
Introduzione
Si tiene oggi a Parigi un summit dei leader europei che ha come tema centrale l'Ucraina. Il Vecchio Continente teme infatti di restare fuori dal negoziato per la fine delle ostilità tra Kiev e la Russia, con gli Stati Uniti che intendono condurre da soli le trattative. Presente anche Giorgia Meloni. Partecipano anche il segretario generale NATO, la presidente della Commissione Ue e il presidente del Consiglio europeo. In vista del summit l’Eliseo ha esortato a “fare di più e meglio" per la sicurezza collettiva.
Quello che devi sapere
La riunione convocata da Macron
- Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha convocato d'urgenza una riunione dei principali leader europei con l'obiettivo di studiare una strategia congiunta che consenta di avere un peso in una trattativa che i presidenti di Usa e Russia, Donald Trump e Vladimir Putin, intendono condurre da soli, in una partita a due. L'Eliseo, alla vigilia del summit, ha esortato a "fare di più e meglio" per la sicurezza collettiva
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I partecipanti
- Ma chi partecipa a questo incontro? Come hanno reso noto ieri fonti dell’Eliseo, è "una riunione informale con i capi di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, con l'obiettivo di avviare consultazioni fra dirigenti europei sulla situazione in Ucraina e i nodi della sicurezza in Europa". Alla riunione, prevista nel pomeriggio all'Eliseo, presenti anche "la presidente della Commissione Ue e il segretario generale NATO". Da Bruxelles hanno fatto sapere che a Parigi c'è anche Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo. Presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: per questa ragione è stato infatti rinviato il Consiglio dei ministri, previsto per stasera alle 17, alle 12 di mercoledì
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La posizione del governo italiano
- Secondo quanto riportato, per il governo italiano una delle strategie che si potrebbero far valere con Donald Trump per ammorbidire l'approccio della sua amministrazione sarebbe quella di far leva sulle sanzioni che l'Ue ha imposto alla Russia per ottenere un posto nei negoziati sull'Ucraina. Il tema potrebbe essere messo sul tavolo da Giorgia Meloni. Ci sarebbe stata - riporta Ansa - anche qualche valutazione a Palazzo Chigi sull'invito di Emmanuel Macron. Una domenica di riflessioni, strategiche e politiche, e non a caso gli appuntamenti di oggi nell'agenda della presidente del Consiglio sono rimasti a lungo congelati, in attesa dell'ufficializzazione della partecipazione al vertice.
Il discorso di Vance a Monaco
- Tra i primi punti al centro della riunione dei leader europei c'è quanto successo alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco, iniziata venerdì e conclusasi ieri. Proprio nella giornata di apertura, c’è stato il discorso del vicepresidente Usa J.D. Vance, che ha accusato il Vecchio Continente di aver tradito i valori fondamentali condivisi con l'America, a partire da una libertà di espressione che sarebbe "in ritirata", e ha invitato, in piena campagna elettorale, i partiti tradizionali tedeschi a collaborare con i nazionalisti di Afd. Vance è arrivato a incontrare la leader della formazione di estrema destra Alice Weidel, negandosi invece a un colloquio con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che il giorno successivo ha reagito con durezza a quelle che ha definito ingerenze indebite
Le parole del generale Usa Kellogg
- La distanza tra Usa e Ue si è palesata in modo maggiore nella giornata di sabato, quando l'inviato Usa per l'Ucraina, il generale Keith Kellogg, ha esplicitato agli alleati europei, incontrati nel formato 'Quint' (oltre agli Usa, Germania, Francia, Italia e Regno Unito) l'intenzione di escluderli dal tavolo, citando lo sfortunato precedente degli accordi di Minsk. Tutte le cancellerie europee presenti, pur con toni diversi, hanno sottolineato la necessità che il negoziato coinvolga l'Europa e, soprattutto, l'Ucraina, che rischia di essere costretta ad accettare una pace imposta dall'alto. Un timore che è apparso palese dall'intervento alla Conferenza del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha paventato un attacco russo tramite il territorio bielorusso in estate e ha esortato l'Europa a dotarsi di un esercito comune che la renda in grado di difendersi da sola e, soprattutto includa Kiev
Zelensky: “Putin vuole fare di Trump il burattino del suo spettacolo”
- Zelensky ha parlato dal palco il giorno dopo il suo incontro con Vance, che ha definito positivo ma - a giudicare dalle parole pronunciate nel suo intervento, dove ha avvertito Trump che Putin vuole farne "un burattino del suo spettacolo" e ha finto di confonderlo con Orban - non sembra essere andato benissimo. In ballo non ci sono solo le garanzie sulla sicurezza che Kiev continua a chiedere prima che venga stabilita una tregua ma anche quelle terre rare su cui Washington intende mettere le mani come contropartita per il sostegno militare degli anni scorsi
L’accordo tra Usa e Ucraina per le terre rare
- Secondo i media statunitensi, la proposta di contratto portata a Kiev mercoledì scorso (stesso giorno della telefonata tra Trump e Putin) dal segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, chiedeva la cessione del 50% delle preziose risorse. Nella serata di sabato, Zelensky ha confermato di non aver firmato l'intesa e di volerne una revisione
Il questionario della Casa Bianca alle cancellerie europee
- Nel frattempo, le cancellerie europee sono state raggiunte da un questionario inviato dalla Casa Bianca nel quale era domandato loro come potessero in concreto contribuire alle garanzie sulla sicurezza dell'Ucraina. Nei giorni scorsi il capo del Pentagono, Pete Hegseth, aveva, del resto, avvertito che l'America intende ora concentrare le sue risorse militari nell'Indo-Pacifico e che il peso della tutela dell'Ucraina sarebbe ricaduto soprattutto sulle spalle degli alleati. In sostanza, ciò equivale a chiedere all'Europa di mettere uomini e mezzi per la difesa di Kiev senza però toccare palla nella trattativa
Un vertice per fare presto
- Prima ancora che la notizia del questionario fosse confermata ufficialmente dal presidente finlandese, Alexander Stubb, il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorsi, aveva rivelato che si stava già preparando un vertice a Parigi per coordinare la reazione alle richieste di Washington. La conferma ufficiale è arrivata solo nella tarda mattinata di ieri dal ministro degli Esteri transalpino, Jean-Noel Barrot, che ha parlato a France Inter di una "riunione di lavoro" sulla "sicurezza europea" tra i "principali Paesi europei". Barrot non ha menzionato i presenti, alcuni dei quali hanno comunque confermato in autonomia la loro partecipazione, a partire da quella del segretario generale della Nato, Mark Rutte, che ha esortato gli europei a dimostrare la loro "utilità" per avere un ruolo al tavolo. Quel che è certo è che occorre fare presto: il colloquio tra il segretario di Stato, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha impresso un'ulteriore accelerazione agli eventi e l'Europa deve correre per non restare fuori
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- La riunione convocata da Macron
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