Live In, Olmert: "Fermare guerra a Gaza e liberare ostaggi, serve forza internazionale"

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L’ex premier israeliano, ospite di Sky TG24 all'evento organizzato a Milano, spiega la sua opposizione alla scelta di Netanyahu di portare avanti la guerra e l'operazione a Rafah. E invoca una forza internazionale militare di transizione a Gaza per riportare la situazione sotto controllo. Sul conflitto in Medioriente e l'importanza della cultura come ponte per la pace è intervenuto anche Omer Wellber, direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo

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Fermare subito la guerra, liberare gli ostaggi e organizzare una forza internazionale a Gaza per impedire ad Hamas di riprendere il controllo. L’ex premier israeliano Ehud Olmert, ospite di Sky TG24 a Live In Milano, commenta il conflitto in corso a Gaza e spiega la sua opposizione alla scelta di Netanyahu di portare avanti la guerra e l'operazione a Rafah. E sul conflitto in Medioriente e l'importanza della cultura come ponte per la pace è intervenuto anche Omer Wellber, direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo.

Olmert: fermare subito la guerra

Sul bombardamento israeliano a Rafah delle scorse ore che ha causato oltre 30 vittime, l'ex premier israeliano commenta: "Mi dispiace non poter dare una giustificazione a ciò che succede lì. Dobbiamo porre fine alla guerra, fermare l'invasione di Rafah. Sono stati colpiti dei civili, oltre 30 persone. Se fossi in Netanyahu avrei posto già fine alla guerra. Non c'è dubbio - spiega - che questa controffensiva dopo il 7 ottobre dovevamo aspettarcela, dovevamo portare giustizia. La rappreseglia israeliana è avvenuta nei tempi giusti, ma ora abbiamo esaurito tutti i vantaggi di questa operazione. Costerà ancora tante vite, anche di soldati, e ci sono ancora ostaggi a Gaza".

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Olmert: governo Netanyahu è illegittimo

Sulle azioni del governo di Netanyahu e sulla sua legittimità, Olmert è netto: "No, non è legittimo. Non c'è alcun modo di difenderli. Hanno ancora la maggioranza in Parlamento, ma tutto quello che hanno fatto ha portato il 70% del popolo israeliano a non appoggiare più le scelte di questo governo. Netanyahu doveva dimettersi dopo il 7 ottobre. Però - commenta ancora Olmert - non è vero che le persone stanno morendo di fame a Gaza. Ci sono oltre 700 camion che portano aiuti ogni giorno. Ma non è una scusa chiaramente, la guerra deve finire. E non perché abbiamo commesso dei crimini di guerra, io non credo che li abbiamo commessi. Dobbiamo farla finire perché stiamo oltrepassando dei limiti, ma non perché ci siano civili che stanno morendo di fame".

Olmert: serve forza internazionale a Gaza

L'ex premier israeliano traccia una exit strategy per porre fine al conflitto a Gaza: "Dobbiamo impegnarci chiaramente a ritirarci da Gaza, con l'ingresso di una forza di intervento internazionale. Io spero in una forza europea. Come successe nel sud del Libano, quando Prodi disse che avrebbe voluto i soldati italiani lì. Io convinsi Berlusconi ad appoggiare questa idea In Parlamento e i soldati arrivarono. Credo che ora potremmo fare lo stesso a Gaza con una forza internazionale, anche europea, che impedisca ad Hamas di avere ancora il dominio".

Poi Olmert aggiunge: "Non parlo a nome del governo, parlo come cittadino israeliano. Le cose che vedo non mi piacciono. Ci sono stati scontri con gli egiziani, ci sono terroristi palestinesi, ci sono stati degli incidenti... ma la cosa più importante è se gli egiziani stiano mediando tra noi ed Hamas per il bene degli ostaggi. Se fermeremo la guerra ci sarà un compromesso. Israele deve ritirarsi da Gaza nei confini internazionali. Potremo così liberare la maggior parte degli ostaggi forse, alcuni di loro non saranno più in vita". E conclude: "La maggioranza del popolo israeliano non si fida di Netanyahu e del suo governo. Credo che se ci fossero elezioni, perderebbero. Noi faremo in modo che tutti gli israeliani uniscano le forze per cambiare il governo e arrivare a negoziati di pace. Non diamo sempre tutta la colpa agli israeliani. Loro vogliono cambiare. Il governo si può cambiare democraticamente".

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Wellber: arte e cultura sono ponti per la pace

Wellber sottolinea invece come Wagner in Israele "non si possa suonare perché è visto come ispirazione per il nazismo. Ma la cultura è verità, è ammettere le cose. Il lavoro artistico va oltre, va all'anima delle persone, non si ferma alla superficie". Ma dopo il 7 ottobre l'arte e la cultura sono ancora ponti? "Certo - sottolinea Wellber - senza arte e cultura non possiamo andare avanti. Io sono un grande oppositore di Netanyahu. Nonostante questo capisco che ci sono 121 ostaggi lì, ci sono ragazze che vengono violentate da mesi. Ci sono tante persone disperate, tanti palestinesi, che non capiscono questo sostegno che viene dato ad Hamas. Sono molto preoccupato. Trovo ad esempio interessante che molte persone pubblichino solo l'indagine dell'Aia su Netanyahu, e non su Sinwar e Hamas".

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