La Corte Costituzionale thailandese ha destituito la premier Paetongtarn Shinawatra, accusata di non aver rispettato gli standard etici nel corso di una telefonata con l’ex leader cambogiano Hun Sen, trapelata online. Nel colloquio, giudicato troppo conciliante, avrebbe anche diffamato un generale thailandese
La Corte Costituzionale thailandese ha destituito la premier sospesa Paetongtarn Shinawatra e il suo governo per la gestione del conflitto di confine con la vicina Cambogia. Secondo i nove giudici della corte non avrebbe "rispettato gli standard etici richiesti a un Primo ministro" durante una telefonata di giugno con l'ex leader cambogiano Hun Sen, trapelata online. La sentenza comporta la perdita immediata del suo incarico, che ricopriva da circa un anno.
La conversazione telefonica
Nella conversazione, resa pubblica dallo stesso Hun Sen, Paetongtarn cercava di allentare le tensioni tra i due Paesi, già sfociate in scontri armati con decine di vittime e 260mila sfollati, usando i toni della diplomazia. Nel dialogo, la premier è apparsa ai giudici troppo conciliante su una questione di sicurezza nazionale e avrebbe anche rivolto commenti diffamatori contro un generale dell’esercito thailandese. La premier era stata sospesa dal primo luglio (quando la Corte ha accettato di esaminare il caso contro di lei), con le sue funzioni affidate al vice Phumtham Wechayachai. Ora la coalizione guidata dal Pheu Thai, il partito sostenuto dagli Shinawatra, rischia di crollare dopo il ritiro del sostegno da parte del principale partito alleato Bhumjaithai.
Il ruolo della dinastia Shinawatra
Paetongtarn Shinawatra appartiene alla famiglia politica degli Shinawatra, protagonista della scena thailandese da decenni. Suo padre, l’ex premier miliardario Thaksin Shinawatra, estromesso dal potere da un colpo di stato militare nel 2006, è riuscito a rimanere una figura dominante nella politica nazionale grazie al sostegno a partiti come il Pheu Thai. La sua influenza politica si basa sia sulle politiche populiste che aveva promosso da premier, sia sull’enorme ricchezza accumulata nel settore delle telecomunicazioni. Proprio per questo Thaksin Shinawatra è considerato malvisto dalla Corte Costituzionale, che negli ultimi anni ha destituito cinque primi ministri a lui vicini.