Alluvione Spagna, l’esperto: "L’Italia ha rischiato, la Dana era su Liguria e Sardegna"

Cronaca
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Introduzione

Secondo gli esperti non manca molto al momento in cui la Dana che ha messo in ginocchio la Spagna - in particolare la regione di Valencia - si sposterà verso Occidente perdendo intensità. Anche l’Italia ha rischiato: infatti - spiega il meteorologo Lorenzo Tedici de iLMeteo, intervistato da metropolitano.it - il vortice di bassa pressione all’origine dei nubifragi e delle inondazioni è lo stesso che poco prima aveva portato intense precipitazioni su Liguria e Sardegna.

Quello che devi sapere

Il percorso della Dana

  • Il viaggio della Dana è iniziato sul Mediterraneo per poi avvicinarsi all’Italia e infine spostarsi verso Ovest dirigendosi verso la costa orientale della Spagna. Secondo gli esperti, la bassa pressione dovrebbe persistere ancora per un paio di giorni sulla zona colpita dai nubifragi e dalle inondazioni, prima di spostarsi ancora più a Occidente e perdere progressivamente forza perché non sarà più alimentata dall'aria calda del Mediterraneo e incontrerà le acque più fredde dell'oceano Atlantico

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La temperatura del mare

  • Questo ciclone ha quindi toccato anche il nostro Paese, anche se con conseguenze meno catastrofiche rispetto alla Spagna, in particolare perché l’Italia è stata interessata solo dal bordo del vortice. "Le immagini dell’alluvione di domenica scorsa sulla parte meridionale della Sardegna sono state molto simili a quelle di Valencia. E simili sono stati anche i quantitativi di pioggia, fino a 300-400 mm caduti in poche ore anche in Liguria - ha detto Tedici - Un fattore che ha inciso è il fatto che la temperatura del mare a Valencia è, sia pur solo leggermente (24° contro 22°), superiore a quella attuale in Italia. Inoltre, il territorio spagnolo ha ricevuto in poche ore la pioggia di un anno, non essendo dunque pronto a fronteggiare una simile massa d’acqua, che ha provocato la peggior alluvione della zona dal 1973"

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Le montagne e il ciclone immobile

  • "Tra lunedì e martedì il ciclone si è isolato sulla Spagna orientale, impattando nella zona interna di Valencia sui rilievi che hanno trattenuto e sollevato il flusso caldo-umido proveniente dal mare - aggiunge Tedici - La prima variabile che ha fatto la differenza nella violenza delle precipitazioni, con punte di 400 mm di pioggia in 6 ore, è stata proprio la stazionarietà del ciclone, che si è isolato senza spostarsi, con la massa di aria fredda in quota bloccata, non più collegata ai flussi in spostamento delle saccature atlantiche"

La situazione in Italia

  • Per le prossime ore in Italia "se si esclude qualche lieve debole fenomeno su Sassarese e Nuorese e qualche nuvola in Sicilia, che si tradurrà però in precipitazioni contenute, l’Italia dovrebbe invece stare al momento tranquilla, ben lontana da Dana", dice il meteorologo. "Ciò non toglie che, dal punto di vista meteorologico, la stazionarietà possa capitare benissimo anche da noi - prosegue Tedici - I monti di Valencia non sono più alti di quelli alle spalle della Liguria e, in fondo, tutti i Paesi del Mediterraneo sono parenti. Lo abbiamo visto per esempio nelle ultime settimane in Francia, da Montpellier a Saint Tropez. Fenomeni di questo tipo sono invece molto meno probabili per chi si affaccia sull’Atlantico, come Portogallo e Paesi Baschi, dove l’acqua del mare è molto più fredda. A rendere drammatiche le ultime ore in Spagna è stata però anche l’eccezionalità delle precipitazioni rispetto alle medie di quelle zone"

L’Europa nel mirino degli eventi estremi

  • Le inondazioni causate in Spagna dal fenomeno della Dana sono solo le ultime di una lunga lista di eventi estremi che negli ultimi anni si sono abbattuti sull'Europa. "Il loro comune denominatore è l'aumento delle temperature che, fra i suoi effetti, ha anche quello di aumentare esponenzialmente la capacità dell'atmosfera di contenere vapore acqueo", spiega Dino Zardi, fisico dell'atmosfera all'Università di Trento. "L'atmosfera più umida è anche più instabile, cioè sviluppa più facilmente moti verticali di sollevamento dovuti alla convezione, causando precipitazioni più copiose. Negli anni, infatti, abbiamo osservato un aumento dell'intensità dei fenomeni estremi. C'è anche la sensazione diffusa che stia aumentando la loro frequenza, ma per dirlo con certezza servirà una statistica più robusta"

Tremila morti in Europa in 30 anni

  • Negli ultimi 30 anni, le inondazioni in Europa hanno colpito 5,5 milioni di persone, causando quasi 3.000 vittime e oltre 170 miliardi di euro di danni economici. I dati sono riportati in una risoluzione approvata al Parlamento europeo lo scorso settembre, proprio in seguito alle inondazioni causate dalla tempesta Boris che ha colpito prima l'Europa centrale (Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Romania, Slovacchia, Germania, Ungheria) e poi l'Emilia Romagna, con un bilancio complessivo di quasi una trentina di vittime

Gli eventi estremi nel 2024

  • Tutto il 2024 non è stato un anno facile: basti pensare alla coda dell'uragano Kirk che ha colpito l'Italia una decina di giorni fa, alle piogge torrenziali che a inizio ottobre hanno causato una ventina di morti in Bosnia, e poi ancora all'alluvione in Costa Azzurra a fine settembre, quella che ha colpito Piemonte e Valle d'Aosta a luglio, quella che ha stravolto il sud della Germania lo scorso giugno o ancora la tempesta Henk che si è rovesciata su Francia e Gran Bretagna a gennaio

Nel 2023 1,6 milioni di persone colpite da inondazioni

  • Guardando indietro al 2023, secondo i dati del programma Copernicus, le inondazioni hanno interessato circa 1,6 milioni di persone in Europa e causato circa l'81% delle perdite economiche dell'anno dovute agli impatti del cambiamento climatico sul continente. Un terzo della rete fluviale europea ha visto flussi superiori alla soglia di piena 'elevata', e si sono registrati livelli record nei principali bacini tra cui la Loira, il Reno e il Danubio, a causa di una serie di tempeste tra ottobre e dicembre. Il 2023 è stato poi l'anno dell'alluvione in Slovenia, Croazia e Austria, colpite ad agosto, e della grande alluvione in Emilia Romagna a maggio

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