La legge scozzese contro la transfobia e la battaglia di J.K Rowling (e non solo)

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Giulia Mengolini

Giulia Mengolini

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La nuova legge entrata in vigore rafforza la legislazione esistente ed estende il reato di incitamento all'odio, in particolare verso le persone trans. Ma molti critici sollevano possibili rischi per la libertà di espressione. Tra tutti la scrittrice britannica, che sostiene discrimini le donne e su X scrive: "Arrestatemi". Se per il primo ministro Sunak nessuno dovrebbe essere perseguito per "aver affermato semplici fatti sulla biologia", il premier scozzese difende la norma

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JK Rowling, la scrittrice britannica 'madre' della saga Harry Potter, non sarà indagata dalla polizia per i suoi messaggi polemici contro la stretta legislativa locale approvata in Scozia il primo aprile in materia di "istigazione all'odio" verso le persone transgender. Lo ha annunciato oggi la stessa Police of Scotland in una nota, precisando di aver condotto una verifica sulla base delle segnalazioni di attivisti vari, ma di aver concluso che le sue espressioni non hanno rilevanza penale neppure alla luce dell'ultimo giro di vite normativo. Nei messaggi diffusi nei giorni scorsi attraverso il proprio profilo X, l'autrice - inglese di nascita, residente a Edimburgo - paladina della difesa di una linea distintiva biologica fra donne e uomini - aveva denunciato la nuova legge "woke" (termine difficilmente traducibile in italiano che indica l’atteggiamento 'consapevole' di chi presta attenzione alle ingiustizie sociali) come una minaccia alla libertà di espressione. Aveva poi sfidato le autorità ad arrestarla dopo essere tornata a indicare nero su bianco come "uomini", biologicamente parlando, una decina di persone transgender protagoniste di casi di cronaca recenti nel Regno Unito: persone (ad esempio uno stupratore condannato dichiaratosi trans solo dopo l'arresto) bollate dalla scrittrice come "misogine", nonché opportunistiche" nella loro transizione sessuale.

Esteso il reato di incitamento all'odio

Quella entrata in vigore lunedì è una legge radicale contro l’incitamento all’odio, che promette protezione contro minacce e abusi nei confronti delle persone più esposte a discriminazioni, ma sta anche attirando forti critiche sul fatto che potrebbe avere un effetto dissuasivo sulla libertà di parola. Introdotta dopo che uno studio del 2018 condotto da un giudice raccomandava di consolidare le leggi del paese sui crimini d’odio e di aggiornare il Public Order Act del 1986 e approvata dal Parlamento scozzese nel 2021, la nuova legge rafforza la legislazione esistente ed estende il reato di incitamento all'odio, in particolare alle identità trans, che rende un reato penale comunicare o comportarsi in un modo che “una persona ragionevole considererebbe essere minaccioso, offensivo o offensivo”. Sulla carta prevede aumenti di pena fino a sette anni di reclusione per atti riconosciuti come istigazione ai danni delle minoranze sessuali. E cita esplicitamente il "reato" di disconoscimento dell'identità transgender.

Il premier britannico Sunak sta con Rowling

Tra chi ha evidenziato possibili rischi per la libertà di espressione c'è il primo ministro britannico. Sunak - che ha a disposizione la strada del veto costituzionale per bloccarla - ha dichiarato che nessuno dovrebbe essere perseguito per "aver affermato semplici fatti sulla biologia". "Crediamo nella libertà di parola in questo Paese e i conservatori la proteggeranno sempre", ha detto al Daily Telegraph. Mentre l'autrice della saga di Harry Potter si è scagliata contro "la legislazione che apre ad abusi da parte degli attivisti che vogliono mettere a tacere chi di noi denuncia il pericolo di eliminare gli spazi riservati alle donne", come ha scritto in una serie di messaggi su X. Negli ultimi anni Rowling si era opposta in diverse occasioni alla causa degli attivisti transgender, attirandosi critiche da tutto il mondo.

Il sostegno del primo ministro scozzese

"Molto orgoglioso" del testo invece il primo ministro scozzese Humza Yousaf, che si è detto "molto fiducioso nella capacità della polizia scozzese" di attuarlo "come dovrebbe". Il leader scozzese ha inoltre denunciato più volte la "disinformazione" che, a suo avviso, regna attorno a questa legislazione, di cui evidenzia le garanzie per tutelare la libertà di espressione e lottare contro procedimenti giudiziari abusivi. A Yousaf, che era ministro della giustizia scozzese quando il disegno di legge è stato approvato, lunedì è stato chiesto direttamente in merito alle critiche di Rowling e di chi contesta la legge. “Non è la polizia di Twitter. Non sono gli attivisti, non sono i media. Grazie al cielo, non sono nemmeno i politici a decidere in ultima analisi se un crimine è stato commesso o meno”, ha detto Yousaf a Sky News. Mentre il leader del Partito conservatore scozzese, Douglas Ross, ha detto al premier un paio di settimane prima della sua entrata in vigore che la legge era “pericolosa e impraticabile”.

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Le classi 'protette' dalla controversa legge - come scrive il New York Times - includono età, disabilità, religione, orientamento sessuale e identità transgender (l'odio razziale è stato invece omesso perché era già trattato da una legge del 1986). Ma la nuova legge non include le donne tra i gruppi protetti - e questo è uno dei punti fortemente criticati da Rowling - anche se una task force governativa ha  chiesto che la misoginia venga affrontata in una legislazione separata. La scrittrice britannica ha contestato l'omissione delle donne (biologicamente parlando) sostenendo che il Parlamento scozzese ha attribuito “un valore maggiore ai sentimenti degli uomini che mettono in pratica la loro idea di femminilità, per quanto misogina o opportunistica, che ai diritti e alle libertà delle persone reali” ovvero "donne e ragazze”. E sempre su X ha lanciato la provocazione: "Sono attualmente fuori dal Paese, ma se quello che ho scritto qui si qualifica come un reato secondo i termini della nuova legge", ha aggiunto, "non vedo l'ora di essere arrestata quando tornerò".

Il mondo Lgbt+ contro Rowling

La decisione della polizia, comunicata oggi, di non perseguire legalmente Rowling è stata definita "molto deludente" dal mondo Lgbt+, e in particolare da Katie Nevees, donna trans nominata delegata britannica all'Onu sulle questioni femminili, che tempo fa la scrittrice aveva additato come "un uomo eterosessuale trasformatosi in donna lesbica a 48 anni". "JK Rowling fa del bullismo e questa nuova legge dovrebbe servire proprio a punire i bulli", ha sostenuto Nevees, affermando di essere stata bersaglio del suo "incitamento all'odio" in passato e di aver "ricevuto per questo migliaia di messaggi" ostili.

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