“L’indagine sui resti dell'elicottero indica che non ci sono tracce di alcun sabotaggio o interferenza”. È la conclusione a cui è giunta l'inchiesta ufficiale dell'Iran, resa oggi ufficiale dal comando supremo delle forze armate della Repubblica islamica. L’incidente è avvenuto il 19 maggio scorso
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L'incidente in elicottero, avvenuto il 19 maggio scorso, in cui perse la vita l'allora presidente iraniano Ebrahim Raisi “non fu causato da un sabotaggio, ma dal maltempo”. È la conclusione a cui è giunta l'inchiesta ufficiale dell'Iran, resa oggi ufficiale dal comando supremo delle forze armate della Repubblica islamica.
Iran: “Non ci sono tracce di sabotaggio”
"Il tempo cattivo ha portato all'improvvisa formazione di nebbia fitta, che si spostava verso i terreni alti, con il risultato dello schianto dell'elicottero contro le montagne", riporta il documento, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "Le mappe di volo dell'elicottero - si legge nel testo - mostrano che il velivolo non deviò dalla sua rotta. L'indagine sui resti dell'elicottero indica che non ci sono tracce di alcun sabotaggio o interferenza".
L’incidente
Lo schianto avvenne nella regione di Aras, a circa 600 chilometri a nord-ovest di Teheran, durante il volo di ritorno da una visita in Azerbaigian. Oltre al presidente Raisi, nell'incidente morirono anche l'allora ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian, e altre sei persone.