
Il Pontefice ha presidiato la celebrazione della messa nella ricorrenza della 58esima Giornata mondiale della Pace, che ha come tema: “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”. Dobbiamo “cercare Gesù in ogni essere umano, specie i più fragili”, ha detto Bergoglio. Che poi ha invitato a “custodire la vita” e a “promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale”. Da Mattarella “un riconoscente ringraziamento” per il messaggio
Papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, ha presidiato la celebrazione della messa nella ricorrenza della 58esima Giornata mondiale della Pace, che ha come tema: “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”. Dobbiamo “cercare Gesù in ogni essere umano, specie i più fragili”, ha detto il Pontefice. Che poi ha invitato a “custodire la vita” e a “promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale”. Dal presidente Sergio Mattarella è arrivato “un riconoscente ringraziamento” per il messaggio. Nell'Angelus, poi, Francesco ha esortato i "Paesi di tradizione cristiana a dare il buon esempio cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri". E ha concluso: "Basta guerre, la guerra è sempre una sconfitta".
Le parole del Papa
"C'è una tentazione, che affascina oggi tante persone ma che può sedurre anche tanti cristiani: immaginare o fabbricarci un Dio 'astratto', collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera. Invece è concreto, è umano, è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con Lui", ha detto Papa Francesco durante la messa. "Cristo Gesù, il nostro Salvatore, è nato da donna; ha carne e sangue; viene dal seno del Padre, ma si incarna nel grembo della Vergine Maria; viene dall'alto dei cieli ma abita le profondità della terra; è il Figlio di Dio, ma si è fatto Figlio dell'uomo", ha ricordato nell'omelia, ribadendo che "è nato da donna ed è uno di noi: proprio per questo Egli può salvarci". "Nato da donna - si è soffermato il Pontefice -. Quest'espressione ci parla anche dell'umanità del Cristo, per dirci che Egli si svela nella fragilità della carne. Se è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che Egli si mostra nella fragilità di un Bambino". E per il Papa, "in tutta la vita di Gesù possiamo vedere questa scelta di Dio, la scelta della piccolezza e del nascondimento; Egli non cederà mai al fascino del potere divino per compiere grandi segni e imporsi sugli altri come gli aveva suggerito il diavolo, ma svelerà l'amore di Dio nella bellezza della sua umanità, abitando tra noi, condividendo la vita ordinaria fatta di fatiche e di sogni, mostrando compassione per le sofferenze del corpo e dello spirito, aprendo gli occhi dei ciechi e rinfrancando gli smarriti di cuore".

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La ricerca di Gesù
"Gesù ci mostra Dio attraverso la sua umanità fragile, che si prende cura dei fragili", ha osservato Francesco. Il Pontefice ha invitato a pensare che "Maria, la fanciulla di Nazaret, ci riconduce sempre al Mistero del Figlio suo, Gesù. Ella ci ricorda che Gesù viene nella carne e, perciò, il luogo privilegiato dove poterlo incontrare è anzitutto la nostra vita, la nostra fragile umanità, quella di chi ogni giorno ci passa accanto". "Affermiamo che Egli è il Signore del tempo ma abita questo nostro tempo, anche questo nuovo anno, con la sua presenza d'amore - ha proseguito -. Affermiamo che Egli è il Salvatore del mondo, ma possiamo incontrarlo e dobbiamo cercarlo nel volto di ogni essere umano". "E se Lui, che è il Figlio di Dio, si è fatto piccolo per essere preso in braccio da una mamma, per essere curato e allattato, allora vuol dire che ancora oggi Egli viene in tutti coloro che hanno bisogno della stessa cura: in ogni sorella e fratello che incontriamo e che ha bisogno di attenzione, di ascolto, di tenerezza", ha detto ancora il Papa.

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“Custodire la vita”
Poi ha proseguito: "Impariamo a prenderci cura di ogni creatura nata da donna, anzitutto custodendo il dono prezioso della vita, come fa Maria: la vita nel grembo materno, quella dei bambini, quella di chi soffre, la vita dei poveri, la vita degli anziani, di chi è solo, di chi è morente". "Oggi, Giornata Mondiale della Pace - ha indicato il Pontefice nell'omelia -, questo invito che sgorga dal cuore materno di Maria siamo chiamati a raccoglierlo tutti: custodire la vita, prendersi cura della vita ferita - tanta vita ferita, tanta! -, ridare dignità alla vita di ogni 'nato da donna' è la base fondamentale per costruire una civiltà della pace". Per questo, "chiedo un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro". Francesco ha quindi affidato a Maria "questo nuovo anno giubilare, consegniamo a Lei le domande, le preoccupazioni, le sofferenze, le gioie e tutto ciò che portiamo nel cuore. Lei è mamma, lei è madre. Affidiamo a Lei il mondo intero, perché rinasca la speranza, perché finalmente germogli la pace per tutti i popoli della Terra".

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Il Papa all’Angelus
Il Papa ha poi parlato anche all’Angelus. “Il Papa san Paolo VI volle che il primo giorno dell'anno diventasse la Giornata mondiale della pace. Quest'anno essa si caratterizza, a motivo del Giubileo, per un tema particolare, quello della remissione dei debiti - ha ricordato Francesco -. Il primo a rimettere i debiti è Dio, come sempre gli chiediamo pregando il Padre Nostro, riferendoci ai nostri peccati e impegnandoci a perdonare a nostra volta chi ci ha offeso". Il Giubileo, ha proseguito, "chiede di tradurre questa remissione sul piano sociale, perché nessuna persona, nessuna famiglia, nessun popolo sia schiacciato dai debiti. Incoraggio pertanto i governanti dei Paesi di tradizione cristiana a dare il buon esempio cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri", ha concluso il Pontefice. "Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti coloro che nelle tante aree di conflitto lavorano per il dialogo e per i negoziati", ha aggiunto. "Preghiamo perché su ogni fronte cessino i combattimenti e si punti decisamente alla pace e alla riconciliazione. Penso alla martoriata Ucraina, a Gaza, Israele, il Myanmar, Kivu, e ai tanti popoli in guerra. Fratelli e sorelle, la guerra distrugge, distrugge sempre. La guerra è sempre una sconfitta, sempre".

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Mattarella ringrazia il Papa
Dopo il messaggio del Papa, al Pontefice è arrivato un messaggio di risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Santità, desidero rivolgerle un riconoscente ringraziamento, a nome della Repubblica Italiana e mio personale, per il suo messaggio 'Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace' – si legge –. Affinché, come Ella auspica, il 2025 possa essere un anno in cui 'cresca la pace', Vostra Santità suggerisce gesti urgenti e coraggiosi. Spetta a ciascuno, individualmente e nel contesto sociale di riferimento, raccogliere questo invito a credere nel dialogo e nella pace, a fare di più per gestire con efficacia il fenomeno strutturale delle migrazioni, il degrado ambientale, i rischi e le opportunità connessi alle nuove tecnologie". Poi Mattarella continua: "L'Italia, che ha nel ripudio della guerra, nel rifiuto della pena di morte, nel riconoscimento dei diritti e delle libertà fondamentali, e nel perseguimento di pace e giustizia tra le Nazioni i capisaldi della sua Carta costituzionale, non potrà che contribuire a favorire la soluzione pacifica dei conflitti in atto e l'individuazione di percorsi di crescita equa e sostenibile, con lo sguardo rivolto soprattutto alle più giovani generazioni. Senza di esse, infatti, sarebbe illusorio l'esercizio stesso della speranza". E ancora: "È l'ordine internazionale basato su regole riconosciute e valide per tutti a essere a rischio, per effetto di iniziative perniciose condotte da attori statuali e non. È il Diritto, presidio della convivenza tra i popoli e i Paesi, ad essere violato. È - sempre più spesso - la dignità della persona ad essere sfigurata. L'analisi che Ella svolge in occasione di questa 58° Giornata Mondiale della Pace interroga la coscienza di ogni donna e di ogni uomo di buona volontà. Tutti, Capi di Stato e di Governo, responsabili delle Organizzazioni Internazionali, autorità civili e religiose sono chiamati a confrontarsi con le ferite del mondo, con una preoccupante frammentazione sociale ed economica, con il proliferare di minacce al pacifico sviluppo dei rapporti tra gli Stati". "All'inizio dell'anno giubilare appena inaugurato, il tema prescelto per il messaggio sottolinea opportunamente la necessità di un cambiamento culturale che consenta di riconoscerci tutti come 'debitori' e, dunque, necessari l'uno all'altro. Basterebbe questa consapevolezza per indurre alla ricerca - più logica, saggia, lungimirante - di stimoli alla solidarietà, mentre constatiamo come violenza, sfruttamento e disparità offuscano le prospettive di milioni di persone in tutti i continenti", ha concluso il capo dello Stato.
