Libano, ferito casco blu nel quartier generale Unifil. È il quinto in 3 giorni

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Un soldato è stato colpito ieri “da colpi di arma da fuoco” presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a cinque. L'Unifil ha avvertito del rischio di un possibile “conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti”. Intanto, proseguono i negoziati per una condanna da parte dell'Ue

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L'Unifil ha comunicato che un altro soldato del proprio contingente nel Sud del Libano è stato ferito "da colpi di arma da fuoco" presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura, nel Libano meridionale. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a quota cinque. Secondo quanto appreso da Ansa da fonti qualificate della sicurezza, il peacekeeper ferito sarebbe indonesiano, la stessa nazionalità dei due militari feriti due giorni fa quando un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione, sempre alla base di Naqoura. Unifil, che dispiega circa 10mila caschi blu nel Sud del Libano, nei giorni scorsi è stata attaccata a più riprese dall'esercito israeliano, suscitando una condanna internazionale. (GUERRA MEDIORIENTE. LIVE)

Unifil: “Non conosciamo ancora l'origine del colpo"

In una post sul suo account X, l'Unifil ha riferito che il nuovo incidente è avvenuto la notte scorsa quando "un soldato delle forze di pace che si trovava nel quartier generale di Naqoura è stato colpito da colpi di arma da fuoco a causa di un'attività militare che si svolgeva nelle vicinanze". “Non conosciamo ancora l'origine del colpo", si legge in una nota in cui si precisa che le condizioni del peacekeeper sono "stabili".

“Molti danni subiti finora alle nostre postazioni”

L'attacco israeliano alle basi di Unifil nel Libano meridionale ha provocato "molti danni”, ha riferito il portavoce dei Caschi Blu Andrea Tenenti. "Proprio ieri sera, sulla posizione delle forze di peacekeeping ghanesi, appena fuori, l'esplosione è stata così forte che ha distrutto alcuni dei container all'interno in modo molto grave". Lavorare è "molto difficile perché ci sono molti danni, anche all'interno delle basi", ha aggiunto.

 

Unifil mette in guardia da conflitto “con impatto catastrofico”

 

All’Afp, il portavoce dell'Unifil ha detto di temere "molto presto" un possibile "conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti". "Non esiste una soluzione militare", ha aggiunto, chiedendo "discussioni a livello politico e diplomatico" per "evitare la catastrofe". "Il conflitto tra Hezbollah e Israele non è solo un conflitto tra due paesi, ma molto presto potrebbe diventare un conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti”.

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L'Unifil ha rifiutato di arretrare di 5 chilometri

Tenenti ha comunicato che la Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) ha rifiutato di ritirarsi cinque chilometri più a nord, in territorio libanese, come richiesto dall'esercito israeliano. "Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu... ma c’è stata una decisione unanime per noi di restare, perché la bandiera delle Nazioni Unite deve sventolare in questa zona e noi dobbiamo poter riferire al Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha aggiunto. Oggi è "molto difficile continuare l'attività di sorveglianza perché i bombardamenti sono incessanti. Siamo stati attaccati più volte e ne abbiamo parlato pubblicamente". Tenenti ha quindi ricordato che l'Unifil "parla regolarmente con entrambe le parti per avviare una riduzione della tensione e metterle in guardia, poiché attaccare le forze di pace non è solo una violazione della risoluzione 1701 ma anche del diritto umanitario internazionale". Per il portavoce dei peacekeeper "non esiste una soluzione militare", bensì "discussioni a livello politico e diplomatico" per "evitare la catastrofe".

 

Paesi contributori Unifil ribadiscono il sostegno alla missione

 

Intanto, i paesi contributori di truppe alla missione di pace Unifil nel Libano meridionale, tra questi l'Italia che mette a disposizione circa 1200 unità, hanno ribadito il loro pieno sostegno alla missione e alle attività dei caschi blu. In una lettera aperta diffusa all'Onu, i 50 paesi affermano di "considerare il ruolo dell'Unifil particolarmente cruciale alla luce dell'escalation della situazione nella regione". I paesi condannano con forza i recenti attacchi ai caschi blu chiedendo che si fermino immediatamente e vengano adeguatamente indagati. Chiedono inoltre alle parti di rispettare la presenza di Unifil, tra cui "l'obbligo di garantire la sicurezza del suo personale in modo che possa continuare a espletare il suo mandato e svolgere la sua opera di mediazione e sostegno alla pace e alla stabilità' nel Libano e nell'intera regione".

Negoziati in corso per condanna Ue su attacchi a Unifil

Infine, "sono in corso" ma non sono ancora "completi" i "tentativi" per arrivare ad una dichiarazione a 27 di condanna per gli attacchi di Israele alle postazioni dell'Unifil in Libano. Lo riporta Ansa citando fonti europee. In vista del Consiglio Europeo della prossima settimana, proseguono anche negoziati sulle conclusioni. "Le discussioni rimangono complicate, con la maggior parte degli Stati membri che chiede un linguaggio forte sulla situazione attuale, in particolare sugli attacchi contro l'Unifil e le violazioni del diritto umanitario internazionale, mentre alcuni (pochi) Stati membri vogliono avere un linguaggio più morbido", ha riferito un diplomatico.

 

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