Georgia, ancora tensioni. Premier esclude nuove elezioni: “La presidente dovrà lasciare”

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Nonostante le proteste, esplose dopo le contestazioni del risultato elettorale e il rinvio del processo di adesione all'Ue, il primo ministro Irakli Kobakhidze ha dichiarato che non ci saranno nuove elezioni politiche. Ha aggiunto che la presidente georgiana Salome Zurabishvili dovrà lasciare il palazzo presidenziale il giorno dell'insediamento del nuovo capo di Stato, il 29 dicembre. Von der Leyen: l'Ue con i georgiani, la porta resta aperta

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Continua a essere alle stelle la tensione in Georgia, con la crisi esplosa dopo le contestazioni del risultato elettorale e il rinvio del processo di adesione all'Ue. Nonostante le proteste, il primo ministro Irakli Kobakhidze ha dichiarato che non ci saranno nuove elezioni politiche. Ha aggiunto che la presidente georgiana Salome Zurabishvili dovrà lasciare il palazzo presidenziale il giorno dell'insediamento del nuovo capo di Stato, il 29 dicembre, dopo le elezioni presidenziali che si terranno il 14 dicembre. Nelle scorse ore Zurabishvili ha annunciato che non si sarebbe dimessa fino a nuove elezioni parlamentari, perché l'attuale Parlamento è "illegittimo". "Capisco la situazione emotiva di Zourabichvili, ma ovviamente il 29 dicembre dovrà lasciare la sua residenza e consegnare questo edificio al presidente legittimamente eletto", ha detto invece Kobakhidze. Quarta notte consecutiva di proteste: migliaia di persone sono scese in strada sventolando bandiere europee e georgiane, radunandosi fuori dal Parlamento in serata. Alcuni hanno lanciato fuochi d'artificio e pietre alla polizia antisommossa. Gli agenti hanno usato gli idranti, ma non sono riusciti a disperdere la folla. Oltre alla capitale, i dimostranti hanno bloccato una strada di accesso al principale porto commerciale del paese nella città di Poti sul Mar Nero e media georgiani hanno riferito di proteste in almeno otto città.

Le elezioni contestate

Le recenti elezioni legislative hanno visto la conferma del partito filorusso “Sogno Georgiano”: da più parti sono state denunciate violazioni diffuse anche se, stando alla missione di monitoraggio Osce, non tali da invalidare il voto alle urne. L'opposizione pro-europea ha definito le elezioni parlamentari del 26 ottobre fraudolente. Contro la consultazione si è schierata anche la presidente europeista Salome Zurabishvilihi: dopo aver cercato di annullare i risultati del voto tramite la Corte costituzionale, ha annunciato che non lascerà l'incarico finché "non ci saranno nuove elezioni e un Parlamento che eleggerà un nuovo presidente secondo nuove regole". Il governo, da parte sua, intende scegliere il suo successore il prossimo 14 dicembre.

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L’adesione all’Ue

Intanto, il governo ha deciso di rinviare i colloqui di adesione all'Unione Europea fino al 2028. L’annuncio è arrivato giovedì scorso da Kobakhidze. I critici accusano “Sogno georgiano”, al potere da oltre un decennio, di aver allontanato il Paese dal blocco europeo e di essersi avvicinato alla Russia. Accusa che l'esecutivo nega. Centinaia di dipendenti pubblici e numerosi giudici hanno rilasciato dichiarazioni congiunte per protestare contro la decisione di Kobakhidze. Circa 160 diplomatici georgiani, inoltre, hanno criticato una mossa che - sostengono - contraddice la Costituzione e conduce il Paese "all'isolamento internazionale".

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Le tensioni

La scelta di rinviare i colloqui con l’Ue ha scatenato una nuova ondata di proteste, a Tbilisi ma anche in altre città georgiane, e incendiato ancora di più i disordini. Sabato migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale per la terza notte di proteste. Fuori dall'edificio del Parlamento, nel centro di Tbilisi, folle di manifestanti hanno eretto barricate con delle panchine di ferro, intonato canti e sventolato bandiere dell'Ue e della Georgia. Stamattina, le forze speciali della polizia hanno fatto sapere di aver preso il pieno controllo della piazza di fronte al parlamento e di aver disperso i manifestanti. Gli ufficiali del ministero dell'Interno, ha riferito la Tass, hanno lanciato una grande quantità di gas lacrimogeni su Rustaveli Avenue, dove si trova il Parlamento, e i dimostranti si sono rapidamente dispersi. La situazione, comunque, rimane tesa. Venerdì più di 100 persone erano state arrestate durante gli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti, con la polizia che ha sparato con idranti e gas lacrimogeni contro i dimostranti. 

epa11677951 Georgian Prime Minister of Georgia Irakli Kobakhidze, addresses a pre-election rally for the Georgian Dream party in Tbilisi, Georgia, 23 October 2024. Parliamentary elections in Georgia will be held on October 26.  EPA/DAVID MDZINARISHVILI

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Le reazioni internazionali

La risposta delle forze di sicurezza georgiane è stata condannata dagli Stati Uniti, che hanno parlato di "uso eccessivo della forza" sui manifestanti. "Il popolo georgiano sostiene in modo schiacciante l'integrazione con l'Europa", ha affermato il Dipartimento di Stato, invitando "tutte le parti a garantire che le proteste rimangano pacifiche" e prospettando la sospensione di un pacchetto di cooperazione con Tbilisi noto come Partenariato strategico Usa-Georgia. È intervenuta anche Kaja Kallas, alta rappresentante Ue: “L'Unione Europea è ovviamente al fianco del popolo georgiano nella scelta del suo futuro: è chiaro che l'uso della violenza contro i manifestanti pacifici non è accettabile", ha detto. Ha poi precisato che "questo ha chiaramente delle conseguenze sulle nostre relazioni con la Georgia" e ha parlato di diverse opzioni allo studio, dalle "sanzioni" a un intervento sul "regime dei visti". "Ciò che dobbiamo discutere è come procedere da qui in poi, perché è chiaro che il governo georgiano non sta rispettando la volontà del popolo quando si tratta del futuro europeo. E credo che non dovremmo permetterglielo", ha concluso.

Von der Leyen: l'Ue con i georgiani, la porta resta aperta

E oggi è intervenuta anche la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, che su X ha scritto: "Ci rammarichiamo per l'allontanamento della leadership georgiana dall'Ue e dai suoi valori. L'Ue è al fianco del popolo georgiano e della sua scelta per un futuro europeo. La porta dell'Ue resta aperta. Il ritorno della Georgia sulla strada dell'Unione Europea è nelle mani della leadership georgiana".

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