna fosse scelta come massimo leader religioso e spirituale degli anglicani della Chiesa d'Inghilterra. Sopra il nuovo arcivescovo c'è solo il governatore supremo della Chiesa, il sovrano in carica, oggi Carlo III. La designazione arriva in risposta a una serie di scandali sessuali, di pedofilia e di accuse d'insabbiamento che hanno travolto diversi presuli uomini, incluso il predecessore di Mullaly, costretto a dimettersi nei mesi scorsi.
La sua elezione dopo le dimissioni di Welby
Mullally, ex infermiera e madre di due figli decorata a suo tempo dalla monarchia con il titolo di Dame, equivalente femminile di quello di Sir, ha 63 anni e negli ultimi sette è stata arcivescova di Londra: una delle posizioni più importanti raggiunte dalle donne nella Chiesa nata dallo scisma di re Enrico VIII dopo il contrastato via libera datato 2014 al loro accesso al ministero vescovile. La sua elezione, al termine di un lungo processo di scelta innescato dalle dimissioni nel 2024 da arcivescovo di Canterbury di Justin Welby, era la prima in cui le donne avessero titolo a poter essere indicate. A sancire l'esito è stata oggi l'assemblea sinodale, che ha operato sotto la supervisione di una sorta di comitato di garanti nominato dalla corona tra fedeli di spicco, la Crown Nominations Commission for Canterbury: presieduta in questo caso da un ex capo dei servizi segreti interni britannici dell'MI5, lord Jonathan Evans.
Leggi anche
Inghilterra, la Chiesa anglicana nomina primo vescovo-donna nera
Una spinta innovatrice
Dame Sarah Mullally si presenta con le credenziali di una innovatrice auto-dichiarata e per fare pulizia. Nel primo sermone da capo della diocesi londinese, nel 2018, ricordò apertamente come la cattedra sulla quale era stata chiamata allora a sedere fosse stata oggetto di un attentato dinamitardo, un secolo prima, da parte di suffragette radicali che invocavano il volto e pari diritti per le donne; "lasciatemi rassicurarvi - aveva poi scherzato - che io non ho bombe con me, perlomeno non nel senso letterale della parola. E tuttavia sono consapevole che, come primo vescovo donna di Londra, sarò necessariamente una sovversiva". Impegno destinato ora a riproporsi, secondo i media, nel ruolo ancor più importante di primate e titolare della sede di Canterbury.