Elezioni Austria, exit poll: sfonda l'ultradestra, l'Fpo sfiora il 30%. È rebus governo

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In Austria si è votato per il rinnovo del Parlamento: secondo le prime stime è avanti l’estrema destra di FPÖ, guidata dall’ex ministro dell’Interno Herbert Kickl, che ha già dichiarato di voler essere il Volkskanzler, il "Cancelliere del Popolo", in caso di vittoria. L'ÖVP, il partito dei popolari del cancelliere Nehammer, è al 26,2%. I socialdemocratici dell'Spo sono al 20,4% mentre i Verdi all'8,6%. Difficile formare una coalizione. Presidente Van der Bellen: "Ora partiti trovino soluzione"

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Urne chiuse in Austria, dove si è votato per il rinnovo del Nationalrat, il Parlamento di Vienna: il voto degli elettori sembra consegnare la vittoria al partito liberale e ultranazionalista FPÖ, guidato dall'ex ministro dell'Interno Herbert Kickl. Secondo gli exit poll trasmessi dalla tv di stato Orf, il partito dell'ultradestra è in testa al 29,1% mentre l'Opv, il partito dei Popolari del cancelliere Nehammer è al 26,2%. I socialdemocratici dell'Spo al 20,4% mentre i Verdi all'8,6%. Il primo commento a caldo del portavoce dell'FPÖ Michael Schnedlitz dopo i primi dati che danno un'ampia avanzata del suo partito, saldamento in testa, è stato: "Grazie, grazie a ogni singolo elettore: oggi gli austriaci hanno fatto la storia. La popolazione si è espressa chiaramente a favore del cambiamento". Il segretario dei Popolari, Christian Stocker, ha invece detto: “È ovvio che siamo delusi da questi risultati. Ci aspettavamo di più e ora dovremo riflettere su come riconquistare la fiducia degli elettori. Comunque siamo contrari a formare una coalizione con Herbert Kickl".

Un terremoto politico

Se questi fossero i risultati sarebbe una vera rivoluzione per un Paese che ha già visto l’estrema destra al potere, anche se come partner di governo, tra il 1999 e il 2002, con Jörg Haider, e nel 2017, con Heinz-Christian Strache che divenne anche vicecancelliere. Sembra lontano il voto di 5 anni fa, quando l’ÖVP, con Sebastian Kurz alla guida e i Verdi in coalizione, vinse le elezioni con il 37,5% dei voti, portando il suo leader a diventare il capo di governo più giovane di sempre al mondo. Dal 2019, però, sono accadute tante cose nello Stato nel cuore delle Alpi: la pandemia di coronavirus e le regole per uscirne; la caduta di Kurz, con tanto di dimissioni; il brevissimo interregno del compagno di partito Alexander Schallenberg (durato appena due mesi) e poi, dal 6 dicembre 2021, la nomina di Karl Nehammer anche lui dei Popolari. Storia diversa, invece, per l’estrema destra di FPÖ: dopo aver toccato il punto più basso nel 2019, a seguito dello scandalo per corruzione dell'Ibizagate che aveva coinvolto l'allora vicecancelliere Heinz-Christian Strache, il partito è velocemente risalito grazie alla leadership del carinziano Kickl, 55 anni, che ha già annunciato di voler essere il Volkskanzler, cioè “Il cancelliere del popolo”, in caso di vittoria delle elezioni. In questi cinque anni Kickl si è mostrato critico sull'immigrazione, sulle misure anti-Covid e sulle politiche climatiche, oltre a non vedere di buon occhio le sanzioni alla Russia in nome della neutralità austriaca. Posizioni decisamente contrarie alle scelte intraprese dal governo di coalizione ÖVP-Verdi, definito “il peggior governo di tutti i tempi”.

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Difficile formare una coalizione

Con i numeri usciti dalle urne, escludendo sulla carta l'alleanza tra Fpo e popolari, diventa un'impresa molto complicata la formazione di una coalizione. Il Parlamento che esce oggi dalle urne, se i dati saranno confermati, è fortemente frammentato, nessuna forza politica ha la maggioranza assoluta: l'ultradestra è la prima forza politica, con 57 seggi, secondi i popolari con 51, terzi i socialisti con 41, appaiati i Verdi e i liberali di Neos con 17 seggi ciascuno. Da domani inizieranno quindi i colloqui per la formazione di un possibile governo, un compito difficile per il presidente Alexander Van der Bellen, contrario ad affidare la guida dell'esecutivo a Kickl. In questo contesto così incerto, ovviamente si susseguono le voci sul futuro di Karl Nehammer, ma la situazione rimane fluida e le consultazioni potrebbero rivelare sviluppi inaspettati. I prossimi giorni saranno cruciali per capire come l'Austria gestirà le sue sfide interne e le sue relazioni con l'Unione Europea.

Van der Bellen: "Ora partiti trovino soluzione"

Per la prima volta nella storia della Seconda Repubblica, il presidente della Repubblica federale d'Austria ha parlato al popolo la sera delle elezioni. "Oggi avete deciso - ha esordito Alexander Van der Bellen -. Viviamo in un Paese democratico". Poi ha aggiunto: "Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno preso parte alle elezioni, in particolare le migliaia di elettori, vorrei ringraziare tutti coloro che, in tutti i partiti, sono pronti ad assumersi la responsabilità e hanno il coraggio di difendere qualcosa, questo è ciò che voglio: volere il meglio per il nostro Paese e la sua gente".  Parlando della formazione del nuovo governo Van der Bellen ha affermato: "Ora inizia la fase di formazione del governo, che può essere paragonata ad un salto in alto, l'asticella è fissata alla maggioranza del 50% in Parlamento". "Come sapete, nessun partito è riuscito da solo a superare la soglia del 50% e ora è importante avvicinarsi e negoziare per trovare soluzioni, può volerci tempo, ma è tempo speso bene", ha proseguito il presidente federale che ha anticipato che chiederà "al governo in carica di rimanere fino alla nomina di un nuovo governo".

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