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Guerra a Gaza. Operatori ong Usa uccisi in raid. Proteste davanti casa Netanyahu

©Getty

Sette persone che lavoravano per la ong Usa World Central Kitchen sono morte dopo un attacco aereo israeliano. Il fondatore: "Il mio cuore spezzato, Israele si fermi". E' stato "un tragico caso in cui le nostre forze involontariamente hanno colpito innocenti nella Striscia di Gaza": così Netanyahu. Migliaia di manifestanti in serata hanno raggiunto la casa del primo ministro israeliano a Gerusalemme. I mediatori nei negoziati al Cairo hanno "formulato, con l'aiuto dell'Egitto, una proposta aggiornata" per Hamas

LIVE

Parigi: 'Ferma condanna del raid israeliano contro Wck'

Il capo della diplomazia francese Stéphane Séjourné ha espresso la "ferma condanna" della Francia dopo "l'attacco israeliano che ha provocato la morte di sette operatori umanitari" della ong americana World Central Kitchen a Gaza. "Proteggere gli operatori umanitari è un imperativo morale e legale a cui tutti devono attenersi", ha affermato Séjourné durante una conferenza stampa con il segretario di Stato americano Antony Blinken, prima di aggiungere: "Niente giustifica una tale tragedia".

La Turchia condanna l'attacco di Israele a Damasco

"Condanniamo l'attacco israeliano contro l'ambasciata iraniana a Damasco". Lo dichiara il ministero degli Esteri di Ankara in un comunicato che accusa Tel Aviv di violare il diritto internazionale. "Siamo preoccupati che questa azione possa degenerare in un conflitto nell'intera regione", si legge nel comunicato, in cui si invitano "tutte le parti interessate ad agire con buon senso e moderazione e a rispettare il diritto internazionale".

Litvak: 'Tra Israele e Iran crisi rischia di finire fuori controllo'

Ne Israele, né l'Iran vogliono un conflitto diretto. Ma ''potrebbe esserci una escalation'', un momento ''in cui una parte colpisce più duramente dell'altra'' con il risultato che venga ''perso il controllo della situazione''. Lo ha spiegato ad Adnkronos Meir Litvak, docente di Storia del Medio Oriente ed esperto di Iran all'università di Tel Aviv. Ma se questo scenario rientra in quello della possibilità, ciò che ''è quasi certo'' è che ''l'Iran tenterà di reagire'' agli attacchi israeliani. ''C'è una grande probabilità di ritorsioni iraniane'', ritiene Litvak, mentre dalla parte di Israele quello che si aspetta è che ''è possibile che ci sia il desiderio di intensificare la battaglia contro Hezbollah''. E questo ''perché l’attuale guerra di logoramento che si svolge al confine settentrionale avvantaggia Hezbollah e il costo per Israele è alto''.

Ma ci sono delle linee rosse che non verranno superate, ovvero ''Israele non attaccherà il territorio iraniano a meno che l'Iran non sferri un attacco importante contro Israele dal suo territorio'', precisa l'analista. ''Israele non attaccherà gli impianti nucleari iraniani senza il via libera degli Stati Uniti'', aggiunge. E ancora: ''Israele non attaccherà obiettivi civili in Iran a caso, a differenza di Hezbollah che mira a obiettivi civili israeliani''. In ogni caso ''sia Israele sia l’Iran negli ultimi mesi sono stati impegnati in un conflitto controllato. L’Iran ha utilizzato Hezbollah per sferrare attacchi contro Israele e Israele ha cercato per sette anni di bloccare le spedizioni di armi dall’Iran a Hezbollah attraverso la Siria. Le due parti sono state attente a non trasformare il conflitto in una guerra su vasta scala'', ha sottolineato.


Ex ostaggi: 'Tutte le donne molestate sessualmente, abusi anche sugli uomini'

"Non importa come cerchi di addolcirli, tutte hanno subito abusi sessuali". Lo ha dichiarato con le lacrime agli occhi e tremando l'ex ostaggio Maya Regev, durante un dibattito sulla situazione delle donne ancora tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza, in una riunione alla Knesset. Un'altra ex ostaggio, Sharon Aloni-Cunio, ha esortato il parlamento a non dimenticare anche gli uomini tenuti in prigionia, affermando che subiscono abusi terribili. 

Il dibattito, al quale non ha partecipato nessun ministro ma solo tre membri della coalizione, è stato avviato su iniziativa dei parenti degli ostaggi. Madri e sorelle dei prigionieri stavano fuori dalla sala con le foto dei loro parenti, alcune indossavano magliette macchiate di sangue. La madre di Liri Albag, una soldatessa di 19 anni tenuta prigioniera da Hamas, ha detto all'inizio della discussione: "Le nostre figlie soffrono quotidianamente tormenti lì. Sono danneggiate fisicamente ed emotivamente. Tutti coloro che prendono decisioni devono capire che ogni giorno assistiamo allo stupro che avviene a Gaza. Queste ragazze subiscono uno stupro quotidiano e tutti lo ignorano. Sento Liri chiedere aiuto ogni giorno: 'Mamma, salvami'. L'anima di Liri è ferita, non parlo più del corpo. E voi tacete e andate in vacanza?", ha aggiunto la donna riferendosi alla pausa primaverile della Knesset che inizierà il 7 aprile.

Tre britannici e un americano tra volontari uccisi a Gaza

Sono tre i cittadini britannici uccisi con altri 4 operatori umanitari nel raid israeliano che ha colpito un convoglio dell'ong americana Wck mentre portava aiuti nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono i media del Regno Unito citando fonti della stessa ong, dopo che inizialmente si era parlato di un cittadino britannico tra le vittime. Gli altri volontari colpiti a morte risultano essere un cittadino con doppia cittadinanza di Usa e Canada, un palestinese, un polacco e un'australiana.

Haaretz: 'A colpire i veicoli Wck un drone con 3 razzi'

Un drone dell'esercito israeliano ha sparato ripetutamente al convoglio di aiuti del Wck dopo che "i soldati hanno pensato che terroristi armati fossero nel gruppo". Lo ricostruisce un rapporto di Haaretz che cita fonti anonime della sicurezza a conoscenza dell'accaduto. Secondo lo stesso giornale, "un drone Hermes 450 ha tirato tre missili in rapida successione" nonostante sul tetto dei veicoli fosse chiaramente indicato che appartenevano al Wck. La decisione - ha proseguito il rapporto - è stata presa da un'unità a guardia del percorso di trasporto degli aiuti.

Guterres condanna il raid a Damasco: 'Evitare escalation'

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, "condanna" l'attacco contro l'Iran a Damasco e riafferma che "il principio dell'inviolabilità delle sedi e del personale diplomatico e consolare deve essere rispettato in ogni caso in conformità con il diritto internazionale". In una nota del portavoce, Stephane Dujarric "invita tutti gli interessati a esercitare la massima moderazione ed evitare un'ulteriore escalation. Qualsiasi errore di calcolo potrebbe portare a un conflitto più ampio in una regione già instabile, con conseguenze devastanti per i civili".

Medici al Guardian: 'Cecchini israeliani prendono di mira bimbi'

Medici impegnati a Gaza hanno detto al quotidiano britannico Guardian che sempre più bambini - ma anche anziani e civili non combattenti in generale - arrivano in ospedale con ferite provocate da un singolo colpo alla testa o all'addome. L'esame delle ferite, e le testimonianze raccolte da chi li ha portati in ospedale, li hanno portati a concludere che sono stati "deliberatamente presi di mira da cecchini israeliani". Tra le testimonianze, il giornale cita la dottoressa Fozia Alvi, che ora si trova in Canada, e racconta di come, durante un turno all'European hospital a Gaza sud, si trovò sulle barelle due bambini con ferite al volto e a cui era stata praticata una tracheotomia. "Chiesi all'infermiera, che cosa gli è successo? Lei rispose che erano stati portati due ore prima. Avevano ferite provocate da proiettili sparati alla testa. Dovevano avere sette o otto anni". "Non potevano parlare. Erano paraplegici. E non erano gli unici. Ho visto bambini con ferite provocate da cecchini alla testa e al petto. Non erano combattenti. Erano bambini", dice. I minori sono un terzo dei 32mila e più uccisi a Gaza dagli israeliani, secondo il ministero della Sanità di Gaza retto da Hamas. Nove medici sentiti dal Guardian hanno detto che la maggior parte dei bambini morti e feriti sono stati colpiti da schegge o ustionati nei bombardamenti. Altri erano finiti sotto alle macerie. Ma i dottori hanno anche parlato del numero crescente di bambini giunti con una sola ferita provocata da un proiettile di grosso calibro. Esperti Onu e anche il quotidiano israeliano Haaretz, scrive ancora il Guardian, hanno riferito che i militari aprono il fuoco contro civili in cerca di riparo; il giornale ha scritto che ciò avviene regolarmente in zone designate come "di combattimento". L'esercito israeliano ha "seccamente respinto" queste accuse. Il Guardian riferisce poi altre testimonianze che proverebbero l'azione dei tiratori scelti contro i bambini, e ha visionato le tac che mostrano le ferite dei singoli proiettili. La dottoressa Alvi afferma: "Questa non è una guerra normale. La guerra in Ucraina ha ucciso 500 bambini in due anni, quella a Gaza oltre 10.000 in meno di cinque mesi. Abbiamo già visto altre guerre, ma questo lascia una macchia scura sulla nostra umanità". 

Blinken: 'Israele faccia di più per proteggere innocenti'

Israele dovrebbe "fare di più per proteggere le vite dei civili innocenti". Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken a Parigi.

Blinken chiede indagine imparziale sul raid su Wck a Gaza

Gli Stati Uniti chiedono "un'indagine rapida e imparziale" sull'attacco aereo israeliano che ha ucciso sette operatori umanitari dell'ong World Central Kitchen a Gaza. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa Antony Blinken a Parigi.

World Central Kitchen, cos’è e dove opera la Ong di aiuti alimentari colpita a Gaza

Sette operatori dell'organizzazione non governativa statunitense sono  stati uccisi in un raid dell'Idf nella Striscia. Fondata nel 2010 dallo  chef José Andrés e dalla moglie dopo il terremoto ad Haiti, l'Ong si  occupa di fornire pasti e aiuti in seguito a disastri naturali, oppure  in zone di conflitto. Ha operato in scenari post sisma, uragani,  incendi. Negli ultimi mesi ha fornito milioni di pasti a Gaza anche con  consegne marittime grazie a un corridoio da Cipro. L'APPROFONDIMENTO

Le condoglianze di Israele ai membri del World Central Kitchen uccisi a Gaza

Iran: "Usa responsabili dell'attacco di Israele a Damasco"

Ali Shamkhani, consigliere militare della Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei, ha affermato che la "responsabilità diretta" del raid attribuito a Israele contro l'edificio consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco è degli Stati Uniti. "Il regime sionista, agendo come un esercito per conto degli Usa nella regione, ha commesso un atto sciocco attaccando il consolato dell'Iran a Damasco. Se Washington fosse stata a conoscenza delle intenzioni di Israele non ha alcuna incidenza sulla responsabilità diretta degli Stati Uniti per questo crimine e le sue conseguenze", ha scritto Shamkhani sul suo account X. 

Medio Oriente, Lapid in Usa prossima settimana: focus su ostaggi e rapporti strategici

Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid si recherà la prossima settimana a Washington per discutere di come ''rafforzare la relazione strategica Israele-Usa, riportare gli ostaggi in patria e del ruolo di Israele nella regione''. Lo ha reso noto l'ufficio di Lapid senza indicare chi l'ex premier incontrerà negli Stati Uniti.

Onu: "Quasi 200 operatori umanitari uccisi a Gaza da ottobre"

Sono circa duecento, secondo le Nazioni Unite, gli operatori umanitari uccisi nella Striscia di Gaza da quando, lo scorso 7 ottobre, è iniziata la rappresaglia di Israele per l'attacco subito da Hamas. Lo ha dichiarato in una nota Jamie McGoldrick, coordinatore delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari a Gaza. ''Non è un incidente isolato'' l'uccisione di sette operatori umanitari in un raid aereo israeliano, ha aggiunto, spiegando che ''almeno 196 umanitari sono stati uccisi'' nell'enclave palestinese da ottobre al 20 marzo. ''Si tratta di quasi del triplo delle vittime registrato in un singolo conflitto in un anno'', ha aggiunto.

Per McGoldrick l'enclave palestinese ''è diventata uno dei luoghi più pericolosi e difficili al mondo in cui lavorare. Non è rimasto alcun posto sicuro a Gaza''.

Onu

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Save the Children: "A Gaza deperito 1 bimbo su 3 sotto i due anni"

Nel Nord della Striscia di Gaza 1 bambino su 3 sotto i due anni soffre di deperimento, la forma più grave di malnutrizione: stime che sono raddoppiate rispetto a gennaio. Lo denuncia Save the Children che comunica come più di 400 attacchi da ottobre, hanno messo fuori uso 26 dei 36 ospedali di Gaza, limitato l'accesso di medicinali e forniture, con ricadute letali sull'assistenza sanitaria.  L'Organizzazione in una nota chiede l'attuazione immediata del cessate il fuoco e l'ingresso nella Striscia di attrezzature mediche, forniture, operatori e medicinali salvavita per evitare che altri bambini vengano uccisi dalla malnutrizione e dalle malattie.   I bambini malnutriti a Gaza - prosegue il comunicato - non ricevono il cibo e le cure mediche di cui hanno bisogno per sopravvivere, perché il cibo è bloccato a ogni passo, il sistema sanitario distrutto e le famiglie riferiscono che i loro figli soffrono di gravi perdite di peso, debolezza e desquamazione cutanea.   I 346.000 bambini sotto i cinque anni presenti nella Striscia sono quelli a più alto rischio di malnutrizione, mentre la situazione già catastrofica si deteriora rapidamente. Nel Nord si stima che 1 bambino su 3 sotto i due anni soffra di deperimento, la forma più grave di malnutrizione, rispetto a 1 bambino su 6 a gennaio, secondo il Global Nutrition Cluster, un gruppo di organizzazioni umanitarie focalizzate sulla nutrizione. 

Gaza, 7 operatori di ong Usa uccisi in raid israeliano. VIDEO

Sunak: "Stabilire la piena responsabilità dell'attacco agli operatori umanitari"

"È necessario stabilire la piena responsabilità" dell'attacco mortale a Gaza degli operatori umanitari della World central kitchen. Lo ha affermato il primo ministro britannico Rishi Sunak durante una visita a un asilo nido, dicendosi "scioccato e rattristato" dall'uccisione di almeno un operatore britannico. "Chiaramente ci sono domande a cui è necessario rispondere", ha aggiunto il premier.

Oms: "L'ospedale di al-Shifa totalmente distrutto"

"L'ospedale di al-Shifa è totalmente distrutto. L'assedio di 2 settimane da parte di Israele del più grande complesso medico di Gaza lo ha reso totalmente non operativo". Lo afferma l'Organizzazione mondiale della sanità, aggiungendo che "distruggere al-Shifa significa strappare il cuore al sistema sanitario".

"Era il luogo a cui le persone si rivolgono per il tipo di assistenza fornita da un sistema sanitario davvero buono e che noi in tutte le nostre società ci aspettiamo di ricevere in caso di necessità", ha detto la portavoce dell'Oms Margaret Harris. 

Al-Shifa

©Ansa

Della Longa (Ficr): "A Gaza non c'è posto sicuro né per civili né per operatori umanitari"

"La situazione è più che disperata e nella Striscia di Gaza non c'è un posto sicuro né per gli operatori umanitari né per i civili". Lo afferma all'Adnkronos Tommaso Della Longa, portavoce della Federazione Internazionale di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa (Ficr), dopo la notizia della morte dei sette operatori umanitari della ong World central kitchen, uccisi in un raid israeliano. "Non conosco la dinamica del caso specifico, non ho informazioni al riguardo e non lavoriamo con questa organizzazione. Ovviamente la linea di base - sottolinea Della Longa - è che gli operatori umanitari sono protetti: è un obbligo non solo morale ma anche legale secondo il diritto internazionale umanitario. Nessun operatore umanitario dovrebbe mai rischiare la vita o essere ferito mentre sta facendo il suo lavoro". 

"Nella Striscia di Gaza, proprio pochi giorni fa, abbiamo dovuto aggiornare di nuovo il conto dei colleghi uccisi: dall'inizio del conflitto abbiamo perso 18 colleghi, di cui 15 della Mezzaluna Rossa Palestinese e 3 della Stella Rossa di David in Israele", osserva Della Longa. 

"E' l'icona di dove questo conflitto è arrivato - continua - Fin dal principio gli operatori umanitari, gli ospedali, le ambulanze non sono protetti né rispettati. Ciò è assolutamente inaccettabile". Il portavoce dalla Ficr ricorda il collega "ucciso giorni fa mentre stava nel nostro ospedale. Un luogo che dovrebbe essere considerato un santuario da tutte le parti in conflitto e invece, dopo l'ospedale di Gaza City, abbiamo dovuto chiudere anche quel secondo ospedale". I due nosocomi, conclude Della Longa, "erano sostanzialmente sotto assedio, nessuno poteva entrare o uscire, non c'erano né acqua né cibo. Questo significa per migliaia di persone non avere accessibilità a qualsiasi tipo di cura, la mancanza di antibiotici e di farmaci". 

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