Francia, Macron parla alla nazione: "Nominerò premier nei prossimi giorni”. Ipotesi Bayrou

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Il capo dello Stato ha tenuto un discorso in tv dopo la caduta del governo Barnier per il voto di sfiducia voluto dalle opposizioni di sinistra e di estrema destra. France Insoumise e Rassemblement National invocano anche le dimissioni del presidente che però ribadisce: "Resterò fino alla fine del mio mandato". Annuncia "un governo di interesse generale e una legge speciale per prorogare la Manovra". L’intenzione sarebbe quella di nominare un nuovo primo ministro a breve

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"Non possiamo permetterci l’immobilismo. Nei prossimi giorni nominerò un primo ministro che unisca le forze politiche. Dovrà fare una legge speciale, la legge di Bilancio sarà la priorità”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un atteso discorso alla nazione, rivolgendosi a un Paese che con la caduta del governo Barnier è di nuovo precipitato in uno scenario di ulteriore incertezza e caos finanziario. Il capo di Stato, già fisiologicamente senza più una maggioranza assoluta da quando lui stesso ha sciolto il Parlamento il 9 giugno dopo la sera della sconfitta alle Europee, è in un vicolo cieco, con le opposizioni  di sinistra ed estrema destra  - France Insoumise e Rassemblement National - che ne chiedono le dimissioni. Macron ha però escluso questa opzione: "Onorerò il mandato al quale mi hanno eletto i francesi fino all'ultimo giorno", ha detto nell'intervento in tv ai francesi. Il presidente oggi ha ricevuto le dimissioni dalle mani di Barnier e intende nominare un nuovo premier a breve per non apparire davanti a Donald Trump e ai capi di Stato di mezzo mondo, nel weekend dedicato alla riapertura di Notre-Dame dopo l'incendio del 2019, alla testa di una Francia senza governo. Fra i nomi circolati nelle ultime ore per il prossimo premier, ci sono il ministro della Difesa Sébastien Lecornu (che sembra abbia un dialogo aperto con Le Pen), il centrista François Bayrou, (che oltre al rapporto stretto con Macron conta appoggi fra i moderati di sinistra e di destra e che oggi è andato a pranzo all'Eliseo), e Bernard Cazeneuve, ex ministro uscito dal partito socialista.

Il discorso di Macron

Barnier "ha ricevuto la censura, la prima volta in oltre 60 anni, perché l'estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite" ha detto Macron nel discorso tv di stasera. "Si sono uniti gli estremisti e i populisti. Agiscono con cinismo e con senso del caos”. Il presidente ha aggiunto che lo scioglimento delle Camere, anche se "ineluttabile", "non è stato compreso". "È mia responsabilità". Ha escluso categoricamente le sue dimissioni e ha affermato che "eserciterà pienamente" il suo mandato fino alla sua fine, nel 2027. Poi ha detto che "prima di metà dicembre sarà presentata al Parlamento una legge speciale e questa legge temporanea consentirà, come prevede anche la nostra Costituzione, la continuità dei servizi pubblici e la vita del Paese", spiegando così come risolvere la bocciatura della legge di bilancio. "Applicherà le scelte del 2024 per il 2025 e mi aspetto pienamente che possa emergere una maggioranza per adottarlo in Parlamento".

Macron annuncia “un governo di interesse generale”

Il presidente francese ha annunciato che costituirà "un governo di interesse generale" dopo la caduta di quello di Barnier. "Incaricherò nei prossimi giorni un primo ministro di formare un governo di interesse generale. Il premier dovrà fare consultazioni e formare un governo ristretto al vostro servizio", composto dall'insieme delle forze politiche disponibili a non sfiduciarlo. Poi ha ringraziato Barnier “per il lavoro svolto per il nostro Paese, per la sua dedizione e la sua combattività”. Secondo Macron, il premier dimissionario "si è mostrato all'altezza quando tanti altri non l'hanno fatto. Era in grado di riunire all'Assemblea e al Senato la maggioranza più ampia della destra repubblicana fino al centro, compresi i radicali e le forze indipendenti e territoriali".

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Macron paragona il Paese a Notre Dame: "Serve rotta chiara"

La nazione francese come Notre Dame. Il paragone è di Macron, che esorta a un progetto di governo "chiaro" come lo è stato quello per la cattedrale ricostruita dopo essere andata a fuoco cinque anni e mezzo fa. "Sabato, davanti al mondo intero, celebreremo la riapertura al pubblico di Notre Dame de Paris. E noi siamo riusciti in questo cantiere, che si pensava fosse impossibile", ha rivendicato. “Perché c'era una direzione chiara, una volontà. Ognuno ha svolto un ruolo essenziale in una causa che era al di sopra di tutti noi - ha sottolineato il presidente  - È la stessa cosa che dobbiamo fare per la nazione, avere una rotta chiara per la salute, la sicurezza, il clima. Una rotta chiara, con un Parlamento che possa trovare un compromesso. Laddove ci sono divisioni, abbiamo bisogno di unità”.

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Insoumise: "Fiducia solo a premier del Fronte Popolare"

La strada sembra già in salita: la capogruppo in Parlamento de la France Insoumise, Mathilde Panot, ha avvertito questa mattina - dai microfoni di LCI - che il partito di Mélenchon sfiducierebbe "certamente" in Assemblée Nationale qualsiasi primo ministro che non appartenga al Nuovo Fronte Popolare. Il voto contrario ci sarebbe anche qualora il presidente Macron proponesse una figura di centrosinistra come l'ex premier socialista Bernard Cazeneuve, il quale "non fa parte del NFP", ha detto la Panot.

Rn: "Senza rispetto linee rosse cade anche il prossimo governo"

Anche il prossimo governo francese verrà sfiduciato se non rispetterà le 'linee rosse' indicate dal Rassemblement National di Marine Le Pen: questo l'avvertimento lanciato dall'esponente del partito di estrema destra, Jean-Philippe Tanguy, intervistato stamattina da radio RTL. ''L'urgenza della situazione impone che Emmanuel Macron nomini molto rapidamente un primo ministro'', ha detto l'esponente Rn, precisando che '"le nostre linee non sono cambiate, sono le stesse''. Il parlamentare ha citato, in particolare, l'indicizzazione delle pensioni sull'inflazione, una delle condizioni imposte da Le Pen per approvare la manvora finanziaria. ''Se il nuovo governo non le rispetta, il RN censurerà'' , ha avvertito, aggiungendo che il partito di estrema destra ''non ha nessun patto da sottoscrivere. Le nostre linee rosse sono chiare".

Républicains: "Non faremo cadere il prossimo governo"

I Républicains "non faranno cadere" il futuro governo francese anche se decideranno di non parteciparvi, ha detto invece alla tv pubblica France 2 il capogruppo del partito in Assemblée Nationale, Laurent Wauquiez. "Non bloccheremo nulla, non perseguiremo la strategia del 'tanto peggio', non faremo cadere il governo, non faremo quello che ha fatto Marine Le Pen", ha dichiarato Wauquiez, che pone come condizione per partecipare al nuovo governo le priorità che saranno nel programma. Per i Républicains, i tre punti importanti sono "meno sprechi di denaro pubblico, rivalorizzazione del lavoro e sicurezza". Wauquiez ha aggiunto che Le Pen si è "screditata" come futura leader di un governo votando la sfiducia: "Quando pretendi di voler dirigere un Paese, non puoi fare la scelta dell'instabilità. È un atteggiamento unicamente distruttivo", con l'obiettivo di "distogliere l'attenzione" dal suo processo, anche "giocando con l'interesse del Paese".

Glucksmann invoca un'intesa tra le forze repubblicane 

Anche il leader socialdemocratico di Place Publique, Raphaël Glucksmann, torna nel dibattito politico francese invocando la costituzione di una ''piattaforma minima'' tra le forze politiche che hanno fatto sbarramento all'estrema destra nelle ultime elezioni legislative anticipate. In un intervento pubblicato su Le Monde insieme all'eurodeputata Aurore Lalucq e al deputato, Aurélien Rousseau, entrambi membri del suo partito, Glucksmann deplora che le forze politiche francesi si siano rivelate ''incapaci di accettare realmente l'idea del compromesso tra rivali e avversari". "Questo - osserva - ci ha fatto perdere del tempo prezioso, ad un momento in cui, tra l'altro, la sinistra poteva beneficiare di un rapporto di forza favorevole per imporre un certo numero di progressi a favore di tutti i francesi". Una frecciata seppur indiretta all'ala più radicale della sinistra d'Oltralpe, la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon (Lfi). Glucksmann si appella dunque alle ''forze politiche che hanno contribuito al fronte repubblicano a luglio", criticando nel contempo i Républicains che hanno ''respinto questo sbarramento" anti-estreme.

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Barnier è caduto sotto i colpi delle opposizioni di sinistra e di estrema destra, che hanno votato compatte la sfiducia. Nel suo ultimo discorso davanti ai deputati, ai partiti che l'hanno voluto far cadere, il premier ha lanciato un messaggio pesante: "La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo". A far precipitare la situazione negli ultimi giorni sono stati i blocchi di sinistra e di estrema destra: il Nuovo Fronte Popolare, che ha avuto la maggioranza relativa alle legislative anticipate di luglio, e il Rassemblement National, sconfitto e arrivato al terzo posto ma in cerca di visibilità e rivincita. Le Pen, che potrebbe vedere fra qualche mese la fine delle sue ambizioni politiche se sarà condannata in tribunale per i falsi impieghi del suo partito al Parlamento europeo, ha conquistato per ora un ruolo cruciale determinando la fine del governo e condizionando ogni futura scelta. E a braccetto con l'estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon la leader di ultradestra mira più in alto, alle dimissioni di Macron, il cui mandato scade nel 2027. Le Pen ha definito "effimero" il governo del 73enne Barnier, accusandolo di aver concesso solo "briciole" e di perpetuare "le scelte tecnocratiche" di Macron. Diverse sono state in realtà le decisioni con le quali, nelle ultime ore, il premier aveva tentato di accontentare l'estrema destra pur di far passare la finanziaria. L'ultima, l'indicizzazione delle pensioni di tutti i francesi al livello dell'inflazione, era stata giudicata inconciliabile con il gravissimo deficit pubblico. Mélenchon le ha fatto eco: "La sfiducia era ineluttabile. Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non resisterà tre anni".

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