Cambridge Analytica, coinvolti 214 mila utenti Facebook in Italia

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Zuckerberg ammette le proprie responsabilità: "Errore mio". Il social blocca la ricerca dei profili utilizzando numeri di telefono e indirizzi e-mail. Sono 87 milioni, in tutto il mondo, gli account coinvolti. L'azienda si metterà in contatto con loro dal 9 aprile

Facebook ha reso noto che sono stati 87 milioni gli utenti (in Italia 214.134) i cui dati sono stati raccolti e poi utilizzati in maniera impropria da Cambridge Analytica. Il fondatore del popolare social network, Mark Zuckerberg, ha ammesso di nuovo la sua responsabilità in un botta e risposta con giornalisti di tutto il mondo. "È un mio errore", ha detto. Dopo i primi provvedimenti sulla privacy dei propri utenti, Facebook ha poi annunciato un taglio importante ai dati accessibili agli sviluppatori di app e servizi digitali che utilizzano la piattaforma di sviluppo del social network. Tra le misure adottate anche quella che prevede che non si potranno più cercare profili altrui utilizzando email e numeri di telefono.

Quanti sono gli utenti coinvolti?

Facebook ha reso noto il 4 aprile che in totale gli utenti i cui dati sono stati raccolti e utilizzati da Cambridge Analytica sono 87 milioni. All’inizio dello scandalo si era parlato invece di una cifra attorno ai 50 milioni. Il social network avviserà gli utenti coinvolti da lunedì 9 aprile. Ad annunciarlo è stato Mike Schroepfer, Chief Technology Officer di Facebook. Secondo i numeri diffusi dalla piattaforma, in Italia sono 214.134 gli utenti italiani potenzialmente coinvolti nella vicenda. Nel nostro Paese gli utenti attivi del social network ammontano a 31 milioni.

Gli Stati di provenienza

Dopo gli Stati Uniti con 70.632.350 milioni di utenti (81,6% del totale), i Paesi maggiormente colpiti dal flusso improprio di informazioni sono le Filippine (1,4%), l’Indonesia (1,3%) e, con un milione di utenti, la Gran Bretagna (1,2%). Nel resto della lista delle dieci zone più interessate non compare l’Europa. Per quanto riguarda l’Italia, si è venuti a conoscenza di una mappa, poi rimossa, che nel 2014 mostrava l'interesse per il nostro paese di SCL Elections, compagnia affiliata a Cambridge Analytica. La mappa rivelava un campione di migliaia di cittadini suddivisi in quattro gruppi psicografici.

Garante chiederà spiegazioni a Fb su italiani coinvolti

Nell'ambito dell'istruttoria aperta nelle settimane scorse sul caso Cambridge Analytica, il Garante per la privacy italiano ha ricevuto le prime informazioni da Facebook, ma intende raccogliere ulteriori elementi per una piena valutazione del caso che ha visto coinvolti migliaia di cittadini italiani. Lo ha reso noto l'Autorità guidata da Antonello Soro, dopo che e' emerso il coinvolgimento di oltre 214 mila italiani nella vicenda. Il Garante ricevera' il 24/4 Stephen Deadman, Deputy Chief Global Privacy Officer di Fb.

Cosa ha detto Zuckerberg?

Zuckerberg ha partecipato a un botta e risposta in videoconferenza con giornalisti di tutto il mondo. La trascrizione è stata pubblicata nella Newsroom di Facebook. Il fondatore del social network ha ammesso di nuovo la sua responsabilità: "È un mio errore", ha detto, ma ha ribadito la sua volontà di restare saldamente al comando di Facebook. "Sono la persona giusta" per guidarlo, ha detto. "Quando stai costruendo qualcosa come Facebook che non ha precedenti nel mondo, ci sono cose che puoi sbagliare. L'importante è imparare dai nostri errori". Nello scambio con la stampa, Zuckerberg è poi tornato sui cambiamenti annunciati da Fb, che prevedono un sostanzioso taglio dei dati a disposizione degli sviluppatori di app e servizi. Il fondatore del social ha spiegato di aver voluto “interrompere” questo accesso "perché pensavamo che c’erano troppe app e troppe persone che avrebbero avuto accesso ai contenuti delle persone, e questo sarebbe stato un problema. Molte persone utilizzavano questi accessi finché oggi (4 aprile, ndr) non abbiamo deciso di interromperli".

Cosa c'entrano il numero di telefono e la mail?

Nel Q&A con la stampa, Zuckerberg è tornato sull’annuncio da parte di Facebook che non sarà più possibile cercare una persona sul social network a partire dalla sua email e dal suo numero di telefono e ha spiegato che anche questo potrebbe essere stato un metodo utilizzato per raccogliere dati sugli utenti. Zuckerberg ha precisato che l’accesso a mail e numero di telefono è regolato da un’opzione nelle impostazioni sulla privacy dei singoli utenti, che è attiva di default. Secondo il fondatore di Fb è così che sono stati raccolti i dati di molti utenti, ovvero di chi aveva lasciato libero accesso al proprio indirizzo mail e al proprio numero di telefono.

Chi ha preso posizione?

I toni della Commissione europea sulla vicenda sono stati sempre piuttosto duri. Il 4 aprile l’esecutivo europeo ha annunciato che "indagherà sul caso dei dati personali condivisi da Facebook, che consideriamo inaccettabile. I dati resi noti dal colosso americano confermano infatti che utenti europei sono stati coinvolti". La commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova "ha scritto una lettera a Facebook la scorsa settimana chiedendo ulteriori spiegazioni entro due settimane", precisando che "Facebook ha già detto di essere disponibile a chiarimenti". Zuckerberg è atteso l'11 aprile davanti alla commissione per il Commercio e l'energia della Camera degli Stati Uniti. Poi lo aspetta la stessa commissione del Senato.

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