Alluvione Valencia, oltre 200 morti. Salvata dopo 3 giorni. Si teme “cimitero” in parking
MondoAncora molti i dispersi in Spagna e si teme che il bilancio continuerà ad aggravarsi nelle prossime ore. I sommozzatori militari sono entrati nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale vicino ad Aldaya: è “un cimitero”, le vittime possono essere "incalcolabili", hanno detto. L’allerta meteo intanto non è ancora finita, come ha ribadito anche il premier Pedro Sánchez chiedendo “unità”. Timori per le Baleari. "Serve molta precauzione", hanno avvertito le autorità locali
Continua a salire il bilancio dei morti in Spagna, dopo la devastante alluvione che ha colpito il Paese - e in particolare la zona di Valencia - negli ultimi giorni: le vittime confermate sono 213, di cui 210 nella regione di Valencia, due in Castiglia-la-Mancia e una in Andalusia. Ma i molti dispersi fanno temere che il bilancio continuerà ad aggravarsi nelle prossime ore e le auto rimaste bloccate nei tunnel e nei parcheggi sotterranei delle zone più colpite vengono esaminate attentamente. Intanto si moltiplicano anche le necessità urgenti dei sopravvissuti, con migliaia di persone rimaste ormai da giorni senza luce e accesso all'acqua potabile e con pochissimo cibo. E l’allerta meteo per la perturbazione Dana non è ancora finita, come ha ribadito nelle ultime ore anche il premier Pedro Sánchez. Dopo le inondazioni di strade e case nella provincia andalusa di Huelva della notte tra giovedì e venerdì, l'allerta si è spostata in particolare alle Baleari. "Serve molta precauzione", hanno avvertito sui social le autorità locali.
Il parcheggio di un centro commerciale è “un cimitero”
Molte altre vittime potrebbero essere ritrovate nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonaire, nei pressi della città di Aldaya, che si è completamente allagato. "Quel parcheggio è un cimitero", hanno detto i sommozzatori militari della Ume che sono riusciti a entrare. Nel momento dell'inondazione, martedì pomeriggio, i negozi di abbigliamento, i ristoranti e i cinema erano aperti e in zona c'erano centinaia di persone. Il livello dell'acqua è salito fino a tre metri e il parking, gratuito e con 5.700 posti disponibili, è diventato una trappola mortale. Secondo fonti dei soccorsi, citate dal giornale eldiario.es, le vittime possono essere "incalcolabili". Anche l'accesso al centro commerciale dalle scale mobili è completamente devastato, bloccato non solo dall'acqua ma anche dai resti e dai detriti portati dalla violenza della piena. Anche uscire da lì era impossibile. Secondo la stampa locale, questo parcheggio è uno dei punti di maggiore preoccupazione delle squadre di soccorso. Ancora non ci sono notizie ufficiali ma è trapelato che dentro ci sarebbero molti corpi. Insieme ai sub che lavorano in condizioni di grandissima difficoltà, sul luogo anche i vigili del fuoco che con le loro pompe stanno lavorando senza sosta per svuotare il parcheggio dall'acqua.
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I danni, la solidarietà e i dispersi
La Generalitat valenziana ha limitato da oggi alla mezzanotte di domani la circolazione nei comuni della cintura Sud colpiti dalla catastrofe, per evitare il collasso del traffico e consentire il passaggio dei mezzi di emergenza e dell'esercito. Da stamattina, su richiesta del governatore di Valencia Carlos Mazon, altri 1.000 militari si sono uniti ai 2.000 impegnati da ieri a scavare nel fango per rimuovere le montagne di veicoli e detriti che bloccano interi quartieri e nelle ricerche dei dispersi. Il ministero dell'Interno ha mobilitato oltre 4.470 agenti di polizia e guardia civile. In campo anche migliaia di volontari. Un'enorme fiumana di persone armate di pale, scope, bottiglie d'acqua e viveri si è incamminata a piedi dal centro città verso le località dell'hinterland diventate epicentro della tragedia. Diciannove volontari sono stati avvelenati dal monossido di carbonio, due in modo grave, in un garage della città valenciana di Chiva: la causa sarebbe stata la cattiva combustione del motore di un impianto di areazione danneggiato dall'acqua. Una delle preoccupazioni principali resta quella di rintracciare chi manca all'appello. Perché in molte delle aree più distrutte la situazione è ancora di totale caos, con melma e sporcizia dappertutto, strade bloccate e macchine accatastate. E sono diversi i punti in cui si teme possano esserci cadaveri non ancora recuperati. Ma ci sono anche storie di speranza: una donna è stata ritrovata viva ed è stata salvata dopo aver trascorso tre giorni intrappolata in un'auto abbandonata in fondo a un sottopassaggio a Benetússer, uno dei centri più colpiti dalle inondazioni.
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Sanchez: "È il momento dell'unità, poi verranno le responsabilità"
"Ci sarà il tempo di guardare indietro e appurare le responsabilità, come è avvenuto dopo la pandemia di Covid 19. Ma ora è necessario orientare gli sforzi al colossale compito che abbiamo davanti, mantenere il nostro Paese unito nell'avversità e nella solidarietà". Questo l'appello lanciato dal premier spagnolo Sanchez dal Palazzo della Moncloa nella gravissima crisi provocata dall'alluvione. "In questo momento centinaia di persone stanno cercando i loro familiari dispersi e decine di famiglie stanno piangendo i loro cari defunti. A tutti loro va il nostro profondo affetto", ha detto Sanchez che, come all'inizio della crisi, ha assicurato che "il governo spagnolo mobiliterà tutte le risorse necessarie per tutto il tempo che ci vorrà per superare questa tragica situazione". Il premier ha invitato a "lasciare da parte i contrasti" per il momento, in riferimento alle polemiche sui ritardi nei soccorsi e, prima, nel rilanciare l'allerta rossa alla popolazione della Dana in arrivo dopo le critiche riversate sul governo regionale guidato da Carlos Mazon, del Partito Popolare, in coalizione con il partito ultraconservatore Vox, negazionista del cambiamento climatico.
Domenica arrivano i reali
Domenica i reali di Spagna si recheranno nella Comunità Valenciana in segno di solidarietà: il re Felipe e la regina Letizia visiteranno la comunità insieme a Sánchez e al presidente della Comunità Valenciana Carlos Mazón. Felipe VI, lunedì mattina, presiederà la riunione del Comitato di crisi per monitorare gli effetti della Dana. "Stiamo attraversando il momento peggiore della nostra storia. Un momento di una dimensione che nessuno poteva immaginare", ha detto Mazón, facendo il punto sulla situazione a Valencia. Il presidente della Comunità Valenciana ha annunciato la creazione di cinque gruppi di risposta immediata per alleviare le conseguenze dei danni delle inondazioni.
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Le testimonianze di alcuni italiani rientrati
Intanto, all’aeroporto di Fiumicino sono rientrati alcuni italiani che si trovavano a Valencia. “È stata una vacanza alla fine surreale: lo stato d'animo, vista la tragedia, non era più quello giusto”, hanno detto. Per lo più vacanzieri, tutti alloggiati nel centro città, nessuno di loro ha corso rischi o si è reso conto subito della portata della catastrofe causata da Dana. Solo dopo hanno compreso. Commossi un ragazzo e una ragazza spagnoli: "Un orrore, una catastrofe inimmaginabile. Eravamo in città quando è successo tutto: a parte il fortissimo vento, non si poteva pensare a quanto stava realmente accadendo. Proviamo tanta tristezza ma anche rabbia: è scattata una grande solidarietà da parte della popolazione, tanti stanno aiutando ma il governo non ha inviato subito gli aiuti necessari e urgenti"."In città era abbastanza tranquillo ma è stato tutto un po' triste", ha detto uno degli italiani rientrati con la famiglia. "Eravamo circondati in questi giorni, in tutta la città, da tanti ragazzi, volontari, che hanno svuotato, sin da subito, i supermercati per acquistare scope, secchi, ecc..., per andare ad aiutare le popolazioni in difficoltà; anche con raccolte di viveri e dell'acqua, che è un grande problema. Grande ammirazione, mi hanno ricordato gli ‘Angeli del fango’ nell'alluvione di Firenze – è la testimonianza di una coppia di rientro con i bambini –. In città, a parte qualche goccia d'acqua e il vento forte, non era successo nulla, ma abbiamo ricevuto ripetuti allarmi sui cellulari da parte della protezione civile. Il giorno dopo abbiamo visto le immagini e hanno cominciato a chiamarci i parenti dall'Italia, fortemente preoccupati, e che abbiamo tranquillizzato". "Sono stati giorni un po’ contraddittori - un altro racconto - perché lo spirito vacanziero è stato offuscato dalla tragedia, dalla tristezza, dal dramma che ci circondava. In centro era tutto molto sereno, i trasporti e i luoghi turistici fruibili; sembrava 'un'isola felice', il tutto appariva però surreale e quindi la vacanza non l'abbiamo vissuta bene: nel rientro abbiamo raccolto e avvertito l'emozione del tassista nel raccontarci il disastro. Siamo passati sul ponte del fiume Turia, che era straripato, e ci ha fatto effetto. Si vedevano ancora le strade infangate, era un passaggio di disastro". "Quando si va in vacanza si vuole vedere il bello e lo abbiamo visto ma non è stato vissuto con l'animo giusto. Abbiamo visto sin da subito tanti giovani mobilitarsi in città per andare ad aiutare nelle zone colpite dall'alluvione - è la testimonianza di alcuni giovani napoletani -. Una zona dell'autostrada era chiusa, piena di fango. E ancora una pista ciclabile completamente inondata, invasa da macchine trasportate dall'acqua. Tante file per l'attesa dei taxi ma, per fortuna, non abbiamo avuto problemi per raggiungere poi l'aeroporto".