Dazi Trump, ecco quanti miliardi incasseranno gli Stati Uniti in un anno

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Introduzione

Mancano pochi giorni al 7 agosto, quando entreranno in vigore i nuovi dazi annunciati da Donald Trump, eppure ci sono già numeri significativi sugli effetti di quelli introdotti dagli Stati Uniti ad aprile. La Casa Bianca, infatti, ha incassato finora 152 miliardi di dollari: si tratta di circa il doppio dei 78 miliardi di dollari entrati nelle casse federali nello stesso periodo dell'anno fiscale precedente. Solo a luglio le tariffe hanno fruttato quasi 30 miliardi di dollari, come spiegato anche nell’approfondimento di Numeri, Domande e Risposte dedicato alla guerra dei dazi.

Quello che devi sapere

Quanto incasseranno gli Stati Uniti

I nuovi dazi che entreranno in vigore il 7 agosto porteranno le tariffe ai livelli più alti degli ultimi 100 anni, e si calcola che la cifra annuale che entrerà nelle casse degli Stati Uniti sarà di circa 360 miliardi l'anno. Un flusso di entrate così consistente che, anche nei prossimi anni e per i futuri leader americani, potrebbe rivelarsi difficile da abbandonare.

 

Per approfondire: Dazi Usa, chi li paga davvero? Qual è l'obiettivo di Trump? Domande e risposte

Il futuro dei dazi degli Stati Uniti

Secondo quanto dichiarato al New York Times da Joao Gomes, economista della Wharton School dell'Università della Pennsylvania, “penso che questo crei dipendenza, che sia molto difficile abbandonare una fonte di entrate quando il debito e il deficit sono quelli che sono”. Restano però aperte un paio di domande cruciali: chi pagherà il maggior costo delle merci importate? E quanto inciderà sull'inflazione e la crescita dell'economia americana? 

 

Per approfondire: Dazi Trump, tariffe degli Stati Uniti in vigore dal 7 agosto. Ue resta al 15%

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Esperti prevedono crescita prezzi

Secondo la maggior parte degli esperti l’imposizione dei dazi e le tensioni commerciali internazionali che ne sono derivate porteranno a partire dall'autunno un inevitabile caro prezzi, con aumenti in vari settori. Tra quelli più colpiti ci saranno l’agroalimentare (dal vino al caffè), l’arredamento, i giocattoli, gli elettrodomestici, i computer, le auto, le scarpe e l’abbigliamento (importati per il 95%). 

Quanto pagheranno gli americani

Per adesso sono entrati in gioco diversi fattori che hanno attutito l'impatto dei dazi: il loro rinvio, le scorte accumulate dalle aziende, le forniture ordinate con anticipo, la decisione delle società di assorbire i maggiori costi. Ma ora questa tregua sta per finire e i listini autunnali sono destinati a cambiare radicalmente. Stando al Budget Lab di Yale, gli statunitensi vedranno un'imposta media del 18,3% sui prodotti importati, l'aliquota più alta dal 1934. 

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Una perdita di reddito da 2.400 dollari

Il centro di ricerca politica indipendente ha stimato che i prezzi aumenteranno dell'1,8% nel breve termine a causa della guerra commerciale scatenata dal presidente Trump, e questo equivale a una perdita di reddito pari a 2.400 dollari per famiglia. E le aziende stanno iniziando a scaricare sui consumatori la maggior parte dei costi legati ai dazi. 

Le aziende che hanno aumentato i prezzi

Intanto negli ultimi giorni marchi come Adidas, Procter & Gamble, Stanley Black & Decker, e anche altre grandi aziende, hanno comunicato agli investitori di aver aumentato i prezzi o di aver pianificato di farlo a breve per compensare l'onere delle tariffe. Tra queste EssilorLuxottica, il più grande produttore mondiale di occhiali, tra cui i Ray-Ban. Aziende come Walmart e i produttori di giocattoli Hasbro e Mattel avevano già avvertito che i dazi avrebbero portato a un aumento dei prezzi.  

 

Per approfondire: Dazi, fino a 15 miliardi di costi annui per l’Italia. Cgia: "Quanto il ponte di Messina"

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Cosa succede all’economia degli Usa

Secondo Alberto Cavallo, economista di Harvard, “la trasmissione dei maggiori costi al dettaglio tende ad essere molto graduale, ecco perché molte persone hanno la sensazione che non stia succedendo nulla. Ovviamente, i costi si accumulano e alla fine saranno gli americani a pagare la maggior parte del costo di questi dazi". Il presidente della Fed Jerome Powell ha mantenuto fermi i tassi anche nell'ultima riunione per l'incertezza del quadro economico, con gli effetti dei dazi che "hanno iniziato a riflettersi più chiaramente sui prezzi di alcuni beni, ma i loro effetti complessivi sull'attività economica e sull'inflazione restano da vedere" in futuro. Le tariffe restano quindi un azzardo e potrebbero diventare un boomerang, anche elettorale, se i prezzi saliranno e l'economia rallenterà.


Per approfondire: Dazi Usa, Giorgetti: “Si tratta ancora per definire esenzioni”

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