Caso Cantat, la procura francese riapre le indagini su suicidio ex moglie dopo serie tv
MondoL’inchiesta riguarda le presunte violenze perpetrate dal cantante francese Bertrand Cantat nei confronti della ex moglie Krisztina Rady, trovata impiccata in casa nel 2010. La riapertura del caso è stata possibile grazie alla docu-serie di Netflix che contiene dichiarazioni e testimonianze non presenti nei procedimenti giudiziari poi archiviati
A distanza di 15 anni si riapre in Francia il caso Bertrand Cantat. A decidere la riapertura dell’inchiesta è la procura di Bordeaux che ritiene il cantante francese (già condannato per la morte di Marie Trintignant) coinvolto in “possibili atti di violenza intenzionale” avvenuti nei confronti della ex moglie Krisztina Rady, trovata impiccata in casa il 10 gennaio 2010. Sul decesso della donna sono stati aperti in passato diversi procedimenti, tutti poi archiviati per mancanza di prove. Dopo un decennio e mezzo potrebbe però arrivare la svolta nel caso: la procura ha deciso di tornare a investigare su quanto accaduto alla signora Rady in seguito alla visione di una docu-serie su Netflix intitolata “Il caso Cantat” che, stando agli investigatori, contiene “diverse dichiarazioni e testimonianze non incluse” negli atti dei procedimenti giudiziari aperti dopo il 2010.
I precedenti di Cantat
Prima delle accuse legate alla morte della ex moglie Krisztina Rady, Cantat, ex leader del gruppo francese Noir Desir, già nel 2003 era stato coinvolto in un caso di violenza nei confronti di Marie Trintignant, figlia dell’attore Jean-Louis Trintignant. In quell’episodio, l’uomo aveva aggredito brutalmente la donna durante una lite in una camera d’albergo a Vilnius infliggendole ferite gravi che l’avevano condotta rapidamente in coma e poi alla morte nelle settimane successive. Cantat in quel caso era stato condannato a otto anni di prigione.
Il rapporto con Krisztina Rady
Proprio nel 2003, anno dell’aggressione a Trintignant e della successiva condanna, Cantat si era separato dalla moglie Krisztina Rady, da cui aveva avuto due figli, Milo e Alice. Nonostante la separazione la donna sostenne Cantat durante il processo e la coppia tornò insieme dopo la scarcerazione del cantante. Fino al 10 gennaio 2010, quando Krisztina Rady si tolse la vita, impiccandosi, nella loro casa a Bordeaux, mentre Cantat dormiva. L'autopsia confermò il suicidio senza evidenze di violenza fisica da parte di Cantat. Ma dopo aver visionato la docu-serie i magistrati di bordeaux hanno deciso di riaprire il caso.
I procedimenti dopo la morte di Rady
Oltre al procedimento aperto in seguito al decesso della donna avvenuto nella casa coniugale di Bordeaux, "altri tre procedimenti successivi" sono stati aperti nel 2013, 2014 e 2018. Lo ha ricordato il magistrato di Bordeaux che ha deciso la riapertura del caso. Gli ultimi due sono stati aperti in seguito alle denunce della presidente dell'associazione Femme et Libre, Yael Mellul, ex avvocato dell'ultimo compagno di Krisztina Rady. Mellul infatti ha sempre descritto la morte di Rady come “un caso di suicidio forzato”. Ora, ha spiegato la legale, la testimonianza anonima di un’infermiera nella docu-serie di Netflix potrebbe rappresentare un "nuovo elemento" che "conferma il fatto che Krisztina Rady sia stata vittima di violenza domestica". Dal canto suo, l'avvocato di Bertrand Cantat, Antonin Lévy, contattato dall'AFP, ha dichiarato di non essere a conoscenza della riapertura dell'indagine su questo caso.