L'Austria al voto premierà l'ultradestra?

L’Austria va al voto e l’estrema destra punta a un successo storico. I sondaggi in vista del voto di domenica 29 settembre danno il Partito delle Libertà dell’Austria , come favorito. Se fossero confermati, si tratterebbe di un nuovo successo per una formazione di stampo sovranista, affiliata al gruppo dei Patrioti al Parlamento Europeo di cui fanno parte partiti come la Lega e il Rassemblement National. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento di Vienna giungono in una fase molto delicata per l’Austria, e al termine di una campagna in cui i temi dominanti sono stati l’aumento del costo della vita e la questione della sicurezza, connessa anche alla gestione dei fenomeni migratori. Su cosa punta l'Fpo Sul primo argomento, l’Fpo collega spesso i rincari e le criticità economiche alle ricadute delle sanzioni europee alla Russia e chiede che l’Austria si schieri per rivederle, continuando nel frattempo a rifornirsi del gas naturale di Mosca. Sul secondo, invece, il leader dell’Fpo, l’ex ministro dell’Interno Herbert Kickl, ha lanciato lo slogan "Fortezza Austria, Fortezza Libertà" per promuovere la sua agenda radicale: definanziamento delle politiche di assistenza a migranti e richiedenti asilo, fine dei ricongiungimenti familiari, avvio di politiche di "remigrazione" nei Paesi d'origine per gli stranieri giudicati colpevoli di reati. Il Guardian ricorda che nella percezione dell’opinione pubblica “la sicurezza è diventata un problema più pressante da quando la polizia di Vienna ha dichiarato il mese scorso di aver sventato un piano di un gruppo di aspiranti attentatori che intendevano attaccare un concerto di Taylor Swift. Tre sospettati sono figli adolescenti di immigrati”. L’Fpo è riuscito a primeggiare per la prima volta in un voto nazionale alle Europee di giugno. Ora i sondaggi lo danno potenzialmente in grado di vincere per la prima volta le politiche: il partito di Kickl è dato nei sondaggi attorno al 28%, tre punti sopra il Partito Popolare Austriaco, formazione di centro-destra di cui fa parte il cancelliere uscente Karl Nehammer, e otto in più del Paritto Socialdemocratico. Seguono, con il 10% e il 7%, rispettivamente, i liberali di Neos e i Verdi. Una marcia verso il governo non scontata Secondo Politico, la possibile affermazione dell’Fpo in Austria e il suo ingresso al governo “creerebbero un blocco centro-europeo populista e amico della Russia, che si estenderebbe dal confine dell'Ucraina con la Slovacchia e l'Ungheria fino al confine dell'Austria con la Svizzera, rendendo più facile per il presidente Vladimir Putin seminare malcontento nel cuore dell'Europa”. Il partito guidato da Kickl è stato già due volte al governo come partner di coalizione dell’Ovp, dal 1999 al 2002 e dal 2017 al 2019, ma mai in passato è risultato la prima forza della coalizione. Non è detto che, in questo contesto, la formazione di estrema destra sia però cooptata a responsabilità di governo anche in caso di successo alle elezioni. Il faro dell'Ovp sul post-voto Il fatto che il parlamento di Vienna sarà rinnovato con una legge elettorale proporzionale lascia aperti molti spazi alle negoziazioni post-voto, e in quest’ottica a essere il kingmaker sarà l’Ovp. La formazione popolare, che da guida o partner della coalizione è presente ininterrottamente al governo dal 1987, avrà la possibilità di scegliere, dopo le elezioni, tra diverse formule per una potenziale coalizione. Nehammer ha escluso l’ipotesi che l’Ovp partecipi a un governo guidato da Kickl o da un altro esponente dell’Fpo, ma non il fatto di poter avviare una cooperazione con l’estrema destra, che del resto non sarebbe una novità. A Kickl è stata offerta in consultazioni informali la prospettiva di seguire il comportamento del leader della destra olandese, Geert Wilders, il cui Partito delle Libertà è entrato al governo rinunciando alla prospettiva di guidarlo. Se il voto, invece, premiasse l’Ovp rispetto all’Fpo il controllo dell’agenda renderebbe più facile per i popolari ipotizzare il terzo esecutivo di coalizione di questo tipo nella storia del Paese. Al contempo, molti osservatori non escludono anche la “grande coalizione” con i socialdemocratici per tagliare fuori Kickl e i suoi dalle responsabilità del governo. Il prossimo governo austriaco, in ogni caso, dovrà cercare di dare risposte concrete alle problematiche che stanno più a cuore agli elettori. Perché ciò avvenga, per le forze istituzionali, il contenimento dell’ultradestra non deve essere un fine in sé, ma passare per la risposta alle preoccupazioni sociali da cui i sovranisti traggono i loro consensi. Una lezione che vale non solo per l’Austria ma per l’Europa intera.

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