Veglia di Pasqua, messa del cardinale Re: nell'omelia del Papa dolore "per donne uccise"
MondoIl cardinale Re ha presieduto la messa e letto l’omelia scritta da Bergoglio: “Tutta la nostra vita può essere presenza di speranza. Per quelli che si sono arresi o hanno la schiena curva sotto i pesi della vita, per i poveri e gli oppressi della Terra, per le donne umiliate e uccise, per i bambini mai nati e per quelli maltrattati, per le vittime della guerra”. Nel pomeriggio Francesco, a sorpresa, è andato nella basilica per pregare
Il cardinale Giovanni Battista Re, delegato dal Papa, ha presieduto in Vaticano la messa della Veglia di Pasqua. Durante il rito, il cardinale ha letto l'omelia scritta da Francesco. Nel testo, Bergoglio ha sottolineato il dolore per le "donne umiliate e uccise", per "gli oppressi della terra", le "vittime della guerra" e i tanti bambini "mai nati" o "maltrattati". Il Pontefice ha passato in rassegna le "ombre di morte" sul mondo e ha chiesto ai cristiani, in questa Pasqua, di essere una luce di speranza con le loro parole, i loro gesti ma anche "le scelte" che devono essere sempre ispirate al Vangelo. Il Papa non era presente alla Veglia, ma nel pomeriggio si è recato nella basilica di San Pietro per pregare.
La Veglia di Pasqua
Il rito della Veglia di Pasqua è iniziato nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale. Poi c’è stata la processione verso l'altare, con il cero pasquale acceso e il canto dell'Exultet. Subito dopo, la Liturgia della Parola e la Liturgia Battesimale: il cardinale Re ha amministrato i sacramenti dell'iniziazione cristiana a tre neofiti.

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L'omelia scritta dal Papa
Durante la messa, il cardinale Re ha letto l’omelia che è stata scritta da Francesco. "La Risurrezione è simile a piccoli germogli di luce che si fanno strada a poco a poco, senza fare rumore, talvolta ancora minacciati dalla notte e dall'incredulità", ha sottolineato il Papa nel testo. Bergoglio ha messo in evidenza anche la bellezza di "una fede umile, priva di ogni trionfalismo". "Questo 'stile' di Dio – ha scritto il Papa – ci libera da una religiosità astratta, illusa dal pensare che la risurrezione del Signore risolva tutto in maniera magica. Tutt'altro: non possiamo celebrare la Pasqua senza continuare a fare i conti con le notti che portiamo nel cuore e con le ombre di morte che spesso si addensano sul mondo. Cristo ha vinto il peccato e ha distrutto la morte ma, nella nostra storia terrena, la potenza della sua Risurrezione si sta ancora compiendo. E questo compimento, come un piccolo germoglio di luce, è affidato a noi, perché lo custodiamo e lo facciamo crescere".
“Diventare messaggeri di speranza”
La Pasqua porta con sé un messaggio di speranza anche in un momento in cui sembrano prevalere "le ombre del male", ha scritto ancora il Pontefice. "Quando sentiamo ancora il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella nostra carne e nella nostra società le ferite dell'egoismo o della violenza – ha spiegato Papa Francesco nel testo dell'omelia –, non perdiamoci d'animo, ritorniamo all'annuncio di questa notte: la luce lentamente risplende anche se siamo nelle tenebre; la speranza di una vita nuova e di un mondo finalmente liberato ci attende; un nuovo inizio è possibile, perché Cristo ha vinto la morte". Poi Bergoglio ha invitato a "diventare messaggeri di speranza, costruttori di speranza mentre tanti venti di morte soffiano ancora su di noi". Ha invitato a "parole", "piccoli gesti quotidiani", "scelte ispirate al Vangelo". "Tutta la nostra vita può essere presenza di speranza. Vogliamo esserlo", ha scritto il Papa nell'omelia letta dal cardinale Re, "per quelli che si sono arresi o hanno la schiena curva sotto i pesi della vita", "per tutti i poveri e gli oppressi della Terra; per le donne umiliate e uccise; per i bambini mai nati e per quelli maltrattati; per le vittime della guerra. A ciascuno e a tutti portiamo la speranza della Pasqua!".

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La sorpresa del Papa
Nel pomeriggio, a sorpresa, Papa Francesco si è recato nella basilica di San Pietro per pregare prima della Veglia pasquale. Il Pontefice è arrivato poco prima delle 18, accompagnato sulla sedia a rotelle dall'infermiere Massimiliano Strappetti, e si è fermato a pregare davanti alla tomba di Pietro. Ha anche salutato alcuni fedeli, mentre tutti i presenti hanno applaudito. Bergoglio è entrato e uscito dalla Porta della Preghiera, la più vicina a Casa Santa Marta, dove sta trascorrendo la convalescenza. La visita è durata circa un quarto d’ora. Alcuni fedeli lo hanno visto vicino all'ascensore, che si trova nell'area dove c’è la Pietà di Michelangelo, che porta alla Loggia o al Palazzo apostolico. Poi Bergoglio è ripassato in basilica, accolto da un grande affetto dei molti pellegrini presenti in quel momento, ed è tornato a Casa Santa Marta. La Loggia è il luogo dove tradizionalmente il Papa, a Pasqua e Natale, impartisce la benedizione Urbi et Orbi: si deciderà all’ultimo se Francesco la presiederà di persona, com'è suo desiderio.
