Ucraina, dalle zone cuscinetto all'addestramento truppe: gli scenari per le forze di pace
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Le prospettive di un possibile cessate il fuoco in Ucraina restano incerte. Il Segretario di Stato americano Rubio e il ministro degli Esteri russo Lavrov hanno avuto ieri una conversazione telefonica e "hanno discusso i prossimi passi" nei colloqui per porre fine alla guerra (LE NEWS LIVE).
Come trapelato nei giorni scorsi, dopo i negoziati tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita, il cessate il fuoco temporaneo dovrebbe essere discusso "la prossima settimana", ovvero tra il 17 e il 23 marzo. Ma, se si arrivasse davvero a questo punto, quali sarebbero gli scenari per un'eventuale forza di pace internazionale?
Quello che devi sapere
I precedenti
- Va ricordato che già dopo gli accordi di Minsk del 2014 una missione dell’Osce ebbe il compito di assicurare la fine delle ostilità fra gli ucraini e i separatisti filorussi del Donbass: si trattava di una forza di mille persone, come ricorda il Corriere della Sera, che faceva capo a una organizzazione di cui fanno parte sia la Russia che l’Ucraina. L’iniziativa, comunque, non è servita a impedire l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022.
Per approfondire:
Ucraina, summit coalizione volenterosi. Meloni: "No truppe italiane in eventuali missioni"
L'addestramento delle truppe ucraine
- Il 14 marzo Marco Rubio, al termine del G7 Esteri in Canada, ha espresso un "cauto ottimismo" sulle possibilità di una tregua tra Ucraina e Russia. "C'è molto lavoro che resta da fare”, ha comunque ribadito il segretario di Stato americano. Per lui esistono ci sono “diversi modi di costruire un deterrente sul terreno”: “La sostanza è che deve essere qualcosa che fa sentire l’Ucraina in grado di scoraggiare una futura invasione”. Un’opzione è che Gran Bretagna, Francia e altri Paesi riprendano ad addestrare le truppe di Kiev in Ucraina. Il timore di Kiev, però, in questo scenario, sarebbe che questi soldati potrebbero ritirarsi rapidamente in caso di difficoltà.
Contingente multinazionale
- Si potrebbe poi pensare a una soluzione che preveda di far entrare nelle forze armate ucraine un contingente multinazionale di decine di migliaia di soldati.
- Mentre l’opzione massima è quella di schierare una forza internazionale di 30mila soldati a protezione di città, porti e infrastrutture critiche in Ucraina. Per questo scenario sarebbe però probabilmente necessaria una risoluzione dell’Onu, sottoposta al consenso della Russia, che mantiene il suo diritto di veto.
Zona demilitarizzata lungo la linea del fronte
- C’è però anche un altro scenario da tenere in considerazione: l’istituzione di una zona demilitarizzata lungo l’attuale linea del fronte, sull’esempio di quella in Corea. Oppure, per fare un altro esempio, si potrebbe arrivare a qualcosa di simile alla zona smilitarizzata che separa la repubblica di Cipro dall’area a controllo turco
Il ruolo dell'Italia
- Ma quale sarebbe il ruolo dell’Italia? Il 15 marzo si è tenuta una videocall promossa dal premier britannico Keir Starmer, che ha riunito gli altri leader della cosiddetta "coalizione dei volenterosi” a guida anglo-francese impegnati a garantire la sicurezza dell’Ucraina dopo un'eventuale pace con Mosca. Anche la premier Giorgia Meloni ha deciso di partecipare e ha ribadito: "No a truppe italiane in eventuali missioni". "Non è prevista la partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno", ha detto la premier. Poi ha confermato che l'Italia intende continuare a lavorare con i partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti per la definizione di garanzie di sicurezza credibili ed efficaci.
Le condizioni di Putin
- Intanto, un documento riservato proveniente da un think tank collegato all’Fsb, i servizi segreti russi, ha rivelato le sei condizioni di Vladimir Putin per un cessate il fuoco in Ucraina. Il testo, risalente a febbraio, delinea una visione che posticipa la pace effettiva al 2026. Il documento, svelato dal Washington Post, ha come primo punto la pretesa che l’Ucraina riconosca formalmente la sovranità russa non solo sulla Crimea, ma anche sulle quattro regioni parzialmente occupate dall’esercito russo: Zaporizhzhia e Kherson a Sud, Lughansk e Donetsk a Est.
- Il documento prevede anche la creazione di zone cuscinetto nelle regioni russe di confine di Bryansk e Belgorod, ripetutamente colpite da attacchi ucraini negli ultimi anni.
- Poi si chiede la destituzione di Zelensky attraverso nuove elezioni, accompagnata dall’obbligo per Kiev di rinunciare all’ingresso nella Nato e dall’immediata cessazione degli aiuti militari occidentali all’Ucraina.
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