Elezioni in Moldavia, il Paese al bivio tra filo-Ue e filo-russi. Lo scenario politico

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Introduzione

La Moldavia si prepara a una delle tornate elettorali più importanti della sua storia: domenica 28 settembre i cittadini tornano alle urne per il rinnovo del Parlamento, con il Paese al bivio tra europeisti e filorussi. I sondaggi alla vigilia del voto parlano di una sfida dall’esito incerto, dove a contendersi la maggioranza dei 101 seggi disponibili ci sono da un lato il partito della presidente Maia Sandu e del primo ministro Dorin Recean (PAS – Partito di Azione e Solidarietà), sempre più vicino all’Unione europea, e dall’altro lato il fronte di chi spinge per muoversi verso Mosca. Si intensificano intanto, ancora una volta, le accuse di interferenza elettorale mosse direttamente al Cremlino. Per la Russia la Moldavia è di importanza strategica, non fosse altro che per la sua posizione geografica. Stretta tra Ucraina e Romania, un tempo parte dell'Unione Sovietica, gioca un ruolo cruciale nel tentativo di Putin di recuperare il controllo sull'Europa orientale.

Quello che devi sapere

Elezioni in Moldavia, Bbc denuncia rete segreta finanziata da Mosca

Proprio negli ultimi giorni un’indagine della Bbc ha parlato dell’esistenza di una rete segreta, finanziata dalla Russia, che starebbe tentando di influenzare le elezioni. Un reporter sotto copertura della testata britannica avrebbe scoperto una rete che prometteva di pagare i partecipanti se avessero pubblicato propaganda filo-russa e fake news che indebolissero il PAS. Non solo: i partecipanti sono stati pagati per trovare sostenitori dell'opposizione filo-russa in Moldavia da registrare segretamente e anche condurre un sondaggio fasullo, i cui risultati sono già online, che suggerisce la sconfitta del partito di Maia Sandu. Bbc sostiene di aver trovato collegamenti tra la rete segreta e l'oligarca moldavo Ilan Shor, sanzionato dagli Stati Uniti per "operazioni di influenza maligna del Cremlino" e ora latitante a Mosca. Aveva anche fondato un blocco politico molto spostato verso la Russia, ma non può partecipare alle elezioni perché la Commissione Elettorale Centrale ha rigettato la richiesta. Si parla anche di collegamenti tra la rete e una Ong chiamata Evrazia, sanzionata da Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea per aver presumibilmente corrotto cittadini moldavi per convincerli a votare contro l'adesione all'Ue lo scorso anno.  

 

Per approfondire: Tutte le notizie sulla guerra in Ucraina

Le accuse della presidente Sandu e la propaganda russa

Anche la presidente Maia Sandu (in foto) ha già evidenziato più volte il rischio di interferenze russe, accusando Mosca di aver investito "centinaia di milioni" per dirottare l’esito del voto lontano dal PAS. L'agenzia Bloomberg ha scritto invece di aver visionato dei documenti secondo cui la Russia avrebbe "elaborato" un presunto "piano per intervenire nelle elezioni in Moldavia e ostacolare gli sforzi del governo volti a mantenere il Paese sulla strada verso l'adesione all'Unione Europea" con "tattiche" che - stando alla versione dell'agenzia - includerebbero "il reclutamento di elettori moldavi all'estero, l'organizzazione di proteste e una campagna di disinformazione". In tutto ciò l’agenzia statale di stampa russa Ria Novosti ha fatto da megafono ai Servizi segreti russi all'estero (Svr), che accusano la Nato di voler inviare truppe in Moldavia, avvicinandosi così sempre di più alla Russia.

Le accuse della presidente Sandu e la propaganda russa
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Come funziona il sistema elettorale in Moldavia

L’elezione dei 101 membri del Parlamento moldavo segue un sistema proporzionale a liste di partito in un unico collegio nazionale. La soglia di sbarramento varia a seconda del tipo di lista: per i partiti o le organizzazioni singole è del 5%; per un blocco elettorale è del 7%. Per i candidati indipendenti scende al 2%.

I candidati alle elezioni in Moldavia

In tutto sono 23 le forze che partecipano alle elezioni, di cui 15 partiti, quattro coalizioni e altrettanti candidati indipendenti.

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I candidati – Il PAS

Il PAS, guidato da Igor Grosu (in foto), cerca di mantenere la maggioranza dei seggi: al momento ne ha 61, ma secondo i sondaggi sarà difficile che riesca a ottenerne un numero così alto al voto del 28 settembre. Il punto centrale delle politiche del partito è l’avvicinamento all’Unione europea: la Moldavia è candidata all’ingresso dal 23 giugno 2022, lo stesso giorno dell’ufficializzazione della candidatura dell’Ucraina. Spinge molto sulla lotta alla corruzione, anche se sul punto in Moldavia c'è malconteno: alle promesse elettorali sono seguiti pochi fatti. Si critica anche la sua gestione della sicurezza energetica, un capitolo sentitissimo tra gli elettori.

I candidati – Il PAS

La coalizione guidata dall’ex presidente Dodon

L’avversario più grande per il PAS è la coalizione composta da Socialisti, Comunisti, Cuore e Futuro della Moldavia, con l’ex presidente Igor Dodon (in foto) come leader. Può contare anche sulla presenza di un altro ex presidente, Vladimir Voronin. Si presenta come il blocco "di sinistra" e spinge per recuperare "legami strategici" con Mosca, pur venendo in genere indicata come una coalizione "moderatamente" filo-russa.

La coalizione guidata dall’ex presidente Dodon
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Le altre forze politiche in corsa

I sondaggi prevedono di fatto una sfida combattuta soprattutto tra il PAS e la coalizione dei filo-russi. Subito dopo ci sarebbe Nostro Partito, guidato da Renato Usatîi (ex sindaco della città di Bălți). Segue un’altra coalizione elettorale, quella di Alternativa, che dentro ha il Movimento alternativo nazionale del sindaco di Chișinău, Ion Ceban, il Partito Azione Comune – Congresso Civico dell’ex procuratore Alexandr Stoianoglo (sconfitto lo scorso anno alle presidenziali da Sandu, in foto) e il Partito per lo Sviluppo e Consolidamento della Moldova dell’ex premier Ion Chicu. Di fatto si presentano come partiti più europeisti che filorussi, ma hanno posizioni più morbide verso Putin e tutti i leader hanno avuto rapporti stretti con Dodon.

Le altre forze politiche in corsa

Il ruolo della Transnistria

Determinante sarà il voto della popolazione della regione separatista filo-russa della Transnistria, che si è dichiarata indipendente nel 1992 (ma non è riconosciuta dalla comunità internazionale). Lo scorso anno, in occasione delle elezioni presidenziali, circa l’80% degli elettori di questa zona ha appoggiato Alexandr Stoianoglo, che si era candidato come indipendente (ma sostenuto dai socialisti).

 

Per approfondire: Elezioni nel mondo e in Italia, lo speciale di Sky TG24 

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