Dalai Lama Tenzin Gyatso compie 90 anni: la storia del leader spirituale tibetano

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Introduzione

Tenzin Gyatso è la guida spirituale del Tibet, nonché il XIV Dalai Lama, ma preferisce definirsi un semplice monaco buddista. È nato il 6 luglio 1935, in un villaggio vicino a Taktser, nella provincia dell'Amdo, nel Tibet nord-orientale, da una famiglia di agricoltori: oggi compie 90 anni.  Il Dalai Lama è ritenuto la reincarnazione del bodhisattva della compassione, Avalokiteśvara.

 

In una dichiarazione rilasciata in occasione del compleanno - "Affermo che l'istituzione del Dalai Lama sarà perpetuata" - ha confermato che alla sua morte verrà nominato un successore per garantire la continuità del suo ruolo di guida spirituale della comunità tibetana. La nuova massima autorità del Buddismo tibetano "sarà di esclusiva competenza dei membri del Gaden Phodrang Trust, l'Ufficio di Sua Santità il Dalai Lama", l'unico "ad avere l'autorità di riconoscere la futura reincarnazione". Viene insomma escluso qualsiasi ruolo della Cina che, invece, rivendica il diritto di scelta: il successore del Dalai deve essere "approvato dal governo centrale" di Pechino, ha già fatto sapere a portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Dall'infanzia alle controversie politiche, ecco la storia del Dalai Lama

Quello che devi sapere

Da Lhamo Dondrub a Tenzin Gyatso - "oceano di saggezza"

Il vero nome è Lhamo Dondrub. Ha poi acquisito il nome di Tenzin Gyatso, che significa “oceano di saggezza”, durante la cerimonia d’incoronazione nel 1939 nel palazzo di Potala, a Lhasa, all’epoca residenza principale del Dalai Lama, oggi riconvertita a museo.

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Gli anni della scuola in Tibet

Tenzin Gyatso dall’età di sei anni ha iniziato a seguire l’istruzione monastica. Il piano di studi, come da tradizione del Nalanda, consisteva in 5 materie principali e 5 secondarie. Le prime erano: logica, arti figurative, grammatica sanscrita, medicina e filosofia buddhista, primo oggetto di studio, a sua volta suddivisa in cinque sottocategorie (Prajnaparamita, ovvero la Perfezione della Saggezza; Madhyamika, la filosofia della “Via di Mezzo”; il Vinaya, il canone della disciplina monastica; l'Abidharma, la metafisica; Pramana, la logica e l’epistemologia).

 

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Gli studi e l’esame finale

Le cinque materie secondarie studiate erano poesia, teatro, astrologia, composizione e sinonimi. A 23 anni, il Dalai Lama ha sostenuto l’esame finale presso il tempio di Jokhang, a Lhasa, durante il Grande festival annuale della preghiera (Monlam Chenmo) del 1959. Superato con lode, così ha conseguito il Geshe Lharampa, il titolo di studio più avanzato della filosofia buddhista.

 

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L’assunzione dei poteri politici

Dopo l’invasione cinese del Tibet, nel 1950 Tenzin Gyatso è stato chiamato ad assumere i pieni poteri politici. Nel 1954 è andato a Pechino per incontrare Mao Zedong e altri leader cinesi, tra cui Deng Xiaoping e Zhou Enlai, ma nel 1959, in seguito alla brutale repressione delle sommosse tibetane a Lhasa da parte delle truppe cinesi, Sua Santità è stato costretto all’esilio. Da allora ha sempre vissuto a Dharamsala, nel nord dell’India. 

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Il processo di democratizzazione

L’Amministrazione centrale tibetana si è appellata più volte alle Nazioni Unite affinché prendessero in considerazione la questione del Tibet. L’Assemblea Generale ha adottato tre risoluzioni: una nel 1959, una nel 1961 e una nel 1965. Nel 1963 il Dalai Lama ha presentato una bozza di costituzione del Tibet, seguita poi da una serie di riforme mirate a democratizzare il governo del Paese. Quel documento, chiamato “Carta dei tibetani in esilio”, garantisce libertà di parola, culto, assemblea e movimento.

Il Nobel per la Pace

Nel 1989 Tenzin Gyatso ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la sua resistenza non violenta nella lotta per la liberazione del Tibet dal dominio cinese. Il Dalai Lama è infatti considerato un simbolo a livello internazionale per la sua filosofia ispirata a soluzioni pacifiche, pratiche non violente, tolleranza “universale” anche nell’affrontare conflitti e controversie a livello internazionale, come questioni ambientali o lotte per i diritti umani.

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Le linee guida per la carta costituzionale

Nel maggio 1990, in seguito alle riforme promosse da Sua Santità, si è concluso il processo di  democratizzazione del Governo Tibetano in esilio. Nel 1992, il CTA ha pubblicato le linee guida per la carta costituzionale di un futuro Tibet libero in cui si afferma che, quando il Paese sarà tornato indipendente, sarà necessario costituire un governo ad interim che elegga un’assemblea costituente che delinei e adotti una costituzione democratica.

Il ritiro dalla politica

Il 14 marzo 2011, Sua Santità ha scritto al Parlamento tibetano in esilio chiedendo di venire sollevato dalle proprie autorità temporali dato che, secondo la Carta dei tibetani in esilio, tecnicamente era ancora il capo dello Stato. Ha inoltre annunciato la fine della consuetudine secondo la quale i Dalai Lama esercitano l’autorità non solo spirituale, ma anche politica, chiarendo che dal quel momento sarebbe tornato ad assumere lo status dei primi quattro Dalai Lama, occupandosi esclusivamente delle questioni spirituali.

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I viaggi del Dalai Lama

Sua Santità ha viaggiato in oltre 67 Paesi dei 6 continenti. Ha ricevuto oltre 150 onorificenze, lauree honoris causa, riconoscimenti e altri prestigiosi attestati per il suo messaggio di pace, nonviolenza, dialogo interreligioso, responsabilità universale e compassione. È anche autore o coautore di oltre 110 libri. Ha dialogato con i leader di diverse religioni e ha preso parte a numerosi eventi per la promozione dell’armonia e della comprensione reciproca fra le religioni.

Cosa fa oggi il Dalai Lama

Il Dalai Lama continua a promuovere l'idea di un Tibet democratico. È tuttora impegnato nell'insegnamento del Buddismo tibetano, viaggiando per l'India e il mondo tenendo insegnamenti e dando iniziazioni. Continua peraltro a denunciare la situazione in Tibet, così come non manca di criticare il sistema dittatoriale in Cina, che non concede libertà allo stesso popolo cinese.

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Il viaggio in Italia nel 2007

Nella prima metà del dicembre 2007, Tenzin Gyatso venne in Italia ma non fu ricevuto da papa Benedetto XVI e neanche dall’allora premier Romano Prodi, per paura di aprire un incidente diplomatico con la Cina. Il Dalai Lama incontrò comunque il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti e altri esponenti del clero cattolico e di altre religioni.

Le cittadinanze onorarie in Italia

Tenzin Gyatso ha ricevuto la cittadinanza onoraria da diverse città italiane come Livorno nel 1994, Palermo nel 1996, Torino nel 2007, Roma nel 2009, Matera nel 2012 e Messina nel 2017.

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Il futuro del Dalai Lama

Tenzin Gyatso ha dichiarato che, intorno ai novant’anni, avrebbe consultato i più importanti Lama della tradizione buddhista tibetana, il suo popolo e altre personalità legate al buddhismo tibetano per verificare la necessità e l'opportunità di mantenere in vita l'istituzione del Dalai Lama dopo la sua morte. Nella sua dichiarazione ha anche valutato i diversi modi in cui potrebbe essere effettuato il riconoscimento del suo successore.

 

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Come sarà riconosciuto il XV Dalai Lama: la diatriba con Pechino

La decisione di riconoscere un XV Dalai Lama spetterà in primis a specifici funzionari del Gaden Phodrang Trust del Dalai Lama, che dovranno consultare i capi della tradizione buddhista tibetana e i Protettori del Dharma, vincolati da giuramento e indissolubilmente legati al lignaggio dei Dalai Lama. Inoltre ha affermato che, a meno che la sua reincarnazione sia riconosciuta con tali metodi legittimi, non si devono riconoscere né accettare candidati scelti per fini politici, inclusi funzionari della Repubblica Popolare Cinese. 

 

Come detto, però, la Cina non è d'accordo. "La reincarnazione del Dalai Lama, del Panchen Lama e di altre grandi figure del Buddismo devono essere scelte per estrazione a sorte da un'urna d'oro e poi approvate dal governo centrale", fa sapere Pechino.

 

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