Onu, allarme rifugiati: raddoppiate negli ultimi 10 anni le persone costrette alla fuga

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Nel mondo ci sono 120 milioni di persone in fuga da guerre e cambiamenti climatici, lo documenta l’Agenzia Onu per i rifugiati nel nuovo Rapporto Global Trends 2024 che viene presentato oggi a Roma

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Fuggono dalle guerre e dai disastri territoriali causati cambiamenti climatici. Le persone costrette a scappare dal proprio Paese nel mondo sono 120 milioni, un numero che continua ad aumentare. Negli ultimi dieci anni i rifigiati sono raddoppiati. A denunciarlo è il Rapporto Global Trends 2024 dell'Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati. Il motivo? Vecchi e nuovi conflitti dal Sud alla Siria, dove la guerra civile dura da 13 anni in un susseguirsi di violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.

Tre su quattro sono rifugiati climatici

Alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato, il rapporto dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati certifica una popolazione di persone in fuga dal proprio Paese quasi pari a quella dell’intero Giappone. Il numero di rifugiati continua ad aumentare: solo nel 2023 si è registrato un aumento di 10 milioni, complici i conflitti sanguinosi in Palestina, in Ucraina e in Sudan. Ma, non solo: nei primi mesi del 2024, altri sei milioni di persone sono state costretta a lasciare le loro case. Tre su quattro provengono da Paesi dove l’emergenza climatica è parte della vita quotidiana delle persone. Sono i rifugiati climatici: costretti ad abbandonare il luogo in cui vivono a causa di disatri naturali.

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L’appello dell'Alto Commissario ai Paesi teatri di conflitto

"Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane. Questa sofferenza deve spingere la comunità internazionale ad agire con urgenza per affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati". A dirlo è Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati che prosegue: "È giunto il momento che le parti in conflitto rispettino il diritto bellico e il diritto internazionale. Il fatto è che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie".

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I Paesi più ricchi ospitano appena il 21% dei rifugiati

"Servono percorsi di inclusione", esorta l'Alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi. Il suo è un monito rivolto soprattutto ai Paesi più ricchi che, nello sforzo di accoglienza, non fanno abbastanza. A dirlo sono i numeri: appena il 21% dei rifugiati viene accolto dai Paesi ricchi, mentre la maggiorparte di chi scappa dal proprio Paese si ferma nei luoghi più vicini a casa.

In questo modo, il primato di accoglienza spetta a Paesi come Iran, Turchia, Colombia e Pakistan. La Germania arriva solo quinta, conquistando il titolo di primo Paese in Europa ad aprire le porte a un numero elevato di rifugiati che arrivano sia dalla rotta balcanica sia via mare dall'Italia.

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I numeri dell'accoglienza in Italia

Ma quanti sono i rifugiati che arrivano in Italia?

I dati lo dimostrano oramai da molti anni: l’Italia non è certo tra i Paesi che accolgono di più. Si contano appena 138.00 i titolari di un permesso di protezione internazionale a cui si aggiungono 147.000 richiedenti asilo, mentre si stimano circa 3.000 persone apolidi e 161.000 cittadini ucraini titolari di protezione temporanea presenti in Italia.

La gestione degli arrivi, quindi, non sarebbe difficile per i numeri esageramente alti ma per la mancanza di adeguati percorsi di integrazione.

Tra gli esempi positivi, però, si segnala il programma Welcome Working for refugee integration. Un progetto che in soli sette anni ha coinvolto oltre 700 aziende che hanno realizzato oltre 30 mila percorsi di inserimento lavorativo. Grazie a questa iniziativa, dal 2015 ad oggi, in Italia, sono state reinsediate 2.805 persone rifugiate e dal 2017 sono state trasferite dalla Libia, attraverso evacuazioni e corridoi umanitari, 1.510 persone vulnerabili a cui seguiranno circa altre 1.300 persone nei prossimi 3 anni.

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Da Siria e Afghanistan il numero più alto di rifugiati

Il 73% dei rifugiati sotto il mandato dell'Unhcr proviene da cinque Paesi: Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan. Ad avere il triste primato della popolazione di rifigiati più numerosa a livello globale è l'Afghanistan: una persona su sei che scappa da guerre e persecuzioni in cerca di condizioni migliori viene da qui.

Come sostiene l'Unhcr: “La comunità internazionale deve fare di più per intervenire sulle cause che costringono le persone alla fuga". Necessario, quindi- stando al rapporto presentanto oggi- incrementare le azioni di pace, gli interventi di sviluppo e di stabilizzazione delle popolazioni nei paesi di origine. In parallelo, dice l'agenzia dell'Onu, è fondamentale rafforzare le misure di protezione lungo le rotte percorse dalle persone in fuga. "Le soluzioni per i rifugiati nei paesi di accoglienza-assicura, però, l'Agenzia per i rifugiati- sono complesse, ma ci sono".

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