Guerra Ucraina-Russia, cosa si sa del possibile incontro tra Putin e Zelensky in Turchia
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Se succedesse davvero, soprattutto con così poco preavviso, sarebbe un incontro storico. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accettato la sfida che gli aveva lanciato Vladimir Putin: aspetterà il capo del Cremlino in Turchia, giovedì 15 maggio, ha scritto su X, in risposta alla proposta a sorpresa per trattative dirette a Istanbul tra Mosca e Kiev che lo stesso Putin aveva avanzato in un incontro notturno con i giornalisti alle 2 del mattino di domenica 11 maggio.
“Spero che questa volta i russi non cerchino scuse”, dice Zelensky, accogliendo anche l’invito di Donald Trump, che ha chiesto a Kiev di cercare di capire in prima persona quale carte vuole giocarsi la Russia per andare verso la fine di una guerra che dura ormai dal 24 febbraio 2022.
Quello che devi sapere
Russia-Ucraina, negoziati con o senza un cessate il fuoco?
- La differenza principale tra le posizioni di Ucraina e Russia riguarda però la possibilità di intavolare negoziati senza che si arrivi prima a quel cessate il fuoco "senza condizioni" di 30 giorni deciso da Kiev e Washington nei negoziati a Gedda e chiesto negli ultimi giorni dagli ucraini e dai leader dei "volenterosi" - Francia, Germania, Regno Unito e Polonia - durante un incontro in Ucraina.
- Mosca respinge ogni "ultimatum" su un cessate il fuoco in Ucraina. Per la Russia la tregua sarebbe possibile solamente se durante i 30 giorni i Paesi occidentali sospendessero anche le forniture di armi all'Ucraina, per impedire che approfitti della pausa per riarmarsi. Per Putin, a differenza di Zelensky, non è però necessario il cessate il fuoco per avviare "negoziati seri" anche "senza condizioni" per puntare a "eliminare le cause alla radice del conflitto e aprire la strada ad una pace solida di lungo termine".
- La proposta di passare direttamente a negoziati diretti ha "il sostegno dei leader di molti Paesi" compresi quelli del Brics, per negoziati diretti russo-ucraini ha "il sostegno dei leader di molti Paesi" compresi quelli del Brics, di cui fa parte la Cina, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Per approfondire: Giorno della Vittoria, Putin a Mosca: "Tutta la Russia sostiene l'offensiva in Ucraina"

Trump spinge Zelensky a trattare con Putin
- Non sarà facile: anche Donald Trump, sul suo social Truth, si è detto convinto che "Putin non vuole avere un cessate il fuoco". L'Ucraina, ha però aggiunto, dovrebbe quindi "immediatamente" iniziare a trattare direttamente con Putin. Solo così si potrà vedere "se un accordo è possibile". Nel caso non lo fosse "i leader europei e gli Stati Uniti sapranno come stanno le cose e potranno procedere". Dentro queste parole c’è un riferimento alla minaccia di nuove sanzioni lanciata dal recente incontro a Kiev - durante la quale c'è stata una telefonata con lo stesso Trump - se Mosca non accetterà la sospensione dei combattimenti per 30 giorni
Della tregua per ora non c'è traccia
- Per ora, della tregua che sarebbe dovuta iniziare già oggi, 12 maggio, non c’è traccia. Nonostante l’ultimatum per il cessate il fuoco, riferisce la testata Ukrinform citando un messaggio dell’Aeronautica militare ucraina su Telegram, dalle ore 23:00 di domenica 11 maggio alla mattina di oggi “i russi hanno attaccato l'Ucraina con 108 droni Shahed e droni simulatori di vario tipo dalle seguenti direzioni: Bryansk, Orel, Shatalovo, Millerovo, Primorsko-Akhtarsk e Chauda"
Il ruolo della Turchia
- La proposta di negoziati diretti messa sul tavolo dal leader del Cremlino arriva dopo frenetici contatti diplomatici di Mosca con Ankara. Lo ha annunciato lo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che afferma di aver ricevuto la richiesta da Putin al telefono: "I colloqui di pace tra Russia e Ucraina proseguiranno a Istanbul" dal 15 maggio, "partendo da dove si erano interrotti", cioè nel marzo del 2022. "Colloqui diretti" che non ci sono più stati da allora e che, nelle speranze di Erdogan, portino davvero "a una svolta", "a una soluzione permanente" al conflitto. Una "opportunità che deve essere colta"
Cosa era successo nel 2022
- Ormai più di tre anni fa, i colloqui diretti russo-ucraini che si erano tenuti ad Antalya, forse prematuri dopo appena un mese di guerra, naufragarono. Sempre nel 2022, a luglio, a Istanbul fu però imbastito l’importante accordo sul grano del Mar Nero (poi fatto saltare da Mosca l’anno seguente), che almeno temporaneamente permise di riprendere il traffico di navi mercantili cariche di grano e sementi dai porti ucraini attraverso il Bosforo e i Dardanelli, sotto la supervisione turca. Poi, dopo alcuni scambi di prigionieri mediati dalla Turchia, i canali diplomatici si chiusero
La posizione di Erdogan
- Il Sultano cerca quindi di riacquistare una posizione da protagonista sullo scenario internazionale, nelle vesti di mediatore. Di fatto ha anche le carte in regola per provarci: la Turchia è membro della Nato e da decenni aspira ad avvicinarsi all'Unione europea. Ha rifornito in abbondanza l'Ucraina di armi e di droni da combattimento nelle prime fasi della guerra. Ma Erdogan al netto di dossier divisivi come Libia e Siria - ha anche buoni rapporti personali con Mosca: Putin lo ritiene un amico e lui si è guardato bene dall'aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia, continuando a trasportare il gas e il petrolio russi attraverso il suo territorio

Cosa è cambiato
- Se la scorsa estate il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva bollato come "impossibile" una mediazione turca con Kiev, oggi le cose sono cambiate per l’ingresso sulla scena di un nuovo attore, dal peso non indifferente: Donald Trump.
- Il presidente Usa continua a spingere per la fine della guerra e negli ultimi tempi – a partire dall’incontro con Zelensky ai funerali di Papa Francesco – ha ribadito più volte che la palla adesso è nelle mani di Putin. E che se non ci sarà un’apertura da parte sua verranno presi provvedimenti
Anche la Cina spinge per la pace
- I riflettori globali sono adesso puntati su Mosca. Anche la Cina, tra le poche potenze ancora vicine a Putin, prova a fare la sua parte, sollecitando un "accordo di pace vincolante" per chiudere la guerra in Ucraina. "Sosteniamo tutti gli sforzi che favoriscono la pace e speriamo che le parti rilevanti decideranno di continuare a risolvere il problema attraverso il dialogo e la negoziazione", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, sollecitando nel briefing quotidiano del 12 maggio un soluzione vincolante "che sia accettabile per tutte le parti".
Per approfondire: Guerra in Ucraina, Kiev non si fida della tregua russa. Pronto piano di pace Usa: i punti
