Uk, rapporto National Health Service: più cautela trattamento ormonale minori trangender
Mondo ©GettyUn’indagine commissionata dal servizio sanitario britannico denuncia la mancanza di “dati affidabili” e il clima tossico che non permetterebbe a tanti adolescenti di essere assistiti adeguatamente sulle loro scelte
“Costruito su fondamenta traballanti”. Così viene definito un intero settore medico volto a consentire ai bambini di cambiare sesso nel Regno Unito. La conclusione è della dottoressa Hilary Cass, ex presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health, incaricata dal Sistema nazionale inglese nel 2020 di rivedere i servizi per minori con disforia di genere.
Un’indagine iniziata nel 2020
A conclusione di un rapporto di 400 pagine, Cass mette in crisi la metodologia di assistenza fin qui adottata, che consiste unicamente nel fornire ormoni ai minori di 18 anni per arrestare la pubertà o la transizione al sesso opposto. A partire al 2011, migliaia di adolescenti hanno ricevuto bloccanti della pubertà e le richieste dei giovani al servizio per l’identità di genere sono aumentate di 100 volte in poco più di un decennio. L’età minima per essere sottoposti a questa terapia è intorno ai 16 anni e riguarda al momento poco meno di un centinaio di adolescenti.
Cass: attenzione all’uso di ormoni, sì ad approccio olistico
Per la dottoressa occorre al più presto cambiare approccio, in modo da ridurre l’impatto prettamente farmacologico a vantaggio di un modello olistico che stia particolarmente attento all’aspetto psicologico di individui la cui personalità è ancora in costruzione e rapida trasformazione. Il premier Rishi Sunak ha accolto con favore le sue conclusioni e ha affermato che la mancanza di conoscenze sull'impatto a lungo termine degli interventi medici impone di procedere con “estrema cautela”.
Un tema che divide e polarizza
La dottoressa ha denunciato come i medici che operano in questo specifico settore sono vittime di un clima non sereno e di un dibattito pubblico fortemente polarizzato. Intervenendo al programma Today della BBC Radio ha spiegato come “A causa della tossicità del dibattito, i servizi locali evitano spesso di aver a che fare con loro, invece di riceverli come farebbero con altri giovani con depressione o ansia, o magari con un disturbo dello spettro autistico non diagnosticato. L’unica soluzione che rimane è quindi quella ospedaliera”.