Spesa militare Nato, per arrivare all’1,6% servono 4,7 mld: si possono chiedere all’Ue?

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Il governo vorrebbe che gli investimenti militari venissero scorporati dal nuovo Patto di stabilità, che li considera come "fattore rilevante" ai fini delle procedure per deficit eccessivo, una sorta di "sconto" per i Paesi che sforano il tetto di deficit al 3%. In tal modo già nel giro di un anno si potrebbe passare dall'1,46% del 2023 all'1,6%, per incrementare poi la percentuale sino al 2%: di questo si è parlato nella puntata dell’11 luglio di "Numeri", approfondimento di Sky TG24

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit Nato di Washington ha rassicurato gli alleati sul 2% del Pil per le spese militari e sull'impegno per la quota del nostro Paese nel fondo da circa 40 miliardi annunciato dall'Alleanza per Kiev, insieme a F16, nuove difese aeree (compreso un altro Samp-T italiano), un centro di coordinamento degli aiuti in Germania e un alto funzionario civile a Kiev. Per arrivare al traguardo del 2% del Pil (pari oggi a poco più di 40 miliardi di euro), il governo italiano spera anche in un intervento dell’Europa, che avrebbe due vie per intervenire: di questo si è parlato nella puntata dell’11 luglio di Numeri, approfondimento di Sky TG24.

L’idea del governo Meloni

Il governo italiano intende chiedere alla prossima Commissione europea di scorporare gli investimenti militari dal nuovo Patto di stabilità licenziato dall'Europa, che li considera come "fattore rilevante" ai fini delle procedure per deficit eccessivo, ovvero rappresentano una sorta di "sconto" per i Paesi che sforano il tetto di deficit al 3%. In tal modo già nel giro di un anno si potrebbe passare dall'1,46% del 2023 (in valore assoluto circa 29 miliardi) all'1,6%, per incrementare poi la percentuale sino al 2%.

Le cifre

Per arrivare all'1,6% di spesa militare (oggi siamo all1,46%) bisognerà spendere 3 miliardi per il prossimo anno e a questi andrà aggiunto l'aumento degli aiuti militari all'Ucraina (1,7 miliardi), per un totale di 4,7 miliardi in più da spendere l'anno prossimo. Trovarli è complicato - è il valore di quasi metà del taglio del cuneo fiscale - e il governo questi soldi non li ha. Da qui l’ipotesi di chiedere all'Europa di poter fare deficit senza contare quei miliardi come tale, in quanto si tratta di una spesa straordinaria.

È stato disinnescato e fatto brillare questa mattina l'ordigno residuato bellico rinvenuto a San Marino nei mesi scorsi durante i lavori di scavo nel cantiere di un impianto sportivo, 11 febbraio 2024. Si trattava di una bomba d'aereo da 250 libbre, inesplosa. Le operazioni - che hanno previsto l'evacuazione di circa mille persone - sono state condotte dagli artificieri del Reggimento Genio Ferrovieri dell'Esercito italiano, coordinate dalla Gendarmeria congiuntamente al servizio di Protezione civile.
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Esiste un precedente: è quello della Polonia, che ad aprile ha ottenuto da Bruxelles il non conteggio delle spese per la Difesa nel deficit perché ritenute di natura eccezionale. Però attenzione perché la Polonia ha alcune caratteristiche che l’Italia non ha, innanzitutto per ragioni geografiche è in primissima linea - spende per la Difesa il 4% del Pil, più tutto l’aiuto che dà al popolo ucraino - e soprattutto ha un debito molto basso, sotto il 60% del Pil.

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Un’altra possibilità

La seconda possibilità è quella di chiedere all'Europa di trovare i soldi emettendo debito pubblico comune per poi usarli per aumentare la spesa militare. Non è una via facile, forse è addirittura da escludere, perché l'Europa fa già tantissimo debito: oggi siamo intorno ai 500 miliardi e nei prossimi anni arriverà a mille miliardi. Pensare che vengano aggiunti altri Eurobond anche per la Difesa è - a oggi - abbastanza difficile.

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