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Elezioni Uk: trionfo dei laburisti, 410 seggi. Crollo Tory

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Il voto per eleggere i 650 nuovi membri della Camera dei Comuni, secondo gli exit poll diffusi dai media britannici, premia con un trionfo storico i Labour. Le elezioni anticipate, che si sono tenute sei mesi prima rispetto alla scadenza naturale della legislatura, erano state indette lo scorso maggio con un annuncio a sorpresa dal primo ministro conservatore Rishi Sunak, che sembra uscito nettamente sconfitto dal voto

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Il profilo di Rishi Sunak, effimero astro Tory forse al tramonto/1

Il tramonto dell'ultimo astro nascente dei Tories britannici, astro mai sorto davvero, si consuma dopo meno di due anni, suggello di una parabola che - complice l'effetto terremoto della Brexit - minaccia di far precipitare il partito più antico del Regno in una crisi epocale d'identità e di peso politico dopo 190 anni di vita e alternanza costante al potere. Rishi Sunak, primo figlio di una ex colonia dell'Impero, l'India, a riuscire a varcare il portoncino d'ingresso al 10 di Downing Street, e unico premier di pelle non bianca in secoli di storia, secondo i sondaggi è ai saluti finali: a 44 anni e sullo scia di un'elezione che mette fine a una turbinosa fase di governo durata poco meno di tre lustri fra sbalzi e cambi di leader. Protagonista quasi per caso di uno scorcio finale di legislatura iniziato nell'ottobre 2022, dopo la caduta di Boris Johnson e la rovinosa parentesi sprint dell'improbabile Liz Truss, il più giovane primo ministro di Sua Maestà dal lontano 1812 si è ritrovato a dover gestire la pesante eredità di scandali, errori e divisioni interne lasciata dai predecessori; fallendo evidentemente nel tentativo di ricostruire la fiducia degli elettori in barba alle sue promesse di "competenza e responsabilità". Eppure Sunak, nato da genitori della media borghesia del Punjab sbarcati in Inghilterra negli anni '60, si era presentato all'appuntamento con la storia sfoggiando un'immagine di successo: una carriera nel business iniziata nella banca d'investimento americana Goldman Sachs e consolidata negli Usa come gestore di hedge fund, un matrimonio felice con Akshata Murty, figlia ed erede miliardaria di uno dei magnati più ricchi dell'India (conosciuta mentre entrambi studiavano in California), e dal 2015, quando venne eletto deputato, una rapida scalata in politica. Fino a essere nominato nel 2020 dall'allora premier Johnson cancelliere dello Scacchiere a 39 anni.

Chi è Keir Starmer, leader laburista e probabile premier. FOTO

Classe 1962, avvocato cresciuto nel ricco Surrey, è il primo capo di partito a provenire dalla classe lavoratrice dai tempi di Margaret Thatcher. Eletto in Parlamento nove anni fa, da quattro guida il partito di centro-sinistra che ha trasformato archiviando la fase radicalista di Jeremy Corbyn, espulso insieme ad altri esponenti tacciati di antisemitismo. Considerato poco carismatico, il suo profilo "ordinario" viene apprezzato da chi critica gli eccessi di Boris Johnson e Liz Truss a Downing Street. LA SUA FOTOSTORIA

Il profilo di Keir Starmer, la carriera politica/2

Diventato deputato laburista nel collegio borghese di Londra nord di Holborn and St Pancras alle elezioni del 2015 (perse dall'allora capo dell'opposizione Ed Miliband), sir Keir viene designato poi ministro ombra per la Brexit sotto la nuova leadership di sinistra radicale di Jeremy Corbyn, mentre si compie il divorzio britannico dall'Ue: divorzio a cui egli si oppone senza incertezze, ma che nega di voler ora da premier rimettere in discussione, al di là di qualche riavvicinamento settoriale con Bruxelles. Pur non condividendo il massimalismo imputato a Corbyn, popolarissimo nella base rossa quanto sgradito all'establishment e alla pancia centrista del Regno, Starmer evita di criticarlo pubblicamente e ne attende la caduta per scalare il vertice nel 2020 dopo la disfatta elettorale del 2019. Salvo mettere poi all'angolo la sinistra interna, in una sorta di epurazione passata attraverso l'espulsione finale dello stesso predecessore (con l'accusa di non aver fatto autocritica sulle infiltrazioni antisemite nel partito). Mossa accompagnata da uno spostamento su posizioni sempre più di centro, se non neo-blairiane, per ridare al Labour l'etichetta di forza di governo, non di protesta. All'emorragia d'iscritti militanti, delusi “dall'opportunismo” starmeriano, corrisponde peraltro un'attrazione di consensi nel bacino di elettori conservatori o indecisi, stremati da 14 anni di governi e risse interne Tory - fra crisi, scandali o contraccolpi della Brexit - e nel contempo tranquillizzati da un laburismo light che garantisce di proseguire ad esempio nella linea dura sull'immigrazione illegale, pur cancellando il contestato piano Ruanda di Boris Johnson e di Sunak. Oltre a promettere stabilità economica, "rilancio della crescita", buoni rapporti col business. Nonché una sostanziale continuità con i governi uscenti in politica estera: dal sostegno all'Ucraina contro Mosca e con la Nato, alle cautele verso Israele sul fronte del confitto di Gaza.

Il profilo di Keir Starmer, “un tipo normale” a Downing Street/1

Lo hanno definito il “normal bloke”, un tipo normale, l'uomo della porta accanto - quieto e rassicurante - con cui si può condividere una pinta di birra al pub parlando di calcio (è tifosissimo dell'Arsenal). Keir Starmer, a 61 anni, secondo i sondaggi riporterà il Partito laburista al potere nel Regno Unito offrendo alla maggioranza silenziosa del Paese la garanzia del cambiamento attraverso una forza moderata, più pragmatismo che carisma o programmi di riforme ambiziose, come alternativa "al caos" rappresentato da 14 anni di governi conservatori. Una sorta di New Labour 30 anni dopo, ma senza la componente innovativa attribuita allora al progetto di Tony Blair. Nato in un quartiere popolare a sud di Londra il 2 settembre 1962 da un padre tecnico di fabbrica, Rodney Starmer, e da una madre infermiera, Josephine Baker, Keir Starmer si trasferisce con la famiglia nel Surrey, dove viene iscritto alla Reigate Grammar School, frequentata anche da futuri esponenti Tory, prima sovvenzionata dallo Stato ma in seguito divenuta privata. Le tracce iniziali d'interesse per la politica, stimolato anche dall'attivismo dei genitori, risalgono all'adolescenza, quando negli anni Settanta s'iscrive ai “giovani socialisti” del Labour. Passione che sale di tono negli anni dell'università, pagata sempre con borse di studio, prima a Leeds, poi a Oxford, dove si laurea in legge: fino alla breve frequentazione di ambienti della sinistra antagonista, nella redazione di Socialist Alternatives, giornale trotzkista. La malattia della madre, costretta a vivere per anni da invalida, contribuisce alla sua decisione di diventare avvocato. Dopo essersi sposato con la collega Victoria Alexander (di radici familiari in parte ebraiche e da cui ha avuto un figlio e una figlia), nel 2008 arriva la scelta di accettare la carriera negli apparati inquirenti, con la nomina a capo del Crown Prosecution Service (Cps): svolta che lo trasforma da crociato dei diritti umani e difensore di richiedenti asilo, ecoattivisti e condannati a morte in alcuni Paesi caraibici a braccio secolare dello Stato. Proprio sugli anni vissuti da procuratore della corona, che gli valsero il cavalierato e il titolo di sir conferiti dalla regina Elisabetta a fine mandato, Starmer costruisce l'immagine successiva di tutore del principio di “law and order” (legge e ordine), uno dei pilastri del suo programma attuale di governo.

Fra i seggi della Londra islamica: “Non votate per il genocidio”

Bandiere palestinesi appese a più di una finestra, adesivi con gli stessi colori sulle vetrine di diversi negozi. C'è anche questo nella giornata elettorale dei quartieri est di Londra, multietnici e a forte presenza di britannici di radici islamiche, fra Hackney e Finsbury Park. "Non votate Tory, né Labour: non votate per il genocidio", si legge su una delle affissioni ricorrenti. Segnale di un malumore che non è certo in grado d'incidere significativamente sulle previsioni del risultato del voto, ma che pare coinvolgere non pochi dei circa 4 milioni di sudditi musulmani di Sua Maestà: comunità destinata a raddoppiare di numero nei prossimi anni, stando alle indicazioni statistiche di tendenza, e in seno alla quale si è sviluppata negli ultimi mesi una protesta diffusa - condivisa da pacifisti e da molte persone di ogni origine nel Regno - nei confronti sia dei conservatori del premier uscente Rishi Sunak, sia della leadership laburista moderata di Keir Starmer, oltre che dell'establishment in genere. Accusati in blocco di non aver reagito al pesante bilancio di vittime civili provocato dalla rappresaglia militare condotta da Israele nella Striscia di Gaza dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Il tutto sullo sfondo di seggi elettorali dove comunque l'affluenza, a fine mattinata, appare discreta. All'interno di collegi e territori che sono da tempo roccaforti del Labour e animati da sentimenti prevalentemente anti-Tory.

Farage sceglie il voto per posta

Stando alla Bbc, ha scelto il voto per posta il leader del partito populista Reform UK, Nigel Farage, come del resto stanno facendo milioni di britannici in una modalità molto diffusa nel Paese nonostante i ritardi nell'invio di migliaia di schede riscontrati nei giorni scorsi. L'ex tribuno della Brexit non si è comunque fatto mancare le apparizioni in pubblico in queste ore con un invito, pubblicato su X, a "votare col cuore" scegliendo Reform

I voti di Starmer e Sunak

Il leader del Labour Keir Starmer ha votato insieme alla moglie Victoria nel seggio di Holborn a Londra, dove si trovavano fotografi e sostenitori. Prima di entrare nell'edificio sir Keir, rilassato e sorridente, ha stretto la mano ad alcuni di loro. Il primo ministro Tory uscente Rishi Sunak, invece, ha votato con la consorte nel Nord dell'Inghilterra praticamente senza incontrare persone all'ingresso del seggio. 

L'endorsement del Sun

Il tabloid Sun, uno dei quotidiani più venduti nel Regno Unito, per la prima volta dal 1997 ha dato il suo endorsement, cioè il suo sostegno pubblico, al Partito Laburista e al suo leader Keir Starmer. L’endorsement ha spiazzato, perché il Sun è un tabloid conservatore, che per anni ha sostenuto i governi del Partito Conservatore e ha attaccato aggressivamente Starmer, con accuse esagerate e anche personali. L'appoggio ai laburisti è arrivato con una grande illustrazione che occupa tutta la prima pagina, e un riferimento agli Europei: "Ora che il Regno Unito va alle elezioni, è il momento di un nuovo allenatore (e non stiamo parlando di licenziare Southgate)". Nell’editoriale all’interno si legge che, anche se il Sun ha sempre sostenuto il governo di Rishi Sunak, i Conservatori hanno ormai "tradito la fiducia pubblica" e "sono esausti" a causa delle troppe lotte interne. Per questo "è ora del Labour".

Rachel Reeves ha votato

Anche Rachel Reeves, che è in prima fila per diventare la prima cancelliera donna nel caso, molto probabile, di una vittoria laburista alle elezioni, ha pubblicato una sua foto in un seggio elettorale.

Gatto Larry pronto ad accogliere il suo sesto premier

Da 13 anni indiscusso rappresentante della stabilità in una politica britannica piuttosto turbolenta, Larry il gatto, l'acchiappa-topi ufficiale del governo di Sua Maestà, è pronto ad accogliere il suo sesto primo ministro, il laburista Keir Starmer, come tutti i sondaggi prevedono in modo unanime, chiudendo così la lunga era dei Conservatori alla guida del Paese, iniziata nel 2010, poco prima dell'arrivo del famoso micio a Downing Street. Con la scontata partenza del premier uscente Rishi Sunak, se ne andrà anche il suo labrador di nome Nova. Ma è comunque in arrivo un potenziale concorrente per il felino di 17 anni diventato mascotte, qualora sir Keir decidesse un trasloco completo dalla sua casa londinese: si tratta del gatto Jojo, accompagnato anche dal criceto Bear, altro animale di famiglia. 

Larry

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In foto, Larry il 3 luglio 2024 davanti al n.10 di Downing Street

Primi exit poll stasera

Il Guardian scrive che ci sarà un exit poll che verrà pubblicato poco dopo la chiusura delle urne, alle 22 (le 23 in italia), e che fornirà la prima indicazione su come sono andate le elezioni a livello nazionale. Migliaia di persone sono invitate a compilare privatamente una replica della scheda elettorale, mentre escono dai seggi, per ottenere un’indicazione di come hanno votato.

Ed Davey ha votato a Surbiton

Anche il leader liberaldemocratico Ed Davey ha votato, a Surbiton.

elezioni Uk

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Con voto di oggi 16 ministri rischiano di perdere il loro seggio

Nelle elezioni politiche in corso nel Regno Unito ben 16 su 26 membri del Consiglio dei ministri rischiano di perdere il loro seggio nell'atteso tracollo dei Conservatori del premier Rishi Sunak in base all'ultimo sondaggio pubblicato da YouGov prima del voto. Fra questi il cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, che sempre in base alla rilevazione demoscopica verrebbe superato dal candidato libdem, come anche la ministra della Cultura Lucy Frazer, mentre il ministro della Difesa Grant Shapps sarebbe  sconfitto da quello laburista, e la stessa sorte si prevede per il titolare del Lavoro Mel Stride, la ministra dell'Istruzione Gillian Keegan, la leader of the House, Penny Mordaunt, e ancora l'Attorney General d'Inghilterra e Galles, Victoria Prentis. Perfino il presidente dei Tory, Richard Holden, risulta fra i non eletti in base al sondaggio, sconfitto dall'esponente del partito populista Reform UK guidato da Nigel Farage, in un risultato che sarebbe emblematico della concorrenza a destra fatta dal leader euroscettico.

Keir Starmer al voto

Il leader laburista Keir Starmer ha pubblicato una foto di lui con la moglie Victoria mentre si recano a votare con il messaggio: "Oggi, il futuro della Gran Bretagna è al voto".

Renzi: "La sinistra torna a vincere in Inghilterra"

"Oggi il Regno Unito svolta e la sinistra torna a vincere dopo 17 anni. Alla base di questo risultato c'è il fallimento dei conservatori, certo. Ma c'è anche il ritorno a una leadership del Labour finalmente riformista, dopo l'estremismo ideologico di Ed Miliband e Corbyn. A Londra hanno deciso che per vincere bisognava tornare all'eredità di Tony Blair e del New Labour. E io dico che i risultati di oggi premieranno questa scelta". Lo scrive su X il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. 

L'appello di Boris Johnson

Anche l'ex premier conservatore Boris Johnson ha voluto rivolgersi agli elettori, nel suo caso con un video girato da lui stesso con lo smartphone mentre si recava alle urne in cui ha chiesto agli elettori "in questa bella giornata di sole" di non consegnare il Paese "al governo più a sinistra dalla Seconda guerra mondiale" perchè "porterà più tasse e immigrazione illegale nel Regno". 

Sunak lancia appello: "Fermare supermaggioranza Labour"

Il premier conservatore Rishi Sunak è stato uno fra i primi leader a votare questa mattina. Subito dopo ha postato sul suo profilo di X un ultimo appello agli elettori: "Votate per i Conservatori per fermare la supermaggioranza laburista, che significherebbe tasse più alte per una generazione". Appello che riprende le ultime battute della campagna elettorale condotta dal primo ministro a fronte di sondaggi per lui catastrofici e di una attesa ampia vittoria dei Laburisti di Keir Starmer.

Starmer ha votato

Anche Keir Starmer ha votato Londra, accompagnato da sua moglie Victoria.

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Gavin Robinson al voto

Il leader del Democratic Unionist Party, Gavin Robinson, ha votato a Dundonald, contea di Down, Irlanda del Nord.

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Quando arriveranno i risultati?

Dopo la chiusura del voto, alle 23 ora italiana, le urne elettorali dei 650 collegi vengono trasferite dai seggi ai centri di conteggio, dopodiché i conteggi iniziano immediatamente. I primi risultati arriveranno intorno a mezzanotte, e le cifre definitive dovrebbero esserci per la mattinata di venerdì.

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