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Trump sospende i dazi per 90 giorni: cosa gli ha fatto cambiare idea?

Economia
©Getty
Dazi, Trump concede 90 giorni di stop, ma non alla Cina
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Dazi, Trump concede 90 giorni di stop, ma non alla Cina
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Introduzione

Colpo di scena sui dazi, dopo che il presidente americano ha dichiarato la tregua immediata per 90 giorni sulle tariffe reciproche, aumentando però al 125% quelle contro la Cina (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Ma cosa ha portato il tycoon a prendere questa decisione?

Quello che devi sapere

Il ruolo del mercato

  • Trump stesso ha ammesso di aver "osservato" il mercato del debito prima di cambiare la sua politica sui dazi. "Ho monitorato il mercato obbligazionario. È un mercato molto complicato", ha detto il presidente degli Stati Uniti ai giornalisti, aggiungendo di aver notato martedì sera che i suoi dazi aggiuntivi erano "un po’ spaventosi". "Dobbiamo essere flessibili", ha affermato, spiegando la sua decisione di sospendere gli aumenti tariffari per 90 giorni, portandoli al 10% per tutti i Paesi del mondo, ad eccezione della Cina, che sarà penalizzata fino al 125%.

Per aprofondire:
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Il crollo dei titoli di Stato

  • Ad ogni modo, potrebbe essere stato il crollo dei titoli di Stato, più che quello della Borsa, il campanello d'allarme che ha fatto cambiare idea a Trump spingendolo a sospendere i dazi reciproci per tre mesi. Il terremoto in Borsa degli ultimi giorni si era infatti allargato ai treasuries mandandoli in picchiata. Scott Bessent, il segretario al Tesoro Usa, aveva assicurato che era tutto regolare e che finalmente era l'ora di Main Street piuttosto che Wall Street.

I rischi sul mercato dei treasuries

  • Larry Summers, economista ed ex segretario del Tesoro, aveva invece parlato di una situazione "davvero insolita" con una fuga dei mercati dagli investimenti negli Usa in grado di innescare "spirali di ogni genere": unica via d'uscita, una "marcia indietro". Ed è proprio quello che è accaduto. Il dietrofront è anche la misura di quanto alti fossero i rischi sul mercato dei treasuries. Fino a pochi giorni fa l'instabilità aveva premiato il rifugio sicuro dei bond Usa, ma poi era diventata fuga da tutti gli asset. Incluso il dollaro, con l'euro a un soffio da 1,11 dollari. Un esodo ha poi colpito i t-bond come non si vedeva dal 2020, facendo schizzare in poche sedute il rendimento fino al 5%: per Citigroup è il segnale che il debito Usa, al momento non è più un asset difensivo dove rifugiarsi. Qualcuno ipotizza problemi di bilancio di fronte alla crisi, qualcun altro la corsa di fondi a reperire liquidità.

Pressioni sulla Casa Bianca

  • Secondo alcuni analisti, la decisione di Trump è una marcia indietro di fronte a pressioni divenute troppo elevate per la Casa Bianca. Se il tracollo dei mercati azionari era stato in qualche modo gestito, le recenti tensioni sui treasury hanno fatto salire la paura mettendo a rischio lo status di 'bene rifugio' per eccellenza dei titoli di debito americani e del dollaro e alimentando i timori di una recessione. Negli ultimi giorni un'ondata di vendite si è abbattuta sui treasury a causa dei timori sulle ricadute sui dazi. A pesare sui bond sono stati i dubbi sull'impatto di lungo termine dei dazi sull'inflazione e le perplessità sulla riuscita o meno del piano del presidente americano per ridurre il deficit.

Come hanno reagito i listini americani

  • Intanto, dopo la decisione di Trump il 9 aprile, i listini americani hanno volato e hanno guadagnato 5.500 miliardi di dollari vedendo allontanarsi lo scenario peggiore della guerra commerciale, ovvero una profonda recessione data quasi per scontata prima dell'annuncio del presidente americano. Uno stop di 90 giorni era stato chiesto a gran voce anche dal miliardario di hedge fund Bill Ackman, grande sostenitore del presidente costretto però nei giorni scorsi a fare 'mea culpa' sui social per non essere riuscito a prevede la debacle dei dazi.

Il ruolo della Cina

  • I riflettori ora sono stati puntati sulla Cina, il secondo paese straniero al mondo con più treasury in portafoglio dopo il Giappone. La paura che si è diffusa è che Pechino possa decidere di cederli sul mercato in ritorsione ai dazi di Trump, o perché non ha dollari a sufficienza per mantenerli. L'annuncio di Trump però ha oscurato qualsiasi timore sui treasury, per i quali - almeno con la Cina - la partita resta aperta. Fra gli investitori c'è anche chi nota come l'euforia iniziale potrebbe essere mal riposta perché si aprono altri 90 giorni di incertezza sull'esito delle trattative per gli accordi commerciali. 

Per approfondire:

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