Papa in Turchia per i 1700 anni del concilio di Nicea? Cos'è stato e perché è importante
MondoIl concilio di Nicea, convocato da Costantino nel 325, risolse la controversia ariana sulla natura di Cristo e sancì la sua piena divinità. Fu anche il primo momento in cui i cristiani si riconobbero come una comunità universale e interagirono con il potere. Decise inoltre il “Credo” e norme come il celibato per il clero
Papa Francesco aveva in programma un viaggio in Turchia per celebrare i 1700 anni dal concilio di Nicea, previsto per il 24 maggio. Ora, però, potrebbe essere il nuovo pontefice, Leone XIV (LO SPECIALE DI SKY TG24), a fare suo questo impegno. A suggerirlo è stato lo stesso Prevost, che ha dichiarato: “Lo stiamo preparando”. Il concilio di Nicea, convocato nel 325 dall'imperatore romano Costantino, è stato un evento cruciale per la storia cristiana, con un impatto significativo sul piano teologico, politico e liturgico. Tra le principali decisioni prese, una delle più rilevanti fu quella riguardante la natura di Cristo: il concilio stabilì che Cristo fosse della stessa natura di Dio Padre, ovvero eterno. Tra i suoi lasciti più importanti c'è anche il "Credo", una professione di fede che i cristiani recitano ancora oggi durante la messa. Ecco nel dettaglio cosa rese questo concilio così rilevante.
Fu uno degli eventi fondativi della Chiesa
Il Concilio si svolse a Nicea, l'attuale Iznik in Turchia, ed è considerato il primo concilio ecumenico della storia cristiana. Fu convocato da Costantino in un periodo che seguiva la fine delle persecuzioni contro i cristiani da parte dell'Impero Romano. Ebbe inizio il 20 maggio e vide la partecipazione di circa 300 vescovi provenienti principalmente dall’Impero d’Oriente, annoverandosi tra i momenti fondativi della storia della Chiesa.
Svolta teologica: la natura di Cristo
Dal punto di vista teologico, il concilio fu convocato per risolvere “la cosiddetta questione ariana che metteva in dubbio la piena divinità del Figlio rispetto al Padre fino a considerarlo la prima delle creature, e dunque discuteva l’idea stessa di Dio e di salvezza”, ha spiegato Chiara Curzel, docente di patristica all'università di Trento. I vescovi presenti furono chiamati a stabilire se Cristo fosse della stessa natura di Dio Padre e quindi eterno, come sostenuto da alcuni, o se, come affermato da correnti come l'arianesimo, fosse stato “creato” e quindi avesse avuto un inizio nel tempo. A Nicea, prevalse la tesi che affermava la piena divinità di Cristo, riconoscendolo come eterno e consustanziale al Padre. Come ha sottolineato padre Ruggero Cantalamessa nell'Osservatore Romano, “convocato per definire lo statuto ontologico di Cristo e il suo posto nella fede della Chiesa, il concilio di Nicea finì per conseguire un risultato, se possibile, ancora più importante e decisivo: quello di definire l’idea stessa del Dio cristiano”.
Il concilio e il potere politico: un incontro storico
Un altro aspetto innovativo fu l'incontro tra la Chiesa e il potere politico. Per la prima volta i cristiani si confrontarono direttamente con l'autorità rappresentata in quella sede dall'imperatore. Una questione che avrebbe vissuto momenti estremamente conflittuali nei secoli successivi e che resta attuale tutt’oggi.
Altri temi trattati: dalla data della Pasqua alle norme ecclesiastiche
Tra le altre questioni trattate 1700 anni fa, vi fu anche la definizione del metodo con cui ancora oggi si calcola la data della Pasqua: la prima domenica dopo il plenilunio che segue l'equinozio di primavera. In quella stessa occasione furono stabilite anche altre importanti norme, come il celibato per gli ecclesiastici e il riconoscimento di un'autorità speciale per le sedi episcopali di Roma, Alessandria e Antiochia.