
Media: "Milizie filo-Iran entrate in Siria nella notte". "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito. Usa, Francia, Germania e Gb hanno affermato che "l'attuale escalation sottolinea la necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite"
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Milizie sostenute dall'Iran sono entrate in Siria dall'Iraq durante la notte e si stanno dirigendo verso il nord del Paese per dare manforte alle forze dell'esercito di Bashar al-Assad che combattono contro i ribelli jihadisti: lo riportano i media internazionali, che citano due fonti dell'esercito siriano. "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito.
Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno ufficialmente chiesto una "de-escalation" in Siria e hanno sollecitato anche, in una dichiarazione congiunta, la protezione dei civili e delle infrastrutture. "L'attuale escalation non fa che sottolineare l'urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", si legge. Assad annuncia: “schiacceremo il terrorismo e chiunque lo appoggi" mentre continuano i raid russi contro i ribelli jihadisti.
Per approfondire:
- Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano? L’analisi
- Guerra in Siria, chi sono i ribelli jihadisti che hanno conquistato Aleppo
- Papa Francesco: "Prego per la Siria, guerra si è riaccesa. Rispettare tregua in Libano"
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Russia, nuovo fronte in Siria. Gli effetti sul conflitto in Ucraina e sulle trattative
Vacilla la tenuta del sistema di potere siriano, incarnato dal presidente Bashar al-Assad e per anni puntellato dagli sforzi militari, politici e diplomatici di Iran e Russia. Da giorni continua l'avanzata dei ribelli jihadisti che dopo Aleppo hanno preso il controllo di tutta la provincia di Idlib. Ma questo scenario che impatto avrà sul conflitto tra Mosca e Kiev? COSA SAPPIAMO
Siria, vescovo Aleppo: i ribelli rispettano i cristiani
"Oggi circa il 90% della città e sotto il controllo dei ribelli o anti-governativi, mentre il restante 10% è nelle mani dei curdi" che potrebbero presto ritirarsi. E' quanto racconta ad AsiaNews monsignor Hanna Jallouf, francescano, da luglio 2023 vicario apostolico di Aleppo. Sui gruppi ribelli che hanno assunto il controllo della città, Jallouf afferma: "Ci trattano con rispetto e finora non hanno toccato nessun cristiano, anzi. L'ordine è di rispettare i nostri riti, le nostre chiese, persino i nostri abiti". Sempre oggi fonti istituzionali di AsiaNews nella capitale, anonime per motivi di sicurezza, riferiscono che anche "a Damasco la situazione ora è tranquilla", mentre l'epicentro del conflitto è "Aleppo e il nord della Siria".
Chi sono i ribelli jihadisti che hanno conquistato Aleppo
La guerra civile in Siria sta conoscendo in questi giorni una improvvisa recrudescenza. Le forze ribelli che si oppongono al governo guidato da Bashar al-Assad hanno lanciato un’offensiva contro l’esercito regolare descritta dalla BBC come "la più ampia da anni". E sabato hanno preso il controllo di Aleppo, la seconda città più grande del Paese già al centro di violentissimi combattimenti in passato. Ecco chi sono i ribelli jihadisti. LEGGI L’ARTICOLO
Onu, ospedali danneggiati, manca acqua potabile
Sono stati sospesi i servizi essenziali Onu in molte aree della Siria sconvolte dai combattimenti. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite. Una stazione idrica ritenuta cruciale per Aleppo non e' in funzione, mentre le squadre che si occupano della manutenzione non possono intervenire. Molte scuole chiuse. Almeno tredici istituti scolastici nel nordovest del Paese sono rimasti danneggiati dagli ultimi attacchi. Le preoccupazioni per la salute pubblica sono aumentate, sia per la presenza di corpi che non vengono seppelliti sia per la mancanza di acqua potabile. L'ospedale universitario di Aleppo ha subito gravi danni. Centinaia di pazienti sono rimasti senza cure essenziali. Almeno ventiquattro centri clinici tra Idleb e Aleppo hanno sospeso le attività. Anche il principale ospedale di Idleb e' stato danneggiato.
Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano?
Secondo una valutazione degli analisti israeliani a seguito dell’attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo, ci sarebbe un legame tra questi due eventi. LEGGI L’ARTICOLO
Papa Francesco: "Prego per la Siria, guerra si è riaccesa. Rispettare tregua in Libano"
Papa Francesco rivolge un pensiero all'ennesimo focolaio di guerra, mai sopito in realtà, che è esploso in Medio Oriente, con gli scontri in Siria. "Preghiamo per la Siria dove purtroppo la guerra si è riaccesa causando molte vittime. Sono molto vicino alla Chiesa in Siria, preghiamo", ha detto durante l'Angelus. Il Pontefice ha poi rivolto un pensiero al Libano dopo il cessate il fuoco, a Gaza e alla guerra in Ucraina. LEGGI L’ARTICOLO
L'Ue chiede una de-escalation in Siria: "Proteggere i civili"
"L'Unione europea segue da vicino gli ultimi sviluppi in Siria. Esortiamo tutte le parti a una de-escalation e a garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture civili, nonché l'accesso umanitario senza ostacoli, in linea con il diritto umanitario internazionale." Lo dichiara un portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue. "Condanniamo gli attacchi aerei della Russia su aree densamente popolate e il suo continuo sostegno alla repressione del regime di Assad. L'ultima escalation dimostra ancora una volta la necessità di una soluzione politica, guidata dalla Siria, al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", aggiunge.

La Chiesa di Aleppo smentisce il divieto del Natale
"Non è vero che i ribelli ci hanno proibito di celebrare il Natale o le feste natalizie. E non ci hanno chiesto di togliere i nostri segni religiosi". Lo ha precisato il Vescovo latino di Aleppo, mons. Hanna Jallouf, ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, smentendo la notizia di un divieto dei ribelli jihadisti verso i cristiani di celebrare le festività natalizie. "Anzi - ha sottolineato il vescovo di Aleppo - ci hanno assicurato che loro vogliono che noi facciamo le celebrazioni per il nostro popolo e anche per rassicurare loro la tranquillità. Ci hanno dato anche luce e acqua. Speriamo che le cose possano andare bene".
Usa: "Paesi usino influenza sulla Siria per de-escalation" (2)
"Vogliamo vedere tutti i paesi usare la loro influenza ridurre la tensione, proteggere i civili e spingere per un processo politico" in Siria, ha detto il ;;portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller in un briefing con la stampa.
Usa: Paesi usino influenza sulla Siria per de-escalation
"Tutti i Paesi che hanno influenza sulla Siria la usino per la de-escalation". E' l'appello del dipartimento di Stato americano secondo il portavoce Matthew Miller.
Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti
Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. CHI È

©Getty
Guterres: "Preoccupato per escalation, fine immediata ostilità"
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto ''la fine immediata delle ostilità'' in Siria dicendosi ''preoccupato per le recente escalation nel nordovest'' del Paese. Lo ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. ''Tutte le parti devono fare il possibile per proteggere i civili e permettere il passaggio in sicurezza dei civili che fuggono dalle ostilità'', ha aggiunto Dujarric.
Erdogan: "Caos conseguenza guerra in Medio Oriente"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ritiene la recente escalation di violenza in Siria il risultato del conflitto esploso a Gaza e in Libano. Il leader turco ha definito "prioritaria" l'integrità territoriale della Siria, reso noto che Ankara parla con Iran e Russia e annunciato che per i militari turchi di stanza nel nord della Siria e al confine è scattata l'allerta. "Seguiamo da vicino gli sviluppi di questa improvvisa esplosione di violenza nel territorio dei nostri vicini siriani. Avevamo messo in guardia dal rischio che l'instabilità della regione si sarebbe potuta espandere alla Siria e gli ultimi giorni ci hanno dato purtroppo ragione. Per noi è prioritaria l'integrità territoriale del Paese e per questo siamo in contatto con altri Paesi. Al confine le nostre truppe hanno preso tutte le misure precauzionali possibili", ha detto Erdogan.
Ong, filoturchi accerchiano Hama per impedire rinforzi iraniani
L'avanguardia dell'offensiva jihadista filo-turca, guidata da Hayat Tahrir ash Sham (Hts), tenta di accerchiare su tre lati la città chiave di Hama, nella Siria centrale, per impedire ai rinforzi iraniani giunti dal vicino Iraq di sostenere i governativi nella zona. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui i jihadisti hanno conquistato nelle ultime ore alcune località a nord-est e a nord-ovest di Hama. In particolare, si segnala l'avanzata di Hts lungo due direttrici: verso Mataban, a nord-est di Hama, e la presa di Qalaat al Madiq, cittadina chiave sul fiume Oronte, a nord-ovest di Hama e di fronte a Sqeilbiye, dove si trova una base militare russa.
Ong, oltre 500 morti in Siria nei combattimenti, 92 civili
L'Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che il bilancio dei nuovi combattimenti in Siria ha raggiunto i 514 morti, inclusi 92 civili.
Erdogan: "Ci auguriamo che l'instabilità in Siria finisca"
"Il nostro desiderio maggiore è che l'integrità territoriale della Siria sia protetta e che finisca l'instabilità con un consenso in linea con le richieste legittime del popolo siriano". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, commentando l'avanzata delle forze filo-turche che si oppongono a Damasco. "Stiamo seguendo il processo sul campo, momento per momento, e prendendo tutte le precauzioni per prevenire qualunque altro incidente", ha detto il leader turco, come riferisce Anadolu, affermando che Ankara è pronta "a fare tutto il necessario per spegnere l'incendio nella nostra regione".
Domani all'Onu consiglio di sicurezza urgente sulla Siria
Il consiglio di sicurezza dell'Onu terrà domani una riunione d'emergenza sulla Siria, a seguito di un'offensiva fulminea da parte dei ribelli jihadisti che hanno catturato zone del nord del paese dalle forze governative. L'incontro, si apprende da fonti a Palazzo di Vetro, è stato richiesto dal governo siriano e sostenuto dai tre membri africani del Consiglio (Mozambico, Sierra Leone e Algeria) e dalla Guyana.
Francescani Aleppo: respingiamo violenze, riaperta mensa
"Noi francescani respingiamo ogni violenza e, come tutti sanno, la nostra missione ha un carattere solo umanitario". Lo dice all'Ansa padre Bahjat Karakach, responsabile dei francescani di Aleppo, dopo il bombardamento al Terra Santa College. Per questo "i frati del Collegio sono tornati in campo, proprio lì, per far funzionare il panificio". "Anche qui, al centro della città, la nostra mensa per i poveri ha ripreso il suo lavoro, distribuendo più di mille pasti". "In città la situazione è tesa, soprattutto dopo un altro bombardamento aereo che c'è stato stamattina in una zona vicina". "Comincia a comparire li problema delle sepolture dei morti, perché la zona dei cimiteri è diventata pericolosa", riferisce il francescano. (
Ue: "Esortiamo tutti a rispettare diritti umani"
“Stiamo monitorando gli sviluppi da vicino e siamo estremamente preoccupati per la sicurezza e la vita dei civili. Esortiamo tutti i gruppi a rispettare la legge umanitaria internazionale in ogni circostanza”. Lo dichiara un portavoce della Commissione europea durante il briefing per la stampa a Bruxelles, riferendosi alla conquista della città strategica di Aleppo da parte dei ribelli guidati dal gruppi jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts).
L’esecutivo Ue si attiene al linguaggio delle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso 18 ottobre, che ritiene ancora valide: “Solo una soluzione politica in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza Onu permetterà a tutti i siriani di vivere in pace e sicurezza”. Adottata nel 2015, la risoluzione delinea una roadmap per una soluzione politica del conflitto siriano attraverso un cessate il fuoco, negoziati inclusivi, un governo di transizione, una nuova costituzione e l’indizione di libere elezioni.
Sul versante della possibile crisi migratoria che potrebbe risultare dalla riapertura delle ostilità, la Commissione ritiene “necessario creare le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati siriani su base volontaria”. In quest’ottica “ha avviato discussioni con le agenzie delle Nazioni Unite per collaborare con i vari Paesi per i rimpatri volontari in regioni della Siria sicure e in cui le misure di protezione possono essere rispettate”. A una domanda della stampa, il portavoce evidenzia che è “ancora in corso” il processo per decidere se creare la figura di un inviato speciale dell’Ue per la Siria, ipotesi ventilata negli ultimi mesi alla luce di una possibile, parziale riapertura del dialogo tra Bruxelles e il regime di Bashar al-Assad.
Idf: "Vigileremo affinché Hezbollah non riceva armi dall'Iran"
"Ciò che sta accadendo in Siria è rilevante per la Siria e non è collegato a Israele". Lo ha detto in un'intervista a Sky News Arabia, il portavoce dell'Idf Daniel Hagari, sottolineando che "siamo uno Stato sovrano e faremo in modo che l'Iran non contrabbandi armi in Libano e a Hezbollah attraverso la Siria".
Hagari ha chiarito che l'esercito sta seguendo gli sviluppi in Siria e che, in caso di tentativo di contrabbando di armi in Libano, "l'Idf agirà di conseguenza". Riguardo all'accordo con il Libano, Hagari ha detto che i 60 giorni di cessate il fuoco servono a garantire che non ci siano più basi terroristiche nella zona. "È un passo per assicurarsi che Hezbollah non violi l'accordo, come nel 2006", ha detto, aggiungendo che il governo libanese e le forze Unifil sono obbligati a fare la loro parte per far rispettare il cessate il fuoco: "È anche nel loro interesse", ha affermato Hagari.
Tajani: "Preoccupati, priorità lavorare a de-escalation e proteggere civili"
"Stiamo seguendo con preoccupazione la situazione in Siria, dove abbiamo recentemente nominato un ambasciatore a Damasco che è già lì per stare vicino alla popolazione civile". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto durante la Conferenza umanitaria per rafforzare la risposta umanitaria a Gaza, co-organizzata da Egitto e Nazioni Unite. "In questo momento difficile la popolazione civile dev'essere protetta, anche per evitare un'ulteriore migrazione, ed è ora una priorità lavorare a una de-escalation", ha aggiunto.
Iran: "Presto nuovo incontro sulla Siria con Ankara e Mosca"
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha affermato che si terrà un nuovo incontro con gli omologhi di Turchia e Russia riguardo alla crisi siriana nel formato di Astana, ovvero la serie di colloqui tra delegazioni di Ankara, Teheran e Mosca per tentare di risolvere i problemi in Siria che si tengono a partire dalla fine del 2016. Araghchi ha detto che il processo di Astana "non dovrebbe essere fermato" e ha annunciato l'incontro durante una conferenza stampa congiunta con l'omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. "Presto si terrà una conferenza (nel formato di) Astana", ha detto Fidan.
Nunzio in Siria: "Gente ha paura, ad Aleppo chiusi in casa"
"Sono in contatto ogni giorno, ogni ora, con i vescovi, i religiosi, le religiose, i preti di Aleppo. In alcune zone c'è una calma sospetta, in altri posti sparatorie, poi cade qualche missile come accaduto ieri al Terra Santa College. La situazione è questa: è difficile". Lo dice all'ANSA il Nunzio del Papa a Damasco, il cardinale Mario Zenari. "Finora i ribelli hanno rispettato una loro promessa, chiamiamola così, di non toccare i civili ma la gente è rinchiusa a casa, ha paura, non ci sono autorità alle quali fare riferimento, gli uffici governativi sono stati abbandonati e i civili sono tra i due fuochi". Un appello? "Non dimenticate la Siria, purtroppo era scomparsa dai radar dei media, l'instabilità qui rischia di propagarsi".
Comando Damasco: 400 terroristi uccisi in raid con i russi
Oltre 400 terroristi sono stati eliminati nelle ultime ore durante gli attacchi aerei russi e siriani ad Aleppo e Idlib. Lo sostiene il comando dell'esercito siriano, come riporta Tass. L'aviazione siriana, sostenuta dalle forze aerospaziali russe, ha eliminato 5 posti di comando dei terroristi, 7 depositi nelle province di Aleppo e Idlib in 24 ore, riporta ancora Tass.
Il Cremlino: "Continuiamo a sostenere Assad"
La Russia "continua a sostenere" il presidente siriano Bashar al-Assad. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. "Naturalmente noi continuiamo a sostenere Bashar al Assad", ha detto Peskov. "Continuiamo i nostri contatti ai livelli appropriati - ha aggiunto - e continuiamo ad analizzare la situazione. Sarà elaborata una posizione su cosa è necessario per stabilizzare la situazione".

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Iran: "L'insicurezza in Siria può espandersi nella regione"
"Riteniamo che anche la Turchia sarà colpita dalla crisi siriana e quindi tutti i Paesi confinanti con la Siria dovrebbero fare del loro meglio per combattere i terroristi, altrimenti l'insicurezza in Siria non si limiterà a quel Paese e si espanderà ad altre aree". Lo ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, facendo riferimento ai recenti attacchi dei jihadisti sostenuti dalla Turchia contro il governo del presidente siriano Bashar Assad, sostenuto da Iran e Russia. Secondo quanto riporta Irna, Baghaei ha accusato Israele di "creare e anche trarre vantaggio dalla recente crisi in Siria" e ha anche criticato la presenza militare degli Stati Uniti nel Paese, con l'obiettivo di combattere l'Isis, affermando che "la presenza degli Stati Uniti ha solo portato al proseguimento delle azioni dei terroristi in Siria oggi".

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Iran: "Terroristi in Siria a causa della presenza degli Usa"
"La presenza militare degli Stati Uniti in Siria è una violazione di alcuni principi e leggi della Siria e la continua presenza di terroristi in Siria è il risultato della presenza degli Stati Uniti in quel Paese". Lo ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Ismail Baghaei, sostenendo che l'Isis non ha mai rappresentato una minaccia per gli Stati Uniti e i suoi interessi. "Se lo scopo della presenza militare degli Stati Uniti in Siria è combattere Daesh (sigla utilizzata per indicare l'Isis), allora cosa sta facendo questo gruppo in Siria e come sta operando il gruppo Tahrir al-Sham in Siria?", ha detto il funzionario, come riferisce Irna, aggiungendo che è necessaria un'azione rapida per fermare le "attività terroristiche" in corso in Siria. "Il ministro degli Esteri (dell'Iran, Abbas Araghchi) ha iniziato il suo viaggio dalla Siria ieri e oggi è in Turchia. È necessaria un'azione urgente per fermare le attività dei terroristi in Siria", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran.
Forze filo-turche e ala siriana del Pkk combattono ad Aleppo
Proseguono i combattimenti in Siria tra le forze sostenute dalla Turchia e l'ala siriana del Pkk nei distretti a nord di Aleppo e nel quartiere aleppino di Shaykh Maqsud per spingere i curdi a lasciare il nord-ovest del Paese. Al tempo stesso, da ieri sono in corso negoziati, mentre i portavoce dell'offensiva militare sostenuta da Ankara nel nord hanno precisato che le forze jihadiste siriane filo-turche sono pronte a evacuare un numero imprecisato di miliziani curdi da Aleppo e dalla zona a nord di Aleppo verso la città orientale di Raqqa, a est dell'Eufrate.
Iran: "Turchia Paese chiave per ridurre le tensioni in Siria"
La Turchia ha svolto "un ruolo chiave" per ridurre le tensioni in Siria. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ismail Baghaei, sottolineando la presenza di Ankara nel processo di Astana, ovvero una serie di incontri, in corso dalla fine del 2016, tra rappresentanti di Turchia, Russia e Iran per cercare di trovare una soluzione alla crisi siriana e ridurre le tensioni nel Paese in guerra dal 2011. "La Turchia è uno dei Paesi più importanti tra i vicini della Siria e svolge un ruolo chiave nel processo di Astana e l'attuale situazione nella regione richiede strette consultazioni con le autorità turche", ha detto il funzionario, come riferisce Isna, a proposito della visita del capo della Diplomazia di Teheran, Abbas Araghchi, oggi ad Ankara dove ha in programma colloqui con l'omologo turco, Hakan Fidan, e con il presidente Recep Tayyip Erdogan, nel contesto dell'offensiva da parte delle milizie jihadiste filo turche nel nord ovest della Siria. "Il processo di Astana è ancora vivo e la comunità internazionale è consapevole dell'importanza di questo processo per ridurre la tensione in Siria e come strumento e veicolo per realizzare azioni umanitarie", ha detto Baghaei, aggiungendo che Ankara e Teheran condividono la stessa preoccupazione rispetto alle tensioni siriane. "Il ministro degli Esteri turco ha affermato chiaramente che queste questioni non hanno nulla a che fare con la Turchia e che sono preoccupati per la situazione", ha detto il funzionario.
Media, il capo di Stato maggiore siriano in visita al fronte di Hama
Il capo di Stato maggiore siriano, il generale Abdel Karim Mahmud Ibrahim, si è recato stamani in visita a Hama, città sulla linea del fronte tra le forze russe e governative siriane e quelle jihadiste filo-turche. Lo riferisce il quotidiano filo-governativo siriano al Watan, il cui sito Internet è tornato a funzionare dopo un black-out di 24 ore tra venerdì e sabato scorsi. "L'esercito siriano rimarrà il garante del popolo del paese e il difensore della terra e della sovranità", ha detto il generale citato dal quotidiano al Watan. Lo stesso giornale, cita l'agenzia governativa siriana Sana, secondo cui nelle ultime ore sono arrivati rinforzi militari lungo la linea del fronte a nord di Hama.
Osservatorio, 11 civili uccisi in raid russi nel nord della Siria
Undici civili sono stati uccisi negli attacchi siriani e russi nel nord-ovest della Siria. Lo riporta l'Osssrvatorio siriano per i diritti umani. Secondo l'Osservatorio, l'attacco aereo russo ha preso di mira il centro di Idlib, capitale di fatto del governo degli insorti filo-turchi. Secondo le fonti, tra gli 11 civili uccisi ci sono cinque minori e due donne.
Media, milizie filo-Iran entrate in Siria nella notte
Milizie sostenute dall'Iran sono entrate in Siria dall'Iraq durante la notte e si stanno dirigendo verso il nord del Paese per dare manforte alle forze dell'esercito di Bashar al-Assad che combattono contro i ribelli: lo riportano i media internazionali, che citano due fonti dell'esercito siriano. "Si tratta di nuovi rinforzi inviati per aiutare i nostri compagni in prima linea nel nord", ha dichiarato un'alta fonte dell'esercito.
Guerra in Siria, chi sono i ribelli jihadisti che hanno conquistato Aleppo
La guerra civile in Siria sta conoscendo in questi giorni una improvvisa recrudescenza. Le forze ribelli che si oppongono al governo guidato da Bashar al-Assad hanno lanciato un’offensiva contro l’esercito regolare descritta dalla BBC come "la più ampia da anni". E sabato hanno preso il controllo di Aleppo, la seconda città più grande del Paese già al centro di violentissimi combattimenti in passato.
L’attacco a sorpresa - riporta ancora l’emittente britannica - ha spinto le forze aeree russe a compiere i primi bombardamenti su Aleppo dal 2016, mentre quelle fedeli al governo si sono ritirate dalla città. A guidare l’offensiva è il gruppo chiamato Hayat Tahrir al Sham - Commissione per la liberazione della Siria - che da tempo è profondamente coinvolto nel conflitto che da anni sta sconvolgendo la Siria. L'APPROFONDIMENTO
Cina: "Sostegno agli sforzi della Siria per la stabilità"
La Cina ha espresso il suo sostegno alla Siria negli sforzi "per il ritorno della stabilità" dopo che i gruppi ribelli filo-turchi hanno inferto un duro colpo al regime di Bashar al-Assad, prendendo il controllo di diversi territori nei giorni scorsi. E' quanto ha detto il portavoce del ministro degli Esteri Lin Jian, parlando nel briefing quotidiano.
Reuters: "Le milizie sostenute dall'Iran sono entrate in Siria durante la notte dall'Iraq e si stavano dirigendo verso la Siria settentrionale per rafforzare le forze dell'esercito siriano assediato che combattono gli insorti, secondo due fonti dell'esercito siriano"
Siria, forza sostenuta dagli Usa evacua i curdi da Aleppo
Le Forze democratiche siriane (Sdf), guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti, stanno cercando di evacuare i curdi in alcune zone di Aleppo verso aree sicure: lo ha reso noto oggi in un comunicato il capo delle Sdf, Mazloum Abdi. "Stiamo coordinandoci attivamente con tutte le parti interessate in Siria per garantire la sicurezza della nostra gente e facilitare il loro trasferimento sicuro... nelle nostre aree sicure nel nord-est del Paese", si legge nella nota. Secondo alcune stime, circa 200.000 curdi siriani sono assediati dalle fazioni filo-turche che hanno preso il controllo della città di Tal Rifaat e dei villaggi vicini. Da parte sua, l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha notato che le comunicazioni sono state interrotte nelle aree a maggioranza curda, sollevando il timore di possibili "massacri" di curdi.
Ravagnan: "Ad Aleppo non siamo minacciati, dobbiamo restar qui"
"Ora più che mai la nostra presenza qui è necessaria: per aiutare la popolazione e parlare con tutti". Così a Repubblica Stefano Ravagnan, ambasciatore italiano in Siria. Ad Aleppo, racconta, "dal punto di vista della sicurezza individuale non si registrano problemi: le milizie che hanno occupato la città continuano a dare segnali rassicuranti. Il problema è che uscire da Aleppo è difficile perché le due strade di comunicazione verso Damasco sono una al centro dei combattimenti e l'altra comunque a rischio. Un primo convoglio è arrivato qui nella capitale e c'erano tre italiani. Questa mattina dovremmo riuscire ad agganciarci a un altro convoglio Onu, più numeroso, la cui partenza è stata rimandata perché non era arrivato il via libera da tutte le parti coinvolte. Abbiamo contattato anche il capo della Mezzaluna Rossa siriana, che è autorizzata a continuare a lavorare ad Aleppo. Gli italiani in città sono più o meno 120, le richieste di uscire sono circa una ventina. Ma cominciano ad esserci alcune criticità, per esempio con la fornitura di acqua, e il numero potrebbe aumentare". Il diplomatico ha rilasciato una intervista anche al Corriere della Sera. Parlando del collegio francescano colpito da un raid russo afferma: "Ho parlato con il vescovo, fortunatamente non ci sono vittime, hanno colpito uno spazio aperto, il campo da pallacanestro, presumo che si sia trattato di un errore. Certo ci sono stati altri due raid, di cui uno all'università con molti morti. È dunque importante fermarsi perché vengano evitate altre vittime civili". Instabilità a Damasco? "Per quello che posso osservare io e per le verifiche che abbiamo compiuto, la situazione è tranquilla. Certo, stiamo parlando di un contesto complicato. Ma anche di un quadro che non è del tutto improvviso. Sono mesi che l'inviato speciale all'Onu in Siria Geir Pedersen ci mette in guardia sulla possibilità che il contesto possa cambiare, l'instabilità tradursi in conflitto".

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Iran: "Oggi colloqui con il presidente turco sulla crisi in Siria"
"L'Iran e la Turchia hanno preoccupazioni comuni e nel frattempo divergenze sulla recente crisi siriana, per la quale avrò colloqui con le autorità turche oggi": lo ha detto oggi il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, al suo arrivo a Istanbul. "Dovremmo parlare per raggiungere un'intesa comune sulle questioni regionali, al fine di riportare stabilità nella regione e impedire che la Siria o la regione diventino nuovamente un centro per i terroristi", ha aggiunto. Istanbul è la seconda tappa del suo tour regionale, che lo ha già portato a Damasco ieri. Oggi incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per discutere dei recenti attacchi dei ribelli sostenuti dalla Turchia contro il governo siriano. "I gruppi dissidenti in Siria, che in precedenza avevano creato una guerra civile nel Paese, cercano di approfittare dell'attuale guerra israeliana in Libano e in Palestina, per rinnovare i loro movimenti - ha sottolineato Araghchi -. Ma è un errore di calcolo, perché il governo e l'esercito siriani, i gruppi di resistenza e l'Iran uniranno gli sforzi per affrontarli".
Tajani: "In Siria il rischio è una nuova crisi migratoria"
"In Siria rischiamo un nuovo collasso migratorio e una nuova catastrofe umanitaria. Dobbiamo tutti muoverci e fare in fretta per evitare il peggio". Così al QN il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Sto seguendo quello che accade minuto per minuto - avvisa - Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile. Continuiamo ad assicurare, con la nostra ambasciata, ogni possibile assistenza agli italiani in Siria". "Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria, per le centinaia di morti che rischiamo di avere ancora - prosegue - Ma se scoppia una guerra civile, il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio, così come c'è stato in occasione della prima guerra civile siriana, con la fuga, allora, verso il Libano e verso la Germania dove furono accolti da Merkel. Oggi non ci possiamo permettere un'altra emergenza migratoria. Sarò al Cairo per partecipare alla Conferenza umanitaria per rafforzare la risposta a Gaza. L'incontro sarà anche il primo momento in cui la comunità internazionale potrà confrontarsi anche sul nuovo fronte della crisi in Siria. Più in generale il cessate-il-fuoco in Libano è fragile, ma dobbiamo fare in modo che si consolidi perché se fallisce lo stop alle armi in Libano, non ci saranno più speranze di averlo a Gaza". I temi europei: "Il Ppe, con noi, è stato lo scudo che ha permesso a Fitto di diventare vicepresidente, di evitare gli attacchi al governo italiano e, all'Ue, di avere una maggioranza più ampia e allargata a una parte dei Conservatori. La nostra presenza nel Ppe è stata determinante come forza di spinta e di garanzia". Sui dissidi con Salvini "Non c'è mai stato un contrasto su questioni di fondo. La nostra è un'alleanza strategica che viene da lontano, non un alleanza elettorale. Siamo, però, partiti diversi. Il nostro compito, come Forza Italia, è occupare quello spazio enorme tra Meloni e Schlein, e non è una questione di bandierine".
Siria, raid russi contro l'avanzata dei ribelli jihadisti. VIDEO
Caschi Bianchi: "Raid governativi e russi nel nord-ovest uccidono 25 persone"
Almeno 25 persone sono state uccise nel nord-ovest della Siria negli attacchi aerei effettuati ieri dal governo siriano e dalla Russia. Lo ha scritto su X il servizio di soccorso gestito dall'opposizione siriana, noto come Caschi Bianchi.
Siria, i ribelli avanzano: raid aerei su Aleppo
Continuano gli scontri in Siria tra l'esercito regolare e i ribelli jihadisti filo-turchi che hanno lanciato un'offensiva nel nord del Paese. Dopo aver conquistato Aleppo, il suo aeroporto e decine di cittadine vicine, i combattenti guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sono entrati ad Hama. Qui le truppe siriane hanno rivendicato qualche successo: "Le unita' delle nostre forze armate hanno rafforzato le linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata". Secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, miliziani pro Ankara hanno spodestato le milizie curde dalla citta' strategica di Tal Rifaat, prendendone il controllo nell'ambito di un'offensiva parallela. Circa 200mila curdo-siriani sono "sotto assedio da parte di fazioni filo-turche" e le comunicazioni sono state interrotte nelle zone a maggioranza curda, facendo temere per possibili "massacri", ha aggiunto l'organizzazione. Intanto, a Damasco il presidente Bashar al-Assad ha accolto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, arrivato per ribadire il "forte sostegno" di Teheran nella lotta contro il terrorismo. Da parte sua, il leader siriano ha sottolineato "l'importanza del supporto degli alleati contro gli attacchi terroristici sostenuti dall'esterno". Ad aiutare Assad, c'e' la Russia che ha ripreso a bombardare Aleppo, come non succedeva dal 2016. Mosca ha fatto sapere che i suoi caccia stanno collaborando con l'esercito siriano per respingere i ribelli nelle province settentrionali di Idlib, Hama e Aleppo.
Blinken chiama Ankara: "Urge una de-escalation in Siria"
Il segretario di Stato americano ha chiamato il ministro degli esteri turco per discutere "della necessità di allentare l'escalation" in Siria, dove i gruppi ribelli filo-turchi hanno inferto un duro colpo al regime di Bashar al-Assad, prendendo il controllo di diversi territori nei giorni scorsi. Durante il colloquio, Anthony Blinken ha sottolineato al suo omologo turco, Hakan Fidan, "la necessità di allentare la tensione e di proteggere le vite e le infrastrutture dei civili", secondo un comunicato stampa del Dipartimento di Stato americano.
Usa, Francia, Germania e Gb chiedono de-escalation in Siria
Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna chiedono una "de-escalation" in Siria e sollecitano, in una dichiarazione congiunta, la protezione dei civili e delle infrastrutture. "L'attuale escalation non fa che sottolineare l'urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", si legge nella dichiarazione rilasciata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che fa riferimento alla risoluzione ONU del 2015 che ha approvato un processo di pace in Siria.