Introduzione
I leader europei stanno discutendo di una garanzia di sicurezza per l'Ucraina, promossa dalla premier Giorgia Meloni, che impegnerebbe gli alleati di Kiev a decidere - entro un limite di tempo ancora da definire - se fornire supporto militare al Paese in caso di un nuovo attacco da parte della Russia. A scriverlo è Bloomberg, sottolineando che la proposta equivale a una clausola di difesa collettiva simile a quella della Nato, ma che non prevede l'effettiva adesione di Kiev all'alleanza. Ed è tra una serie di opzioni che si stanno delineando mentre i leader europei sfruttano lo slancio dopo che Donald Trump ha accettato di sostenere le garanzie di sicurezza per l'Ucraina.
Quello che devi sapere
Assistenza collettiva
Le basi della proposta di Roma, inviata agli Stati Uniti e agli altri Paesi coinvolti nel recente vertice alla Casa Bianca, sono state anticipate anche da Il Messaggero. Secondo Bloomberg, che cita fonti a conoscenza della questione, il piano italiano riconosce che l'adesione dell'Ucraina alla Nato è fuori discussione, ma (come detto) offrirebbe un meccanismo di assistenza collettiva come migliore alternativa
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Cosa dovrebbe prevedere
Sebbene questa opzione sia lontana dall'impegno di difesa collettiva dell'alleanza militare previsto dall'articolo 5 della Carta della Nato, impegnerebbe le nazioni che hanno firmato accordi bilaterali con l'Ucraina a concordare rapidamente una risposta in caso di attacco, hanno affermato le fonti. Le opzioni includerebbero quindi la fornitura a Kiev di un supporto difensivo rapido e duraturo, assistenza economica, il rafforzamento dell'esercito ucraino e l'imposizione di sanzioni alla Russia, hanno affermato le fonti
Discussioni in divenire
Secondo Bloomberg non è chiaro se il piano comporterà l'invio di truppe da parte di singoli paesi europei in Ucraina. Un'opzione per il meccanismo proposto dal governo italiano prenderebbe come modello l'accordo bilaterale tra Roma e Kiev, firmato nel 2024 e contenente accordi di sicurezza reciproca, hanno affermato le fonti, che hanno avvertito in ogni caso come le discussioni siano in divenire e soggette a modifiche
Le tempistiche di risposta
La difesa scatterebbe in 24 ore, prosegue Bloomberg, secondo quanto inserito in una bozza consegnata da Roma agli altri Paesi, che però – aggiunge Repubblica – propongono una tempistica diversa: qualcuno preme per ottenere una prima reazione entro 12 ore, qualcuno 48 o 72 ore
Chi farebbe parte delle forze di reazione
Tra le forze di reazione troverebbero spazio tutti i Paesi delle Nato, oppure solo una parte. In alternativa, alcuni membri e altri Stati – come Giappone e Australia – che al momento non sono inseriti nella Nato ma stanno mostrando interesse a entrare. Tuttavia, precisa sempre Repubblica, per avere risposte immediate sarà necessario fare riferimento alle strutture della Nato
Risposta militare ed economica
Nel caso in cui l’accordo venisse siglato e accettato da Mosca, dovrebbe scattare una sorta di consultazione tra i membri che aderiscono allo scudo: insieme potrebbero individuare una reazione proporzionale all’atto offensivo subito dall’Ucraina, non solo militare ma anche economica
Crosetto: “Una possibile soluzione”
"È una delle possibili soluzioni e non è incompatibile con quella dei Volenterosi. Si possono realizzare entrambe”, ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista a Repubblica. Per Francia e Regno Unito però l'articolo 5 non basta. Puntano a inviare truppe di volenterosi sul terreno. "Continuo a dire da mesi: vediamo le condizioni della tregua. Una di queste, se i russi accetteranno l'articolo 5, potrebbe essere quella di non avere truppe di altri paesi, per di più europei, in Ucraina", evidenza il ministro. L'Italia sembra non sia disposta a partecipare, in ogni caso
Trump fa un passo indietro dai negoziati
Donald Trump nel frattempo ha deciso di fare un passo indietro nella mediazione Russia e Ucraina e vuole che Mosca e Kiev organizzino un incontro tra i loro leader senza un suo intervento, per ora. Lo hanno riferito funzionari della Casa Bianca al Guardian. In un'intervista con il conduttore del talk Mark Levin martedì, il presidente ha anche affermato di ritenere che sarebbe stato meglio per Putin e Zelensky incontrarsi senza di lui, in un primo momento. Un alto funzionario Usa ha definito la nuova posizione del tycoon una sorta di "atteggiamento attendista", testimoniato anche dal fatto che Trump ha affidato il dossier a Rubio
Lavrov: "Complotto dei Paesi europei"
Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha denunciato oggi un "complotto" dei Paesi europei per cercare di ostacolare il processo di pace in Ucraina così come delineato da Vladimir Putin e Donald Trump nei loro contatti, e ha auspicato che "questa avventura fallisca"
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