Giornata mondiale delle bambine, le condizioni nelle miniere di diamanti in Sierra Leone

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Il lavoro minorile spesso porta alla mancanza di accesso all'istruzione, che a sua volta agevola pratiche dannose come il matrimonio precoce o forzato. In Sierra Leone il 21% delle adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha già avuto gravidanze e il 30% si sposa prima dei 18 anni, mentre il 9% contrae matrimonio prima dei 15 anni

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"Dopo la scuola andavo a dare una mano a mio padre, scavavamo e trasportavamo secchi di terra in cerca di diamanti. Noi bambini spesso portavamo anche i secchi più pesanti. Restavamo lì fino alle cinque o sei di sera, e alla fine mio padre ci dava qualche soldo per tornare a casa e preparare da mangiare, ma non avevamo abbastanza cibo e non riuscivamo a concentrarci bene a scuola. Anche se trovavamo un diamante, non ci davano soldi, ma solo materiale scolastico e vestiti nuovi. Non ero felice di andare nelle miniere, ma non potevo rifiutarmi".

Ha soltanto 16 anni Neneh, lo sguardo vispo e la voce ferma, sicura, carica di quella passione che contraddistingue solo i giovanissimi, mentre descrive ciò che ha dovuto affrontare nella sua infanzia. È seduta su uno sgabello in mezzo alla terra brulla, indossa un vestito blu con dei ricami bianchi che le lascia scoperte le braccia e delle scarpe nere, e la sua tensione è appena percettibile: si vede da come pondera le parole, da come si sforza di non muoversi troppo e da come si inumidisce spesso le labbra, quasi come se stesse per rimanere a corto di fiato.

"Non c'è riparo, giù alle miniere. Se arrivavamo e stava piovendo dovevamo lavorare sotto la pioggia, avevi freddo e volevi tornare a casa, ma non si poteva. Spesso avevo fame, lo dicevo a mio padre ma lui, triste, mi diceva di avere pazienza e che non avevamo soldi".

 

Neneh è solo una delle tante ragazze che hanno passato l'infanzia a scavare nelle miniere in Sierra Leone, nel distretto di Kono. Anche oggi, nella giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, a migliaia lavorano nelle miniere a cielo aperto in condizioni disastrose: secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro un milione di bambini a livello globale è impiegato in questo tipo di attività. E molte migliaia si trovano proprio in Sierra Leone.

Le cause

Il distretto di Kono, al confine con la Liberia, è stato uno dei teatri della guerra civile che ha devastato il Paese tra il 1991 e il 2002, causando la morte di almeno 70 mila persone e oltre due milioni di sfollati. Dopo la conclusione del conflitto la distruzione di scuole, ospedali e strade ha reso difficile la ripresa e la Sierra Leone resta uno dei Paesi più poveri al mondo, ragion per cui si ricorre così spesso al lavoro minorile.

Sebbene il Parlamento della Sierra Leone abbia approvato il Mines and Minerals Development Act, con l’obiettivo di migliorare il benessere delle comunità coinvolte nelle attività minerarie e promuovere una gestione più trasparente del settore, il lavoro minorile continua a essere una piaga diffusa. Le condizioni fisiche a cui sono sottoposti i bambini, come il trasporto quotidiano di sacchi pesanti, mettono a rischio la loro salute, esponendoli a malattie muscolari, incidenti e traumi psicologici che compromettono il loro sviluppo e la possibilità di accedere all’istruzione e completare il ciclo di studi.

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Le condizioni delle ragazze e delle bambine

Le più vulnerabili sono proprio le ragazze e le bambine. La mancanza di accesso all'istruzione e le pratiche dannose come il matrimonio precoce o forzato aggravano ulteriormente la situazione: in Sierra Leone il 21% delle adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha già avuto gravidanze e il 30% si sposa prima dei 18 anni. Il 9%, addirittura, contrae matrimonio prima dei 15 anni. E questo  Nonostante il presidente Julius Maada Bio abbia firmato nel luglio 2024 una legge che vieta il matrimonio infantile, con pene che includono multe e carcere per i trasgressori.

“Sono triste quando vedo i miei coetanei in miniera, perché penso a cosa ho passato - continua Neneh -. Le bambine che non vanno nemmeno a scuola spesso finiscono per rimanere incinte senza nessuno che si prenda cura di loro. Ho un'amica che lavora nelle miniere, vive con suo zio ma viene maltrattata. Quando siamo a scuola a volte lascia la classe per andare a lavorare nelle miniere. Prende la sua pala e il secchio e va, per guadagnarsi da vivere. Sta lottando ma non ha nessuno che la aiuti".

Un aiuto da lontano: ActionAid

Per fortuna numerose associazioni e organizzazioni internazionali si battono per aiutare questa e altre popolazioni in condizioni simili. Dal 1988 ActionAid è una di loro e opera in Sierra Leone collaborando con le istituzioni per proteggere i minori e reintegrarli nel sistema scolastico.

"ActionAid ha trasformato la mia vita e quella della mia famiglia - racconta Neneh -. Mio padre ha smesso di portarci nelle miniere e oggi si dedica al commercio. ActionAid ha contribuito in modo decisivo anche alla protezione delle ragazze nella nostra comunità, creando un club scolastico contro la violenza di genere. Da quando esiste, i casi di violenza sono diminuiti e sono stati presi provvedimenti contro gli adulti responsabili di abusi".

Oggi, Neneh è tornata ad avere speranza: "Sono grata dell'aiuto che ho ricevuto e spero che tutti possano essere fortunati come me. In futuro il mio sogno è quello di diventare un medico, qui non ce ne sono abbastanza, così da poter aiutare chi è in difficoltà".

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