L'accordo tra le parti è stato firmato e mette la parola fine a un caso durato quasi un decennio. La vicenda riguarda il datagate esploso nel 2018, cui ha fatto seguito una class action da 8 miliardi di dollari contro i vertici di Meta, per non aver rivelato i rischi legati alle informazioni usate da una delle società che ha sostenuto la vittoria di Donald Trump nella sua campagna elettorale del 2016. I termini dell'intesa non sono stati resi noti
Mark Zuckerberg decide di patteggiare per evitare il processo relativo allo scandalo di Cambridge Analytica. L'accordo è stato firmato e dopo dieci anni la causa è finalmente chiusa, anche se i termini dell'intesa non sono stati resi noti. La class action da 8 miliardi di dollari intentata contro Zuckerberg ed altri manager della società puntava il dito contro i vertici di Meta per non aver svelato i rischi legati alle informazioni usate da Cambridge Analytica, una delle società che ha sostenuto la vittoria di Donald Trump nella sua campagna elettorale del 2016.
Cosa era successo: lo scandalo nel 2018
Nel 2018 Facebook aveva reso noto che 87 milioni di utenti (in Italia 214.134) erano stati coinvolti in una raccolta impropria da parte di Cambridge Analytica, uscita fuori dopo le inchieste di New York Times e Guardian sui dati acquisiti da società esterne e sul ruolo dei social media nelle interferenze alle elezioni americane. Il fondatore del popolare social network, Mark Zuckerberg, aveva ammesso allora la sua responsabilità.
Approfondimento
Facebook e privacy dopo Cambridge Analytica
Zuckerberg firma accordo, causa chiusa
Mark Zuckerberg e diverse figure del settore tecnologico americano, che occupano o occupavano posizioni all'interno di Facebook (ora Meta), hanno raggiunto un accordo per porre fine a una causa per negligenza legata al caso Cambridge Analytica. La transazione, riportata all'AFP da due fonti vicine al caso, è avvenuta all'indomani dell'apertura dei dibattiti davanti a un tribunale di Wilmington (Delaware). Sollecitata dall'AFP, Meta, che non era parte del procedimento, si è rifiutata di commentare. Questa risoluzione pone fine a un capitolo doloroso della storia di Facebook, che si è protratta per dieci anni dalle prime rivelazioni del quotidiano britannico 'The Guardian' fino ad oggi.
Azionisti contro Zuckerberg
Gli azionisti hanno rimproverato a Mark Zuckerberg, nonché alla sua ex numero due, Sheryl Sandberg, di aver dato prova, in tale occasione, di negligenza nella gestione del gruppo. Undici persone in totale, tra cui l'amministratore Marc Andreessen, figura del private equity nel settore tecnologico, nonché ex membri del consiglio di amministrazione, l'imprenditore e investitore Peter Thiel e l'ex capo di gabinetto di Joe Biden, Jeffrey Zients. Mark Zuckerberg è stato accusato anche di insider trading. Meta non e' stato citato in giudizio come persona giuridica.