Guerra Israele - Hamas, 57 morti in 5 raid Idf sulla Striscia di Gaza

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Secondo i miliziani palestinesi gli attacchi hanno colpito la Striscia da Nord a Sud. Colpita anche una scuola gestita dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nel campo profughi di Nuseirat. ". L'esercito israeliano accusa ancora una volta Hamas di nascondersi dietro i civili e di usare la popolazione come arma

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Israele contro Iran, stato fallito che vuole infiammare regione

L'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ha detto che e' il momento che l'organo delle Nazioni Unite "affronti le cause alla radice della guerra". Erdan ha puntato l'attenzione sull'Iran, uno "stato fallito" che tenta di "infiammare la regione".

Palestina, Onu: a Gaza fame e malattie usate come arma definitiva

"Israele commette crimini apertamente, ripetutamente. I suoi soldati non esitano a diffondere le immagini" di questi crimini. "Quello che sta accadendo a Gaza passera' alla storia come il genocidio piu' documentato della storia". Lo ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryad Mansour durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. "Come possono essere così disumani da bombardare la stessa popolazione piu' volte, ancora, e ancora", ha aggiunto, sottolineando che a Gaza "la fame, le malattie, sono usate come l'arma definitiva". Dicendo che "l'unica soluzione possibile e' la liberta' per i palestinesi".

Cesvi: 'Emergenza senza precedenti a Gaza, si muore di fame e sete'

''Nella Striscia di Gaza la popolazione è allo stremo: alla distruzione causata da nove mesi di conflitto, si aggiunge una grave crisi alimentare e idrica. La mancanza quasi totale di acqua potabile sta generando un'emergenza igienica e sanitaria senza precedenti. Le persone sono costrette a bere acqua contaminata, con gravi danni per la propria salute. I rifiuti e le acque reflue si accumulano ovunque creando un ambiente insopportabile e favorendo la diffusione di malattie. A questo si aggiunge la difficoltà di trovare cibo, le scorte di beni essenziali si sono dimezzate e i prezzi sono alle stelle. Molte famiglie passano intere giornate senza mangiare''. A lanciare l’allarme è Fondazione CesviCesvi, presente sul campo con un team emergenza che sta lavorando da mesi per offrire sostegno alla popolazione. ''Stiamo proseguendo le nostre distribuzioni e in questo momento stiamo consegnando acqua potabile nelle zone centrali della Striscia, l’obiettivo è raggiungere oltre 1.200 famigli'', ha dichiarato Roberto Vignola, Vicedirettore Generale Cesvi.


Parenti ostaggi a Noa Argamani: "Netanyahu ti sta usando"

Familiari  degli ostaggi hanno esortato Noa Argamani, la giovane israeliana rapita  il 7 ottobre e liberata all'inizio di giugno, a non recarsi negli Stati  Uniti la prossima settimana al seguito del premier Benjamin Netanyahu,  il cui intervento al Congresso è atteso il 24 luglio. Per loro, la mossa  rafforzerà il capo di governo, che invece viene accusato di ostacolare  il raggiungimento di un accordo in nome della sua sopravvivenza  politica. "Cara Noa, ti sta usando. E altri lo pagheranno con la vita.  Spiegalo a tuo padre. Non volare con lui come decorazione", ha  affermato Maayan Sherman, madre del soldato Ron Sherman, il cui corpo è  ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Gli ha fatto eco Ifat Kalderon,  parente di Ofer: "Lasciate che qualcuno spieghi all'amata Noa Argamani  che la sta usando. È stata rapita una volta da Hamas e una seconda volta  da lui”.

Delegazione Israele al Cairo per nuovi colloqui

Una  delegazione israeliana è arrivata in Egitto per nuovi colloqui sul  cessate il fuoco mentre le parti valutano l'ultima proposta sul tavolo.  Lo hanno riferito tre funzionari aeroportuali egiziani, precisando che  sono sei i componenti della delegazione. Il rilancio dei colloqui aveva vacillato dopo il massiccio attacco  sferrato da Israele sabato scorso a Gaza per colpire Mohammed Deif,  leader militare di Hamas. Nel raid sono morti una novantina di  palestinesi, tra cui il comandante della brigata di Khan Younis Rafa'a  Salameh, e quasi 300 sono rimasti feriti.

Guterres: situazione umanitaria Gaza macchia morale per tutti noi

"Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza e del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Grazie agli sforzi instancabili di Egitto, Qatar e Usa, i negoziati per formulare un accordo continuano con alcuni progressi. Le parti devono raggiungere un'intesa ora". Lo ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza in un messaggio letto dal suo capo di gabinetto. "La situazione umanitaria a Gaza è una macchia morale per tutti noi - ha aggiunto - Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato - in ogni momento e da tutte le parti. E questa terribile guerra deve finire".

Familiari ostaggi: Noa Argamani non accompagni Netanyahu in Usa

I familiari degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza hanno chiesto a Noa Argamani, liberata in un blitz delle Idf, di non recarsi negli Stati Uniti insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Perché la sua presenza, hanno scritto in una nota, rafforzerebbe il premier israeliano che, dicono, non è riuscito a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi. Secondo i media israeliani Noa Argamani sarà insieme al padre con Netanyahu quando il premier israeliano terrà il suo discorso al Congresso americano a Washington il 26 luglio. Maayan Sherman, la madre del soldato dell'Idf Ron Sherman ucciso e il cui corpo è ancora nella Striscia di Gaza, ha scritto su Facebook: "Amata Noa, ti sta usando. E altri pagheranno per questo con la loro vita. Spiegalo a tuo padre. Non volare con lui come una medaglia". Ifat Kalderon, un parente dell'ostaggio Ofer Kalderon, su X ha aggiunto: "Che qualcuno spieghi all'amata Noa Argamani che la sta usando. E' stata rapita una volta da Hamas e una seconda volta da lui".



Gantz attacca Netanyahu: "Verità si saprà con inchiesta"

L’ex  ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz ha attaccato il  primo ministro Benjamin Netanyahu, smontando le sue dichiarazioni in  merito alla gestione di successo della guerra. Secondo il leader di  Unità nazionale, che il mese scorso ha lasciato il governo, il primo  ministro ha esitato a entrare a Khan Younis e Rafah, ritardando le  operazioni necessarie a Gaza. "Tutto sarà rivelato quando i protocolli e le testimonianze saranno  ascoltati dalla commissione d’inchiesta statale, che dovrà porre le  domande: perché avete ritardato l’ingresso a Rafah e Khan Younis? Perché  ha avuto paura, ha ritardato ed esitato? E quali sono i prezzi che  abbiamo pagato e stiamo ancora pagando per questo?”, ha affermato Gantz,  commentando l'intervento di Netanyahu davanti alla Knesset, nel quale  ha rivendicato che Israele è "sulla via della vittoria assoluta". Finora  il leader israeliano ha sempre respinto le richieste di istituire una  commissione statale d'inchiesta mentre la guerra e' in corso.

Israele: studio, un quarto ebrei e 40% arabi pensano a emigrare

Un  nuovo sondaggio condotto in Israele ha rivelato che un quarto degli  israeliani ebrei e il 40% degli israeliani arabi sarebbero disposti a  emigrare se ne avessero l'opportunità. I risultati evidenziano un  crescente malcontento verso la leadership politica e la sicurezza del  Paese. Il rapporto pubblicato dal Jewish People Policy Institute ha  sottolineato che vi è una diminuzione della fiducia nelle istituzioni  del Paese, con un calo del sostegno nei confronti delle Forze di Difesa  Israeliane (Idf) e del primo ministro Benjamin Netanyahu, a nove mesi  dall'inizio dell'operazione di guerra contro Hamas a Gaza. Solo il 27% degli israeliani ha fiducia nel premier e solo il 26%  nel governo. Il 55% degli intervistati israeliani ha espresso una  fiducia bassa o molto bassa verso i vertici dell'esercito, con un calo  ancora più marcato tra gli israeliani di destra. Un altro fattore che potrebbe influenzare i tassi di emigrazione è  il sostegno all'arruolamento militare obbligatorio dei giovani ultra  ortodossi: il 63% degli ebrei israeliani è d'accordo, ma tra gli stessi  ultra ortodossi solo il 12%. Inoltre, il sondaggio ha mostrato anche un cambiamento di  atteggiamento nei confronti delle politiche di sicurezza, con un declino  del sostegno ad attacchi militari e un aumento del sostegno a soluzioni  diplomatiche, soprattutto tra gli israeliani arabi.

Media: per Gallant 'accordo su ostaggi entro due settimane o destino segnato'

"Se non verrà siglato un accordo con Hamas nelle prossime due settimane, il destino degli ostaggi sarà segnato". E' quanto avrebbe detto in colloqui privati il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, secondo le notizie del sito israeliano Ynet. Stando alle indiscrezioni, per Gallant ci sarebbero le condizioni per un accordo con Hamas e il ministro accuserebbe Netanyahu di ostacolare ogni progresso per non perdere il sostegno dell'estrema destra nella coalizione. 

Netanyahu: 'Progressi verso vittoria, con Hamas serve solo più pressione'

Israele "sta facendo progressi sistematici verso il raggiungimento degli obiettivi della guerra", delle operazioni militari avviate nella Striscia di Gaza dopo l'attacco del 7 ottobre scorso in Israele. Ha insistito su questo il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante una riunione 'infuocata' della Knesset, come riporta il Times of Israel. Gli obiettivi sono "il rilascio degli ostaggi, l'eliminazione di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Netanyahu, convinto che Israele sia "sulla strada per la vittoria assoluta", ha risposto alle critiche sostenendo che Israele sta raggiungendo gli obiettivi con una "combinazione di pressione politica e militare" e che la "chiave sia la pressione". "Pressione, più pressione", ha detto. "Hamas è effettivamente sotto pressione perché stiamo eliminando i suoi comandanti, migliaia di suoi terroristi", ha ripetuto, affermando di aver resistito a "pressioni enormi", anche "all'estero". "Elimineremo le capacità militari e di governo di Hamas e stiamo avanzando passo dopo passo", ha aggiunto.

"Ci era stato detto che Hamas non avrebbe accettato di rilasciare gli ostaggi senza che noi avessimo prima accettato di porre fine alla guerra. Improvvisamente ha accettato. Più insistiamo con le pressioni, più si arrenderà. E questo è l'unico modo per liberare gli ostaggi", ha detto ancora, ripetendo che "siamo determinati a vincere la guerra e a riportare a casa tutti i nostri ostaggi". 

'Sono vive le 5 soldatesse in ostaggio a Gaza'

Le cinque soldatesse osservatrici e non armate rapite dai terroristi nella base israeliana di Nahal Oz il 7 ottobre sono vive, vengono tenute in ostaggio nei tunnel a Gaza. Lo ha riferito Shiri Elbag, madre di una di loro, Liri, dopo che ieri sono state mostrate nuove foto delle giovani risalenti ai primi giorni di prigionia. "Circa un mese e mezzo fa abbiamo ricevuto un segno di vita dalle ragazze (da parte delle autorità israeliane, ndr). Non ci è stato detto altro", ha spiegato in una intervista a Ynet Shiri Elbag, "sappiamo che le ragazze sono vive. Sono sopravvissute, nei tunnel, per più di sette mesi". Ieri le famiglie hanno deciso di rendere pubbliche le foto dei primi giorni di prigionia delle soldatesse, ferite e contuse. La madre di Liri ha riferito che le foto sono state recuperate da un video girato da Hamas e recuperato a Gaza dall'Idf (Forze di difesa israeliane) che le ha mostrate per la prima volta alle famiglie circa un mese fa." Ogni famiglia ha visto la parte nel video della propria figlia", ha spiegato Elbag, "abbiamo visto un video inscenato dai rapitori ... a mia figlia hanno detto di dire da dove veniva e quanti anni ha, 'sdraiati e alzati'. Lei ha fatto tutto quello che le è stato detto, con le lacrime agli occhi". E ha aggiunto di essere a conoscenza del fatto che le ragazze successivamente sono state separate l'una dall'altra. Ieri sono state mostrate le foto di Liri Elbag, Agam Berger, Karina Ariev, Naama Levy e Daniela Gilboa.

Netanyahu: "Gli ostaggi soffrono ma non stanno morendo"

Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha attaccato il premier Benyamin Netanyahu per alcune affermazioni che gli sono state attribuite sulle condizioni dei rapiti a Gaza. Secondo il sito Ynet il premier avrebbe detto che ad essere stressata "deve essere Hamas" dalla pressione militare israeliane e che "gli ostaggi soffrono ma non stanno morendo". "Le dichiarazioni del premier - ha attaccato il Forum - non solo sono profondamente offensive per le famiglie degli ostaggi, ma sono anche sostanzialmente inesatte e pericolosamente irresponsabili. La triste realtà è innegabile: gli ostaggi sono già stati assassinati durante la prigionia. Altri ostaggi potrebbero perdere la vita proprio in questo momento". Il Forum ha poi aggiunto che i negoziati "hanno raggiunto un punto critico" e che l'attuale proposta "rappresenta l'unica strada percorribile per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi". Per questo ha sollecitato l'intero governo ad accelerare per raggiungere l'intesa. 

Mozione del Senato accademico di Siena per riconoscere lo Stato palestinese approvato all'unanimità

Un appello a Parlamento e Governo "affinché l'Italia si unisca al gran numero di Paesi che, nel mondo, riconoscono ufficialmente lo stato di Palestina accanto allo stato di Israele". Lo si legge in una mozione approvata all'unanimità dal Senato Accademico dell'università di Siena.  "Un'azione del genere avrebbe l'effetto di contrastare le tendenze estremistiche presenti in ciascuna delle due parti in conflitto - riporta una nota dell'ateneo -: quella di chi, da parte palestinese, nega il diritto di Israele a esistere e quella di chi, da parte israeliana, auspica e dichiara che uno stato palestinese non vedrà mai la luce. Chiediamo a tutti coloro che condividono la nostra preoccupazione per la pace e la giustizia di unire la propria voce alla nostra nel sostenere questa iniziativa". 

Hamas contro Hrw: Bugie nel rapporto, adottata narrativa israeliana

Hamas denuncia come "menzogne" le conclusioni di Human Rights Watch e chiede all'organizzazione di ritirare il rapporto sull'attacco del 7 ottobre in Israele, che punta il dito contro il braccio armato di Hamas, le Brigate al-Qassam, e almeno altri quattro gruppi armati palestinesi per "numerosi crimini di guerra e crimini contro l'umanità" durante l'assalto. "Il rapporto di Hrw ha adottato l'intera narrativa israeliana e si è discostato dal metodo di ricerca scientifica e dalla posizione legale neutrale - afferma Hamas in una dichiarazione di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera - ed è diventato più simile a un documento di propaganda israeliana". 

Tensioni al confine tra Libano e Israele

l fumo si alza da un incendio provocato da proiettili sparati dal Libano meridionale, lungo una strada vicino a Beit Hillel, nel nord di Israele. L'esercito israeliano ha dichiarato che sono stati identificati circa 15 proiettili che attraversavano il Libano nell'area di Nahariyya, aggiungendo che alcuni proiettili sono stati "intercettati con successo", altri sono caduti in aree aperte. Non ci sono notizie di feriti.

Incendio vicino a Beit Hillel, nord di Israele

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Netanyahu: Inchiesta su 7 ottobre dopo vittoria su Hamas

Il premier israeliao ha respinto le richieste per la formazione di una Commissione nazionale di inchiesta sul fallimento che ha portato al 7 ottobre sostenendo che "prima occorre battere Hamas". Parlando alla Knesset, il premier ha quindi difeso la sua gestione della guerra nella Striscia sostenendo che Israele si "sta muovendo verso il raggiungimento degli obiettivi della guerra". L'intervento è stato attaccato dall'opposizione. Il centrista Yair Lapid gli ha detto che "se non intende dire davanti al Congresso degli Stati Uniti che è d'accordo con l'accordo sugli ostaggi, allora dovrebbe annullare la visita. "Se hai intenzione di blaterare con parole vuote, non andare. Non metterci di nuovo in imbarazzo. Non andare a parlare nell'aria condizionata di Washington - ha aggiunto - mentre gli ostaggi stanno soffocando a morte nei tunnel di Gaza".

Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

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Durante una seduta del parlamento israeliano l'opposizione ha alzato un discussione sulla gestione della crisi a Gaza e nel nord del Paese e il premier Benjamin Netanyahu è intervenuto.

Nasrallah: "Estenderemo attacchi se Israele uccide altri civili"

Il leader degli Hezbollah libanese, Hassan Nasrallah, è tornato ad ammonire Israele che i combattenti libanesi alleati dell'Iran sono pronti a colpire altre città israeliane, oltre gli obiettivi già presi di mira nel corso di questi mesi di guerra in Alta Galilea, se lo Stato ebraico "continua a colpire civili" in Libano. Le affermazioni di Nasrallah, riportate dal sito della tv al Manar del movimento armato libanese, giungono dopo che nelle ultime ore fonti mediche libanesi hanno confermato l'uccisione ieri di cinque civili siriani nel sud del Libano, tra cui due bambini, in raid aerei israeliani. "Se il nemico continua a colpire civili come ha fatto in questi ultimi giorni, allora ciò ci spingerà a prendere di mira località che finora non avevamo colpito", ha detto Nasrallah durante la celebrazione annuale dell'Ashura, una delle ricorrenze più importanti del calendario islamico sciita. Sono più di 100 i civili uccisi in Libano da attacchi israeliani da quando è scoppiato il nuovo round di guerra tra Hezbollah e Israele, all'indomani dell'attacco di Hamas del 7 ottobre. "Il nostro fronte non si fermerà finché l'aggressione contro la Striscia di Gaza continuerà", ha ribadito.

Iran: Nostro sostegno alla resistenza contro Israele è legale

"Il sostegno che l'Iran ha fornito ai gruppi di resistenza è legittimo, all'interno del quadro del diritto internazionale e punta soltanto a porre fine all'occupazione e all'aggressione da parte del regime sionista nella regione". Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, come riferisce Irna. "Il movimento di resistenza ha agito contro il sostegno delle potenze mondiali per Israele", ha aggiunto Bagheri durante una conferenza presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York intitolata "Cooperazione multilaterale per un ordine mondiale più giusto, democratico e sostenibile". I gruppi di miliziani sostenuti dall'Iran, chiamati "asse della resistenza" da Teheran, hanno intensificato i loro raid contro Israele e i suoi alleati nella regione dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele. Gli Houthi yemeniti, gli Hezbollah libanesi e altri gruppi in Iraq e Siria fanno parte dei militanti sostenuti dall'Iran. 

Fidan vede Haniyeh, Ankara spinge per cessate il fuoco

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha avuto un colloquio con il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Al centro del dialogo la possibilità di un cessate il fuoco tra Israele e l'organizzazione palestinese, opzione su cui Ankara spinge, ma anche le drammatiche condizioni in cui versa la popolazione civile della Striscia e il bilancio degli ultimi attacchi israeliani. Il negoziato per il cessate il fuoco, va avanti con il Qatar in prima fila e la Turchia sempre vigile e presente.  L'incontro tra Fidan e Haniyeh è stato occasione per ribadire il sostegno della Turchia ad Hamas, fare un punto sulla situazione a Gaza e sulla possibilità di giungere a un accordo che porti a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi israeliani, prigionieri dal 7 ottobre.


Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan

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Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan durante una conferenza stampa del 14 luglio 2024 in compagnia dell'omologo saudita

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