Meloni a New York per Assemblea generale Onu. Tra temi Gaza, Ucraina e ruolo Nazioni Unite
MondoIntroduzione
Nelle prossime ore la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà a New York per l’80esima Assemblea generale dell'Onu. Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente dominano l'agenda dei quasi 150 leader mondiali, tra crisi e tensioni internazionali. A tenere banco anche il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di diversi Paesi. Meloni non partecipa alla Conferenza di Alto Livello sulla Soluzione a Due Stati, convocata da Francia e Arabia Saudita: per l'Italia c'è il ministro Antonio Tajani. A New York si parlerà anche della riforma delle Nazioni Unite. Inoltre, c’è il ritorno sullo scranno del Palazzo di Vetro di Donald Trump, che con il suo “America first” sta mettendo a dura prova il multilateralismo e che con l'appoggio incondizionato a Israele nella Striscia sta isolando l'America. Cosa sapere
Quello che devi sapere
L’agenda di Meloni
Giorgia Meloni dovrebbe arrivare a New York nella serata italiana di oggi, lunedì 22 settembre. Martedì 23 parteciperà alla cerimonia di apertura del dibattito, che sarà inevitabilmente dominato dai temi della guerra in Ucraina e di quella a Gaza, ma sarà anche l'occasione per un confronto sulla riforma delle Nazioni Unite. Nella serata americana di mercoledì 24, verso le 2 di notte in Italia, è previsto l'intervento della premier all'Assemblea generale dell'Onu. Per la presidente del Consiglio è la terza presenza
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I bilaterali
Alcuni incontri bilaterali a margine dell'Assemblea generale, come di consueto, sono in via di definizione per la premier. Al momento Meloni, presente al Palazzo di Vetro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, non dovrebbe partecipare alla consueta cena offerta dal presidente degli Stati Uniti, così come l'anno scorso quando il padrone di casa era Joe Biden. L’agenda si preannuncia fitta anche per il ministro Tajani: è prevista la partecipazione ai briefing del Consiglio di Sicurezza sui dossier Ucraina e Gaza e numerosi colloqui bilaterali prima di partecipare, mercoledì 23, alla consueta riunione ministeriale del Gruppo Amici dei Balcani Occidentali
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Il progetto di riforma dell'Onu
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite si aprirà all'insegna delle celebrazioni per l'ottantesimo anniversario dell'Onu. Una ricorrenza che il segretario generale António Guterres ha voluto legare al progetto di riforma "UN80", puntando a ripensare la struttura delle Nazioni Unite e renderla più agile, meno costosa e più capace di fronteggiare le sfide globali. In questo quadro, si inserisce anche il tema della riforma più generale della governance del Palazzo di Vetro
La posizione dell’Italia
L'Italia ribadirà l'adesione ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e il sostegno al processo di riforma in corso che, hanno sottolineato fonti italiane, è essenziale per rendere le istituzioni dell'Onu meno burocratiche, più snelle e orientate alla concreta gestione delle sfide comuni. Roma aderisce al Gruppo "Uniting for Consensus", coalizione di nazioni che – hanno ricordato sempre fonti italiane – propone di rendere il Consiglio di sicurezza più democratico, trasparente, inclusivo e rappresentativo, in particolare dell'Africa e delle nazioni del Sud del mondo. Per la coalizione, la creazione di nuovi seggi permanenti ostacolerebbe il raggiungimento di questi obiettivi
L’ottantesimo anniversario
Il tema della settimana clou dell'Assemblea generale dell'Onu è "Meglio insieme: 80 anni e oltre per la pace, lo sviluppo e i diritti umani" ed è stato scelto dalla presidente dell'Assemblea, Annalena Baerbock: sarà declinato attorno al filo conduttore del rafforzamento della cooperazione internazionale in un contesto di crisi multiple. "Ci stiamo riunendo in acque turbolente, persino inesplorate", ha sottolineato nei giorni scorsi il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. "Le divisioni geopolitiche si allargano. I conflitti infuriano. L'impunità aumenta. E la cooperazione internazionale è messa a dura prova da pressioni mai viste prima", ha aggiunto. Il segretario generale dell'Onu ha presentato l'80esima Assemblea generale in termini di sfida, parlando di "speranza" nel "seme di pace" piantato ottant'anni fa e di "promessa" tutt'ora valida: perché "la pace è possibile quando l'umanità è unita". Nonostante il quadro cupo della vigilia, Guterres vuole spronare i Paesi a dar prova di coraggio perché - ha affermato - la concentrazione di quasi 150 leader nel Palazzo di Vetro è "un'opportunità che non possiamo perdere"
La situazione in Medio Oriente
Al centro dell'attenzione c'è la situazione in Medio Oriente, con la guerra tra Israele e Hamas a Gaza e il disastro umanitario nella Striscia. Prima del via ai discorsi di alto livello, i leader si riuniscono oggi per un vertice ospitato da Francia e Arabia Saudita che mira a dare slancio alla soluzione dei due Stati, dopo che 142 stati - tra cui l'Italia - hanno votato una risoluzione per attuarla, col voto contrario degli Usa. Nel testo, hanno sottolineato fonti italiane, è stato precisato che il riconoscimento dello Stato palestinese avverrà "nel pieno rispetto della sovranità" di ciascun Paese e quindi secondo le proprie leggi e la propria linea politica. La linea più volte indicata in questi mesi da Meloni è che, nonostante il parere favorevole alla soluzione dei due Stati, non è ancora il momento per riconoscere lo Stato Palestinese. Meloni non partecipa al vertice: Tajani ribadirà la posizione italiana e riaffermerà l'impegno del governo nei confronti dei palestinesi. Il ministro parteciperà anche alla cena di lavoro degli omologhi del G7, organizzata dal presidente di turno, il Canada, Paese che ha annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese
Il riconoscimento dello Stato palestinese
A New York è infatti atteso il riconoscimento ufficiale anche in questa sede dello Stato palestinese (senza Hamas) da parte di vari Paesi, tra cui Francia, Regno Unito, Malta, Canada, Australia e Belgio, nonostante la netta opposizione americana. Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen non è presente di persona, dopo che gli Usa hanno dichiarato che non gli concederanno il visto, ma parteciperà in videoconferenza sia al vertice di oggi sia al suo discorso al dibattito generale, previsto per giovedì. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ricercato dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra e contro l'umanità a Gaza (che Israele nega), è invece atteso di persona e parlerà venerdì
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La situazione in Ucraina
Un altro conflitto in cima all'agenda delle Nazioni Unite, su cui però si prevedono pochi progressi ma si spera in un passo avanti nelle trattative, è la guerra russa in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky chiederà ancora una volta il sostegno internazionale in un momento critico. Il leader di Kiev parlerà in Assemblea generale mercoledì, mentre martedì pomeriggio dovrebbe partecipare a una riunione del Consiglio di Sicurezza. Il russo Vladimir Putin, come il cinese Xi Jinping, come di consueto non sarà a New York. C’è invece il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che a margine dei lavori al Palazzo di Vetro incontrerà anche il segretario di Stato americano Marco Rubio. Dovrebbe esserci anche l’incontro di Trump con Zelensky
Il via al dibattito generale martedì
La prima giornata del dibattito generale, martedì, sarà introdotta da Guterres e dalla presidente dell'Assemblea generale Baerbock. Poi ci sarà come da tradizione il discorso del leader brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Segue Trump, che ha tagliato i finanziamenti statunitensi all'Onu, ha interrotto il coinvolgimento con il Consiglio per i Diritti Umani, ha esteso la sospensione dei finanziamenti all'Unrwa e ha abbandonato l'Unesco, dopo essere uscito nuovamente dall'accordo di Parigi sul clima
Gli altri presenti
A New York anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l'egiziano Abdel Fattah al Sisi, il sudcoreano Lee Jae Myung e il francese Emmanuel Macron, tutti in agenda il primo giorno insieme all’iraniano Masoud Pezeshkian. Mercoledì – oltre a Meloni – parlerà Ahmad al Shara, al suo debutto all'Onu: è la prima volta dal 1967 che il presidente della Siria parlerà direttamente alle Nazioni Unite. Presenti al Palazzo di Vetro anche il premier britannico Keir Starmer, che interverrà venerdì al dibattito generale, e i vertici dell'Ue (il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l'Alta rappresentante per gli Affari Esteri Kaja Kallas)
Gli altri temi
I conflitti in Ucraina e a Gaza non sono i soli temi caldi al centro degli interventi dei 150 leader a New York. Occhi puntati anche sulle tensioni con l'Iran e le sanzioni sul programma nucleare, con la presenza del leader di Teheran Masoud Pezeshkian. Poi le carestie nel continente africano e l'Afghanistan dei talebani: sono alcuni dei dossier su cui le delegazioni si concentreranno. Sul tavolo anche l'allarme clima, con un'Europa che arranca, complice la crisi energetica, sulla tabella di marcia dell'Agenda 2030 e punta a rivedere al ribasso i target che si era imposta. Non da ultimo, si parlerà di sfide poste dall'intelligenza artificiale e del problema, cruciale non solo per l'Italia, delle migrazioni