Migranti, che effetti avrà per l'Italia il nuovo patto Ue? I DATI
Dall'Europarlamento è arrivato il via libera al nuovo pacchetto di regole in tema di migrazione. Due le tendenze: da un lato si prevede un meccanismo di solidarietà obbligatoria che porta i Paesi diversi da quelli di approdo ad accogliere alcuni migranti, dall'altro si rende più facile rimandare un migrante nel Paese di sbarco. Quali potrebbero essere le conseguenze per il nostro Paese? Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 aprile di "Numeri", approfondimento di Sky TG24
- L’Europarlamento ha dato il via libera al nuovo patto sui migranti: il 10 aprile la votazione si è conclusa con 301 sì, 269 no e 51 astenuti. Tra le regole si prevede, nei momenti di emergenza, un meccanismo di solidarietà obbligatoria che porta i Paesi diversi da quelli di approdo o ad accogliere alcuni migranti o a contribuire economicamente, anche se la gestione della domanda di asilo resta al Paese di sbarco. Cosa cambia per l’Italia? Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 aprile di Numeri, approfondimento di Sky TG24
- Va innanzitutto sottolineato come l’Italia non sia l’unico Stato che si trova a gestire un grande numero di sbarchi. Nel 2024, secondo dati UNHCR, per ora è la Spagna quello che ha registrati più arrivi: 17.192, contro 14.604 sulle coste italiane e 11.356 su quelle greche
- La maggior parte dei migranti che sono arrivati in Spagna sono sbarcati alle Isole Canarie. Al 15 marzo se ne contavano già 12.393, contro i 2.178 nello stesso periodo dello scorso anno
- Quali sono quindi gli effetti del nuovo patto europeo? Si evidenziano due tendenze opposte. La prima è il meccanismo di solidarietà obbligatoria, per cui in condizioni di emergenza i migranti che dovrebbero restare nei Paesi di approdo possono andare in altri Stati. Con la seconda si rende invece più facile reindirizzare un migrante verso il Paese di sbarco quando non viene rispettato il vincolo dello Stato di primo approdo (se ad esempio ha varcato la frontiera ma ha fatto la prima richiesta di asilo altrove). Oggi questo non avviene
- Si ricorda che il meccanismo di solidarietà obbligatoria è previsto solamente in determinate condizioni e che prevede un ricollocamento minimo in tutta l'Ue di 30mila migranti. Se un Paese non intende accogliere persone che non gli spetterebbero può pagare 20mila euro per ogni migrante non ricollocato
- Si va però anche a facilitare il meccanismo di ritrasferimento nel Paese di approdo, responsabile della procedura di asilo, se il migrante ha fatto richiesta in altro Paese
- Non solo: aumenta il periodo in cui il Paese di approdo è responsabile della pratica di asilo (oggi dura 12 mesi, con il nuovo patto diventa di 20 mesi, seppur con alcune con deroghe)
- Guardando ai dati relativi al 2023, la Germania - dove arrivano decine di migliaia di migranti che dovrebbero fare richiesta di asilo altrove - avrebbe dovuto espellere 75mila persone. È però riuscita a portar a termine solamente 5mila procedure, perché in molti casi i Paesi di approdo non li riaccettano. I migranti da ricollocare in Italia sarebbero dovuti essere 15.479: soltanto in 11 casi è stato fatto
- Siccome le richieste rivolte all'Italia per riaccogliere i migranti sono decine di migliaia all’anno, che ci si guadagni o no con il nuovo patto e con i suoi sistemi contrapposti è difficile dirlo
- C'è poi la questione dei rimpatri, molto difficili da attuare. Negli ultimi 10 anni solo l'Italia ne avebbe dovuti eseguire 264mila. Solo in 44mila casi ci si è riusciti