M.O., Netanyahu: Distruggere Hamas primo passo per fermare Iran

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I carri armati israeliani hanno fatto nuovamente irruzione nel quartiere di Shujaiya, a est di Gaza City, già assediata all'inizio della guerra, provocando 7 morti e feriti. L'Idf che aveva inviato un ordine di evacuazione ai residenti. Circa 20 soldati israeliani sono rimasti feriti in un'esplosione a Jenin (Cisgiordania), che sarebbe avvenuta dopo un'imboscata tesa da combattenti palestinesi. Gallant: "Israele non vuole guerra in Libano ma può infliggere danni a Hezbollah se diplomazia fallisse"

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I carri armati israeliani hanno fatto nuovamente irruzione nel quartiere di Shujaiya, a ,est di Gaza City, già assediata all'inizio della guerra. L'ospedale battista Al Ahli, nel nord, ha confermato l'arrivo dei sette corpi senza vita e di feriti dopo gli attacchi dell'Idf che aveva inviato un ordine di evacuazione ai residenti. Altri civili sono rimasti uccisi durante degli scontri a est del campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza.

Una ventina di soldati israeliani sono rimasti feriti in un'esplosione avvenuta a Jenin, in Cisgiordania. Lo riferiscono - come riporta Al Jazeera - i media locali. La deflagrazione sarebbe avvenuta a seguito di un'imboscata tesa da combattenti palestinesi durante intensi scontri. Sui social circolano numerosi video che mostrano elicotteri israeliani che evacuano i feriti. Durante l'operazione - condotta con il supporto di bulldozer, droni ed elicotteri d'attacco Apache - le forze israeliane hanno arrestato tre palestinesi e ne hanno ferito un altro. 

"Israele non vuole una guerra in Libano ma può infliggere notevoli danni a Hezbollah se la diplomazia fallisse". Lo ha detto il ministro della difesa di Israele Yoav Gallant nel corso della sua visita a Washington. "Hezbollah capisce molto bene che possiamo infliggere pesanti danni in Libano se la guerra dovesse essere lanciata", ha aggiunto Gallant.


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Dibattito Biden-Trump, anche il conflitto in Medioriente tra i possibili temi

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Il sistema di Difesa di Israele

Iron Dome, Fionda di Davide, missili Arrow: l'arsenale militare di cui dispone Israele per difendersi dagli attacci. L'APPROFONDIMENTO

Nbc: "Nave Usa pronta a evacuare gli americani in Libano"

Il Pentagono si posiziona per essere pronto a evacuare gli americani dal Libano nel caso in cui gli scontri fra Israele e Hezbollah si intensificassero. Lo riporta Nbc citando alcune fonti, secondo le quali la nave anfibia d'assalto USS Wasp e i Marine della 24th Expeditionary Unit, in grado di compiere operazioni speciali, si sono spostati nel Mediterraneo.

Al-Jazeera: finora oltre 37 mila morti e più di 86 mila feriti nella Striscia di Gaza

Dal 7 ottore, giorni dell'attacco di Hamas a Israle, sarebbero almeno 37.765 le persone rimaste uccise e 86.429 i feriti nella Striscia di Gaza. Questo l'ultimo bilancio complessivo diffuso dal ministero della Salute di Gaza - e rilanciato da Al-Jazeera - che nel 2007 finì in mano a Hamas.

Netanyahu: Iran punta al Medio Oriente, minaccia per tutti

"L'Iran ci combatte su sette fronti: ovviamente Hamas, Hezbollah, gli Houthi, le milizie di Iraq e Siria, Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr) e direttamente Teheran". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu secondo cui l'Iran "vuole rovesciare anche la Giordania: il loro obiettivo è un attacco terrestre combinato su più fronti, oltre al lancio di missili. Dobbiamo scoraggiare gli altri elementi dell'asse terroristico di Teheran che non minaccia solo noi ma anche voi: è sulla buona strada per conquistare il Medio Oriente, significa l'Arabia Saudita e la penisola arabica. E' solo questione di tempo", ha aggiunto. 

Israele: pronti per Hezbollah, Hamas sarà presto sconfitta

"Hamas sarà presto sconfitta e siamo pronti ad affrontare gli Hezbollah al nord. Abbiamo i mezzi e le capacità". Lo ha detto il capo dell'aviazione Tomer Bar. "Bisogna attaccare il nemico nel suo territorio, questa - ha aggiunto - è la soluzione definitiva". 

Kfarshuba, Israele

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Fumo sul villaggio di Kfarshuba, Israele, a confine con il Libano

Hezbollah: ucciso un nostro combattente in raid israeliano

Gli Hezbollah libanesi hanno annunciato l'uccisione di un loro combattente in un raid israeliano nella valle orientale della Bekaa, nella località di Sohmor. Nel comunicato si afferma che Ali Ahmad Alaa ad Din, noto come 'Elias', di 49 anni e originario della stessa Sohmor, è morto nell'attacco. Secondo il conteggio del quotidiano libanese L'Orient-Le Jour, dall'8 ottobre a oggi sono stati uccisi in raid israeliani 353 combattenti di Hezbollah sia in Libano sia in Siria.

Tel Aviv, manifestanti contro Netanyahu bloccano le strade

Nei dintorni di Tel Aviv, a Rishon Lezion e HaBonim, manifestanti contro il governo israeliano hanno bloccato le strade. I cittadini hanno protestato per chiedere nuove elezioni, la sostituzione del premier Netanyahu e il rilascio degli ostaggi catturati da Hamas lo scorso 7 ottobre. 

M.O.: Hezbollah, lanciati droni esplosivi su base Marina Israele

Hezbollah ha rivendicato il lancio di droni esplosivi sulla Galilea occidentale, nel nord di Israele. Nel mirino del gruppo sciita filo-iraniano e' finita una base della Marina vicino a Rosh Hanikra. Le forze armate israeliane hanno confermato che almeno un drone ha colpito l'area. 

Guardian: 47 morti a Gaza nelle ultime 24 ore

Sono 47 i palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani all'interno di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il Guardian

Libano, attacco israeliano con droni nel sud del Paese

L'agenzia di stampa nazionale libanese ha riferito che Israele ha effettuato un attacco aereo con droni sulla città di Hula, nel sud del Libano. In precedenza l'agenzia di stampa siriana Sana aveva riferito che due persone erano state uccise da un attacco israeliano nel sud della Siria.

M. O.: tensioni con Hezbollah, Israele riunisce gabinetto di sicurezza

In serata dovrebbe riunirsi il gabinetto di sicurezza israeliano per discutere i continui scontri con Hezbollah nel nord del Paese e i timori crescenti di un'escalation sul fronte libanese. Lo ha riferito l'ufficio del primo ministro Netanyahu al Times of Israel. Il gabinetto di sicurezza è l'organo in cui lo Stato ebraico prende le sue decisioni relative al conflitto dopo lo scioglimento del gabinetto di guerra a seguito delle dimissioni del leader dell'opposizione, Benny Gantz.

Hamas: Vogliamo governo di unità nazionale palestinese per Gaza e Cisgiordania

A dirlo è Musa Abu Marzouk, vice capo dell'ufficio politico del movimento Hamas, in una intervista a Cairo News, sottolineando il rifiuto da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu delle risoluzioni dell'Onu e delle proposta Biden per un cessate il fuoco. "La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu e la proposta Biden - ha detto - sono state gettate nel cestino, ignorando la Carta delle Nazioni Unite" e, così facendo, "Netanyahu sfida il mondo intero, non solo gli Stati Uniti". Solo dopo un cessate il fuoco, ha ribadito, "si potrà parlare di un accordo per lo scambio degli ostaggi" che Hamas, ha concluso, "non vuole trattenere".


Quali paesi riconosco ufficialmente lo Stato di Palestina

Fonti Striscia, 7 morti e decine di ferite a Gaza

I servizi di emergenza palestinesi a Gaza - citati da Haaretz - hanno riferito di 7 morti e decine di feriti nei raid israeliani nella parte centrale Gaza. L'Idf - secondo fonti locali - sta operando a Sujaia, sobborgo di Gaza City. 

Israele: Idf chiede a palestinesi Sujaia di evacuare area

L'esercito israeliano ha chiesto ai cittadini di Sujaia, sobborgo di Gaza City, di lasciare l'area e di dirigersi verso le "zone umanitarie" designate nel sud della Striscia. Il portavoce in lingua araba dell'Idf Avichay Adraee, insieme all'annuncio, ha pubblicato una serie di zone da dove occorre che la popolazione evacui. L'appello dell'Idf è arrivato poco dopo che i media palestinesi avevano diffuso notizie di una serie di raid nella zona e di avanzata di tank nell'area.

Media: "Riad potrebbe chiedere la mediazione di Pechino sulla crisi nel Mar Rosso"

L'Arabia Saudita starebbe valutando la possibilità di chiedere la mediazione della Cina per risolvere la crisi in corso nel Mar Rosso, dove gli houthi continuano con i loro attacchi contro i mercantili legati a Israele in risposta alla guerra a Gaza.

Secondo fonti houthi citate dal quotidiano libanese Al-Akhbar, il ministro della Difesa saudita, Khaled bin Salman, che martedì si è recato in Cina per discutere della partnership strategica di difesa tra Pechino e Riad, avrebbe detto ai diplomatici cinesi che il regno del Golfo è pronto a fare concessioni al gruppo ribelle yemenita in cambio della sospensione degli attacchi contro le navi dirette o in partenza da porti sauditi.

La proposta saudita arriva dopo che la scorsa settimana il Pentagono ha annunciato di aver ritirato la portaerei Uss Dwight D. Eisenhower dall'area dopo quasi otto mesi di missione per contrastare gli attacchi houthi. La Uss Theodore Roosevelt è attualmente in viaggio dal Pacifico per sostituirla. Nei giorni scorsi, inoltre, la Grecia ha inviato la sua fregata Psara per unirsi all'operazione Aspides, la missione dell'Ue per la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso.

Medioriente, appello di 5 Paesi ai connazionali: "Via dal Libano"

Sono cinque i Paesi che hanno ufficialmente chiesto ai propri cittadini di abbandonare il Libano, sempre più esposto al rischio di attacchi da parte di Israele e di essere trascinato nel conflitto esploso lo scorso 7 ottobre tra lo Stato ebraico e Hamas. Gli ultimi due Paesi a chiedere di rientrare "urgentemente" sono stati Paesi Bassi e Germania, attraverso degli avvisi pubblicati sugli account dei rispettivi ministeri degli Esteri. L'appello arriva dopo quello di Canada, Macedonia del Nord e Kuwait, preoccupati dalla prospettiva che gli attacchi israeliani oltreconfine possano diventare sempre più intensi e che il Libano possa finire risucchiato nel conflitto: un timore condiviso anche dal governo britannico, che ha "sconsigliato vivamente" ai propri cittadini di recarsi nel Paese dei cedri, mentre il Dipartimento di Stato americano ha chiesto ai propri connazionali di evitare di recarsi in aree prossime al confine tra Libano e Israele. 

Fonti Turchia: "Il nostro esercito pronto alla Terza Guerra Mondiale"

"Nessuno, soprattutto il nostro Paese, vuole un quadro cupo come quello della Terza Guerra Mondiale, ma comunque il nostro esercito è pronto per tutti i tipi di scenari". Lo ha affermato una fonte del ministero della Difesa turco, come riferisce la tv di Stato turca Trt, in riferimento alle recenti dichiarazioni del capo della Diplomazia di Ankara, Hakan Fidan, secondo cui ci sarebbe il rischio di un terzo conflitto mondiale, a causa delle guerre in Medio Oriente e tra Ucraina e Russia. "Se ci si chiede se esiste un rischio totale, come nella prima e nella seconda guerra mondiale, ovviamente c'è una possibilità. Come Ministero della Difesa nazionale, effettuiamo le nostre valutazioni riguardo alla nostra difesa e alla nostra sicurezza ed elaboriamo tutti i nostri piani, che necessitano di essere aggiornati alla luce di nuove valutazioni. Possiamo facilmente dire che siamo uno dei Paesi più preparati. Le forze armate turche (Tsk) già sono un esercito dinamico. Un esercito che svolge un'attività continuativa in molteplici aree geografiche. Un esercito che ha testato e approvato i propri piani e la propria logistica e svolge inoltre attività di sostegno alla pace in molte parti del mondo", ha aggiunto la fonte. 

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