Attacco a consolato Iran a Damasco, Khamenei: "Puniremo Israele"

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Mentre dal ministro della Difesa israeliano Gallant arriva quello che per molti è un riferimento a quanto successo - "stiamo lavorando ovunque per impedire il rafforzamento dei nostri nemici" - la Guida Suprema iraniana assicura che “il malevolo regime di Israele sarà punito per mano dei nostri coraggiosi uomini”. L'Ue invita a “mostrare moderazione” per non portare a “un’ulteriore escalation” in Medioriente

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"Stiamo lavorando ovunque per impedire il rafforzamento dei nostri nemici". Arriva da un intervento alla Knesset del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant quello che per molti è il primo - seppur indiretto - riferimento all'attacco di ieri all’ambasciata di Teheran a Damasco in cui, tra diverse vittime, sono stati uccisi alti ufficiali dei Pasdaran. Subito si era puntato il dito contro Israele. E mentre qualcuno, come il portavoce della Politica estera Ue Peter Stano, cerca diplomaticamente di richiamare gli israeliani a “mostrare moderazione” per non portare “un’ulteriore escalation” in Medioriente, la tensione con l’Iran sale alle stelle. “Il primo ministro israeliano Netanyahu ha perso completamente il suo equilibrio mentale, a causa delle ripetute sconfitte dei sionisti a Gaza e del fallimento nel raggiungere i loro obiettivi ambiziosi", ha detto il ministro iraniano degli Esteri Hossein Amirabdollahian. Più dura la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che promette che “il malevolo regime di Israele sarà punito per mano dei nostri coraggiosi uomini”, allo stesso modo del presidente Raisi: “Il crimine codardo non rimarrà senza risposta" (GUERRA A GAZA, LE NEWS IN DIRETTA).

Iran: "L'America deve essere ritenuta responsabile"

Per l’Iran, come ha sottolineato sempre il ministro degli Esteri, “l’America deve essere ritenuta responsabile dell’attacco”, perché il governo Usa è “sostenitore del regime sionista”. Intanto, la vice rappresentante dell'Iran all'Onu Zahra Ershadi, in una lettera indirizzata al Consiglio di Sicurezza, ha chiesto un incontro urgente per discutere e denunciare l'attacco aereo contro il consolato. "Considerando le implicazioni internazionali di vasta portata di un atto così riprovevole che può esacerbare le tensioni nella regione, l'Iran sollecita il Consiglio di Sicurezza a condannare il crimine ingiustificato", ha affermato nella lettera, aggiungendo: "Il regime sionista aggressore ha la piena responsabilità per le conseguenze del crimine e l'Iran si riserva il legittimo diritto di dare una risposta a tali atti riprovevoli". 

Mosca e Pechino condannano l'attacco

A sostenere Teheran c'è il Cremlino. "Questo è un atto criminale nei confronti dello Stato sovrano dell'Iran, e anche in relazione allo Stato sovrano della Siria, sul cui territorio è stato commesso questo atto terroristico", ha detto il direttore del Servizio di intelligence estera russa (Svr), Serghei Naryshkin. Non solo: come fatto dalla vice rappresentante dell'Iran all'Onu, anche Mosca ha annunciato di aver chiesto - e ottenuto - la calendarizzazione per oggi di una riunione aperta del Consiglio di Sicurezza Onu su quanto accaduto. Anche da Pechino arriva la condanna l'attacco, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin: "La sicurezza delle sedi diplomatiche non può essere violata e la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria devono essere rispettate".

Emergency and security personnel extinguish a fire at the site of strikes which hit a building annexed to the Iranian embassy in Syria's capital Damascus, on April 1, 2024. Syrian state media said Israeli strikes hit an Iranian consular annex in the capital on April 1, while a war monitor reported eight people were killed and Iranian state media said a senior commander of the powerful Islamic Revolutionary Guard Corps was among the dead, amid rising regional tensions due to the Gaza war. (Photo by LOUAI BESHARA / AFP) (Photo by LOUAI BESHARA/AFP via Getty Images)

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Iraniaswork on a section of a pipeline after the project was launched during a ceremony with presidents of Iran and Pakistan on March 11, 2013 in the Iranian border city of Chah Bahar. The two leaders jointly unveiled a plaque before shaking hands and offering prayers for the successful conclusion of the project, which involves the laying of a 780 kilometre (485 mile) section of the pipeline on the Pakistani side, expected to cost some $1.5 billion.  AFP PHOTO/ATTA KENARE (Photo by Atta KENARE / AFP) (Photo by ATTA KENARE/AFP via Getty Images)

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