Jenin, Onu condanna spari Idf durante missione diplomatica: “Israele indaghi”
MondoL'esercito israeliano ha sparato in aria in segno di avvertimento durante la visita di una delegazione diplomatica nei pressi del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania: "Erano in un'area in cui non erano autorizzati a trovarsi". Il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres: "Prendere tutte le misure necessarie per evitare che un incidente del genere si ripeta"
L’Onu condanna quanto accaduto ieri, 21 maggio, nel corso della visita di una delegazione diplomatica vicino al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove i soldati dell’Idf hanno sparato in aria come segnale di avvertimento. "Esortiamo le autorità israeliane a condurre un'indagine approfondita, a riferirci i loro risultati e a prendere tutte le misure necessarie per evitare che un incidente del genere si ripeta", chiede il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Il direttore delle operazioni dell’Unrwa in Cisgiordania, Roland Friedrich parla invece di un "un duro promemoria dell'uso della forza eccessiva regolarmente utilizzata dalle forze di sicurezza israeliane, spesso con conseguenze mortali". Friedrich ricorda che "sebbene la Cisgiordania non sia una zona di guerra, 137 palestinesi sono stati uccisi da gennaio, in episodi violenti legati all'occupazione" (GUERRA IN MEDIO ORIENTE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
Cosa è successo a Jenin
Tra i 25 ambasciatori e funzionari a Jenin c'era anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino, rimasto illeso. Nei video pubblicati dal ministero degli Esteri palestinese si vedono soldati su una strada bloccata da un grande cancello giallo che puntano i fucili e si sentono degli spari, mentre decine di persone fuggono verso le auto parcheggiate poco più in là per mettersi al riparo.
La reazione della comunità internazionale
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito “inaccettabili” le minacce ai diplomatici e, d'accordo con la premier Giorgia Meloni, ha convocato l'ambasciatore israeliano, anche per chiedere di “fermare le operazioni militari” sulla Striscia di Gaza. Lo stesso hanno fatto molte capitali, da Madrid a Parigi e Lisbona. Anche Bruxelles ha chiesto “un'indagine immediata”.
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Idf: “Diplomatici erano in area in cui non dovevano trovarsi”
L’Idf si è scusato per quanto successo, puntando però il dito contro la delegazione, che si sarebbe "allontanata dal percorso previsto ed è arrivata in un'area in cui non era autorizzata a trovarsi". Per questo, spiega, "una forza operativa sul posto ha effettuato colpi di avvertimento". Il viceconsole Tutino precisa però che "nessuna persona della delegazione è mai stata all'interno del campo, tutte le delegazioni erano e sono rimaste al di fuori, in prossimità del campo ma mai dentro. Anche durante la visita, prima degli spari".
Borrell: "Spari a Jenin? Non di certo la cosa più grave"
Per l’ex alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, attuale presidente del Barcelona Centre for International Affairs (Cidob), l’incidente di Jenin non è di certo "la cosa più grave che accade" nell'offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza. Borrell, in un'intervista alla spagnola radio Cadena Ser, denuncia poi la debolezza dell'Ue nell'imporre sanzioni – "Se l’Europa volesse, avrebbe molta capacità di influire su Israele, la metà delle bombe sganciate su Gaza sono bombe fabbricate in Europa" – e definisce il governo di Benjamin Netanyahu come un esecutivo "con intenzioni genocide".