Le parole del direttore generale Grossi durante un’intervista della Cnn: “Non ci sono prove ma possono esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori”
La smentita è arrivata durante un’intervista della Cnn al direttore generale dell’Agenzia Atomica Internazionale Rafael Grossi (Aiea), lo scorso martedì 17 giugno. “Potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro. Quello che abbiamo riportato è che non abbiamo prove di un programma sistematico per una bomba”, ha dichiarato il direttore a Christiane Amanpour della Cnn. La mancanza di prove che testimonino l’esistenza di un programma sistematico iraniano per una bomba va a demolire le motivazioni dichiarate da Israele per giustificare l’attacco all’Iran dello scorso giovedì 13 giugno, quando lo stato sionista, con l’operazione “Rising Lion”, ha colpito le infrastrutture nucleari iraniane e decapitato i suoi vertici militari. Le parole di Grossi rappresentano un’ulteriore smentita anche alle recenti dichiarazioni del Presidente americano, Donald Trump, che durante un'intervista tenuta nella mattina di martedì, aveva confermato la vicinanza dell’Iran all’atomica.
La smentita di Grossi
Alla richiesta di Amanpour di spiegare perché Israele continui a parlare di un attacco necessario all'Iran per “rimuovere le minacce alla sopravvivenza di Israele”, nonostante la smentita delle intelligence, Grossi prima antepone che “potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro”. Poi aggiunge: “Ci sono cose che sappiamo e cose che non sappiamo. Quello che sappiamo, lo sappiamo grazie alle ispezioni. E abbiamo riferito al Consiglio dei governatori che l’Iran ha materiale sufficiente, ipoteticamente, se decidesse di sviluppare una bomba: hanno più di 400 kg di uranio arricchito al 60%, a un passo dal 90 necessario. Quindi c’è la materia prima, ed è per questo che c’è tanta preoccupazione. Ma per l’arma servono gli altri passaggi. Non è questione di giorni, ma di anni, forse non pochi, davvero non lo so. Certamente non per domani”.
Le parole di Trump
Incalzato dai giornalisti, il presidente Donald Trump, in un’intervista rilasciata nella mattina di martedì 17 giugno ha detto di ritenere l’Iran “molto vicino” all’atomica, smentendo le affermazioni dell’intelligence statunitense: “Non mi interessa cosa ha detto. Penso fossero molto vicini ad averla”. Proprio nella stessa giornata, infatti, la Cnn aveva diffuso un articolo in cui riportava che, secondo le valutazioni degli 007 americani sul programma nucleare iraniano, lo Stato islamico non solo non stava perseguendo l’obiettivo di un’arma atomica, ma avrebbe avuto bisogno di almeno tre anni per arrivarci.
Le dichiarazioni della Repubblica Islamica
Durante l’intervista il direttore generale all'Aiea però aggiunge che “non ha aiutato che alcuni alti funzionari iraniani dicessero: “Abbiamo tutti i pezzi del puzzle per l’arma”. Tutto questo rende la situazione molto seria, ma devo restare obiettivo: sono un revisore internazionale. Quello che abbiamo dimostrato è che il materiale c’è, ci sono stati tentativi in passato per la produzione di una bomba, ma non abbiamo attualmente prove di un programma attivo”. L’Iran ha mosso a Grossi l’accusa di aver avuto un ruolo distruttivo nella vicenda: “La sua procrastinazione ha preparato il terreno per gli obiettivi illegali di Israele. Ma gli iraniani non cederanno alla pressione e all’oppressione”, ha detto il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Mohammad Eslami.
I danni alle centrali nucleari iraniane
In conclusione, Grossi ha confermato, sulla base delle informazioni ricevute a singhiozzo dai referenti iraniani, che gli attacchi israeliani hanno effettivamente causato danni alle centrali nucleari, comportando un “rallentamento significativo, non totale, dell’arricchimento dell’uranio”.
