Elezioni in Austria, urne aperte fino alle 17. L’estrema destra sfida i popolari

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In Austria si vota per il rinnovo del Parlamento: in testa nei sondaggi c’è l’estrema destra di FPÖ, guidata dall’ex ministro dell’Interno Herbert Kickl, che ha già dichiarato di voler essere il Volkskanzler, il "Cancelliere del Popolo", in caso di vittoria. Insegue, invece, il partito popolare ÖVP, vittorioso nelle elezioni di 5 anni fa, che ha promesso una stretta all’immigrazione e un alleggerimento del carico fiscale sugli imprenditori e sugli straordinari

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Urne aperte in Austria, dove fino alle 17 si vota per il rinnovo del Nationalrat, il Parlamento di Vienna. Sono 6,43 milioni i cittadini chiamati al voto che, per la prima volta nella storia del Paese, potrebbero consegnare la vittoria al partito liberale e ultranazionalista FPÖ, guidato dall'ex ministro dell'Interno Herbert Kickl. Secondo gli ultimi sondaggi, a seguire ci sarebbe il partito popolare ÖVP, attualmente al potere, staccato di un solo punto, mentre i socialdemocratici di SPÖ sarebbero al 21%. Più indietro nelle percentuali di voto sia il partito liberale NEOS, stimato attorno al 12%, che i Verdi, partner dell'ÖVP nell'attuale coalizione di governo, dati intorno all'8%, sei punti in meno rispetto al 2019.

Un terremoto politico

Se questi fossero i risultati sarebbe una vera rivoluzione per un Paese che ha già visto l’estrema destra al potere, anche se come partner di governo, tra il 1999 e il 2002, con Jörg Haider, e nel 2017, con Heinz-Christian Strache che divenne anche vicecancelliere. Sembra lontano il voto di 5 anni fa, quando l’ÖVP, con Sebastian Kurz alla guida e i Verdi in coalizione, vinse le elezioni con il 37,5% dei voti, portando il suo leader a diventare il capo di governo più giovane di sempre al mondo. Dal 2019, però, sono accadute tante cose nello Stato nel cuore delle Alpi: la pandemia di coronavirus e le regole per uscirne; la caduta di Kurz, con tanto di dimissioni; il brevissimo interregno del compagno di partito Alexander Schallenberg (durato appena due mesi) e poi, dal 6 dicembre 2021, la nomina di Karl Nehammer anche lui dei Popolari. Storia diversa, invece, per l’estrema destra di FPÖ: dopo aver toccato il punto più basso nel 2019, a seguito dello scandalo per corruzione dell'Ibizagate che aveva coinvolto l'allora vicecancelliere Heinz-Christian Strache, il partito è velocemente risalito grazie alla leadership del carinziano Kickl, 55 anni, che ha già annunciato di voler essere il Volkskanzler, cioè “Il cancelliere del popolo”, in caso di vittoria delle elezioni. In questi cinque anni Kickl si è mostrato critico sull'immigrazione, sulle misure anti-Covid e sulle politiche climatiche, oltre a non vedere di buon occhio le sanzioni alla Russia in nome della neutralità austriaca. Posizioni decisamente contrarie alle scelte intraprese dal governo di coalizione ÖVP-Verdi, definito “il peggior governo di tutti i tempi”.

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Le posizioni degli altri partiti

Nel tentativo di salire nei sondaggi, Nehammer e l’ÖVP hanno promesso una stretta all’immigrazione, si sono detti contrari alle scuole comprensive con i genitori di studenti indisciplinati, che dovrebbero essere sanzionati, e hanno dichiarato di voler alleggerire il carico fiscale sugli imprenditori e sugli straordinari. Tra gli argomenti più cari agli austriaci ci sono infatti il costo della vita ma anche la sicurezza; il clima (le inondazioni delle settimane scorse sono costate la vita a cinque persone) e il gas in arrivo dalla Russia. Alle urne si ripresenta anche l'altro leader della coalizione di governo, il verde Werner Kogler. Gli altri candidati sono Andreas Babler dei socialdemocratici (SPÖ), Beate Meinl-Reisinger (Neos), l'esponente del partito comunista Tobias Schweiger, Dominik Wlazny del 'partito della birra' (Die Bierpartei), Fayad Mulla (Keine) e Madeleine Petrovic che rappresenta la sua lista LMP. In campagna elettorale i socialdemocratici hanno puntato il dito sui milionari, sostenendo di voler aumentare loro le tasse, mentre i Verdi si sono detti a favore della protezione del clima e hanno promesso di porre un limite di velocità di 100 chilometri orari sulle autostrade, come già in vigore, ad esempio, sull’A12, la Inntal autobahn che attraversa il Paese dal confine con la Germania a quello con l’Italia. Infine, Neos si è detta favorevole alla riduzione dei costi non salariali del lavoro, per i diritti umani e a una severa regolamentazione sull'immigrazione. 

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