Alexander Van der Bellen ha conferito al numero uno del partito populista di estrema destra (arrivato primo nelle elezioni di ottobre) il compito di formare un esecutivo, dopo mesi di stallo politico. Negli scorsi giorni erano falliti i negoziati tra Övp, Ösp e Neos. Il cancelliere Nehammer aveva gettato la spugna
Dopo il fallimento dei precedenti negoziati per la formazione di un governo, il presidente federale dell'Austria, Alexander Van der Bellen ha incontrato Herbert Kickl, il leader del partito di estrema destra Fpö, e gli ha conferito il mandato per formare un nuovo governo. "Signore e signori, questo passo non è stato preso alla leggera. Continuerò a garantire che i principi e le regole della nostra costituzione siano correttamente osservati e rispettati", ha detto Van der Bellen nel suo intervento alla Hofburg a Vienna. La decisione arriva dopo mesi di stallo politico, incertezze e la rottura delle trattative da parte dei partiti istituzionali per formare una maggioranza che isolasse proprio il Fpö, arrivato primo nelle elezioni di ottobre. È la prima volta dal 1945 che ad un rappresentante del Partito della Libertà viene dato l'incarico di formare un governo.
Van der Bellen: "Kickl è fiducioso di poter trovare una maggioranza"
"L'Austria è in una recessione persistente e il bilancio deve essere risanato, aumenta la disoccupazione", ha aggiunto il presidente Van der Bellen. "Kickl è fiducioso di poter trovare una maggioranza valida e di trovare soluzioni praticabili nei negoziati, vuole questa responsabilità, gliel'ho chiesto esplicitamente e per questo motivo gli ho dato incarico di avviare colloqui con l'OeVP (il cui nuovo leader ad interim è Christian Stocker) per la formazione di un governo federale. Herbert Kickl mi terrà informato sullo stato di avanzamento di questi colloqui".
Come erano andate le elezioni
Alle elezioni autunnali, l'ultradestra populista e anti-immigrati del Partito delle Libertà (Fpö) è arrivata al suo storico traguardo di prima formazione dell'Austria con il 28,8% dei voti, ma da subito è stato chiaro che non poteva governare da sola e aveva bisogno di alleati che non è riuscita a trovare. Il conservatore Partito popolare, ex detentore della maggioranza relativa, è arrivato secondo con il 26,3%, seguito dai socialdemocratici, di centro-sinistra, al 21,1% e i liberali centristi di Neos al 9,1%.
I negoziati
A quel punto, per isolare Fpö sono stati avviati dei negoziati per formare una coalizione di governo fra i tre partiti istituzionali. Ma le trattative, che duravano da tempo, sono state interrotte venerdì 3 gennaio, quando si è sfilato il partito liberale Neos, che si candidava a junior party in una difficile alleanza con il Partito popolare austriaco (Övp), che esprimeva il cancelliere, e i socialdemocratici dell’Ösp. La leader di Neos, Beate Meinl-Reisinger, ha spiegato che la causa di questa decisione è la mancanza di un reale cambiamento da parte dei potenziali alleati, soprattutto riguardo alla gestione del debito pubblico record e alla necessità di riformare il sistema pensionistico. Secondo Meinl-Reisinger, la situazione economica in Austria è critica e il Paese sta affrontando il terzo anno consecutivo di recessione con i conti pubblici, in particolare il deficit, che cresce a dismisura.
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Il passo indietro di Nehammer
Se fosse andata in porto, per Vienna si sarebbe trattato della prima coalizione di governo a tre dal 1949. Il cancelliere conservatore Karl Nehammer ha gettato la spugna, annunciando le dimissioni sia dalla carica di cancelliere, sia dalla presidenza del Partito popolare. Adesso bisognerà vedere le mosse del suo successore Christian Stocker, se aprirà al dialogo con l'Fpö o chiuderà a qualsiasi accordo.
La carta elezioni
Nelle scorse ore si era fatta largo l’ipotesi di nuove elezioni a maggio. Ma si tratta di una strada scivolosa. Secondo gli ultimi sondaggi, l’ultradestra nel mentre è passata dal 29 a oltre il 35% dei consensi. Se portasse a casa un risultato simile alle urne, la Fpö si garantirebbe una minoranza di blocco in Parlamento per stoppare qualsiasi riforma di rilievo costituzionale.