Il primo ministro israeliano ha deciso i dettagli che riguardano l'azione contro l'Iran dopo l'attacco missilistico del primo ottobre contro Israele. E ne ha parlato al telefono con il presidente americano, in un colloquio durato circa 50 minuti a cui ha partecipato anche Kamala Harris. Ora la rappresaglia israeliana nei confronti di Teheran appare sempre più imminente
Benyamin Netanyahu ha deciso i dettagli che riguardano l'azione contro l'Iran dopo l'attacco missilistico del primo ottobre contro Israele. E ne ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden, in un colloquio a distanza durato circa 50 minuti a cui ha partecipato anche Kamala Harris. Ora la rappresaglia israeliana nei confronti di Teheran appare sempre più imminente. Il primo ministro israeliano, tra l'altro, dopo un vertice notturno durato ore con i suoi ministri, i vertici militari e dell'intelligence, ha stabilito che nel mirino dell'Idf ci saranno "le strutture militari iraniane". E non i siti nucleari o quelli petroliferi, come ipotizzato in un primo momento.
Un "attacco letale"
"Se non combattiamo l'Iran, muoriamo", aveva già anticipato Netanyahu parlando ad una delegazione della Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane a Gerusalemme. "Il nostro attacco sarà letale, preciso e soprattutto sorprendente, non capiranno cosa è successo né come", ha poi confermato il ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo funzionari israeliani, la rappresaglia per i 200 missili lanciati da Teheran sarà "significativa" e sarà condotta con "una combinazione di raid aerei contro obiettivi militari iraniani e attacchi sotto copertura", simile a quello in cui fu ucciso il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran a fine luglio. Ma per lanciare un simile attacco che potrebbe portare alla guerra totale con Teheran, Netanyahu ha bisogno del via libera del gabinetto di sicurezza che dovrebbe essere convocato per la giornata di domani.
approfondimento
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Necessario accordo diplomatico
Nel corso della telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente Usa Joe Biden ha sottolineato "la necessità di un accordo diplomatico per riportare in sicurezza i civili libanesi e israeliani nelle loro case su entrambi i lati della Linea Blu". Nella loro telefonata, Biden e Netanyahu "hanno discusso dell' urgente necessità di rinnovare la diplomazia per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas" e "dell'imperativo di ripristinare l'accesso al nord, anche rivitalizzando immediatamente il corridoio dalla Giordania". Il presidente americano "ha affermato il suo ferreo impegno per la sicurezza di Israele" e "ha condannato inequivocabilmente l'attacco missilistico balistico dell'Iran contro Israele il primo ottobre". La Casa Bianca ha poi riferito che i due "hanno concordato di restare in stretto contatto nei prossimi giorni, sia direttamente sia tramite i rispettivi team per la sicurezza nazionale".
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