Strategia di Putin, da proposta per accordo con Kiev al potenziamento delle armi nucleari

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Introduzione

Il presidente russo ha fatto sapere che Mosca prevede di continuare a sviluppare i propri armamenti nucleari "come garanzia di deterrenza strategica e equilibrio di potere nel mondo". Ma qual è la situazione sul campo? E qual è la posizione della Nato di fronte delle manovre russe? Intanto, l'Ucraina ha detto "no" alla proposta di accordo avanzata dai russi

Quello che devi sapere

La strategia di Putin

  • Sale la tensione sul fronte della guerra tra Russia e Ucraina, dopo che il presidente russo Putin ha fatto sapere che Mosca prevede di continuare a sviluppare i propri armamenti nucleari "come garanzia di deterrenza strategica e equilibrio di potere nel mondo". Ma qual è la situazione sul campo di battaglia? E quali le manovre della Russia?

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Aumentano forze sul campo

  • Innanzitutto va ricordato che Putin stesso ha dichiarato, il 14 giugno, che quasi 700.000 russi stanno combattendo in Ucraina. Solo sei mesi fa, nel dicembre 2023, il presidente russo aveva indicato in 617.000 il numero di persone coinvolte nell’operazione. Gli uomini sul campo sarebbero quindi aumentati negli ultimi mesi

Le manovre e la proposta di accordo

  • L’annuncio di Putin spiega la capacità mostrata dai russi di aprire a maggio un nuovo fronte nel Nord della regione di Kharkiv, lungo il confine russo-ucraino. E, dopo aver mostrato le sue potenzialità belliche, Putin ha colto l’occasione del vertice G7 in Italia e del summit dei ministri della Difesa Nato a Bruxelles per avanzare una articolata proposta di accordo per concludere il conflitto

La proposta russa

  • Mosca è pronta a cessare le ostilità e negoziare per firmare la pace se Kiev ritirerà le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle forze russe e rinuncerà ad entrare nella Nato. La proposta di Putin include tutte le quattro regioni annesse da Mosca con i referendum del settembre 2022 sulle quali il controllo russo oggi non è certo completo: Lugansk è interamente in mano alle forze di Mosca, Donetsk, Zaporizhia e Kherson lo sono invece per circa il 60/70%

Il rifiuto dell'Ucraina

  • La proposta russa è però stata subito rifiutata dall’Ucraina e dai suoi alleati. “Di Putin non ci si può fidare”, ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, equiparando il leader russo a Hitler. “Lui vuole una parte dei nostri territori occupati, ma vuole anche quelli non occupati. Parla di regioni del nostro Paese. E non si fermerà. Non ci sarà un conflitto congelato”, ha detto il presidente ucraino nell’intervista con il direttore di Sky TG24, Giuseppe De Bellis (L'INTERVISTA ESCLUSIVA)

La posizione del G7

  • Intanto, il vertice del G7 in Italia ha assicurato il sostegno all’Ucraina “per tutto il tempo necessario” e ribadito la necessità di una pace che rispetti “l’integrità territoriale” del Paese. E poi c'è stata la Conferenza di pace in Svizzera con la partecipazione di oltre 90 nazioni e organizzazioni, alla quale però la Russia non è stata invitata

La dottrina nucleare russa

  • Guardando invece alla questione del nucleare, Putin il 20 giugno ha fatto sapere che la Russia sta valutando eventuali cambiamenti alla sua dottrina nucleare, tenendo conto che i potenziali avversari "stanno lavorando su questo" con un possibile "abbassamento della soglia per l'uso di armi nucleari". Putin ha comunque escluso la possibilità di prevedere un attacco preventivo, perché con una semplice rappresaglia "il nemico sarebbe distrutto". L'attuale dottrina nucleare russa prevede che le armi atomiche possano essere usate solo nel caso che sia minacciata la sovranità e l'integrità territoriale del Paese

 

Putin e l'annuncio sul nucleare

  • Il giorno successivo, il 21 giugno, Putin ha dichiarato anche che la Russia prevede di continuare a sviluppare i propri armamenti nucleari "come garanzia di deterrenza strategica e equilibrio di potere nel mondo”

 

La posizione della Nato

  • Le dichiarazioni del capo del Cremlino sono arrivate pochi giorni dopo che - il 17 giugno - il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg aveva affermato in un’intervista che l’Alleanza Atlantica stava valutando di schierare più armi nucleari di fronte alla crescente minaccia da parte di Russia e Cina. Stoltenberg aveva rivelato al quotidiano britannico The Telegraph che ci sono state consultazioni tra i membri Nato sul ritiro dei missili dai depositi e sulla loro messa in stand-by. “Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate, ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo”

 

La precisazione di Tajani

  • Alle dichiarazioni di Stoltenberg aveva però subito risposto indirettamente il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “Non si è mai parlato in nessuna riunione della Nato della questione delle armi nucleari. A noi non ha mai detto nulla di armi nucleari. Noi siamo contrari” e “non c’è nessuna corsa al nucleare da parte nostra”

Le potenze nucleari nel mondo

  • Come ricorda il sito analisidifesa.it le nove potenze nucleari presenti nel mondo hanno aumentato i loro arsenali atomici nel 2023, ammodernandoli e dispiegando nuove armi con l’obiettivo di rafforzare la propria capacità di deterrenza, secondo il rapporto annuale dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI). Su un totale di 12.121 testate nucleari censite nel gennaio 2024, 9.585 sono disponibili per un potenziale utilizzo, e di queste 3.904 sarebbero di pronto impiego (60 in più rispetto al gennaio 2023) mentre le altre sarebbero stoccate nei magazzini. Circa 2.100 armi atomiche sono state mantenute in stato di allerta operativa sui missili balistici. Quasi tutte queste testate appartengono alla Russia o agli Stati Uniti, ma per la prima volta si ritiene che la Cina abbia alcune testate in massima allerta operativa

L'accordo Russia-Corea del Nord

  • Ma la Russia intanto si muove anche verso la Corea del Nord. I due Paesi hanno infatti siglato un nuovo trattato di partenariato strategico globale che li vincola a usare ogni mezzo possibile per dare supporto militare in caso di guerra. L'art 4, ha riferito l'agenzia nordcoreana Kcna, stabilisce che se uno dei Paesi è spinto in uno stato di guerra, l'altro deve impiegare "tutti i mezzi a sua disposizione senza indugio" per fornire "assistenza militare e di altro tipo" in linea con l'art.51 della Carta dell'Onu e "le leggi di Dprk e Federazione Russa". I leader Kim Jong-un e Vladimir Putin si sono impegnati anche a "non partecipare ad atti che possano colpire i rispettivi interessi primari"

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