Attentati in Russia, dalle bombe degli anni '90 alla sparatoria alla Crocus City Hall
La strage a Mosca del 22 marzo 2024, rivendicata dall'Isis, ha riportato l'allarme terrorismo nella Federazione russa: la memoria va alla lunga scia di attacchi che in tempi recenti ne hanno segnato la storia, molti dei quali di matrice cecena
- L’attacco al Crocus City Hall di Mosca rivendicato dall’Isis ha riportato la memoria di una lunga scia di attentati che hanno segnato la storia recente della Federazione russa, molti dei quali di matrice cecena
- Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1999 una bomba colpisce un edificio residenziale nel quartiere di Pechatniki, nella periferia di Mosca. Il bilancio è gravissimo: 92 i morti, 200 i feriti. Nessuno rivendica l'attacco
- Solo pochi giorni dopo un'altra bomba colpisce un edificio di sette piani, sempre a Mosca, lungo il viale Kashirskoe. Muoiono 118 persone, tra cui 13 bambini. Neanche questo attentato sarà rivendicato, ma sarà una delle cause dell'intervento russo in Cecenia. Si scoprirà durante le indagini che gli autori dei due attentati di quel settembre erano stati addestrati nei campi della guerriglia cecena
- A poca distanza dal Cremlino, nei sottopassaggi di piazza Puskhin, l'8 agosto 2000 esplode un ordigno. Il bilancio è di 13 morti e 92 feriti
- Uno degli episodi più sanguinosi degli ultimi 30 anni è quello del sequestro collettivo nel teatro Dubrovka di Mosca. Uccisi i 41 guerriglieri di un commando ceceno, morti anche 130 ostaggi. La maggior parte è deceduta per avvelenamento, causato dai gas usati dalle forze speciali della polizia
- Una bomba, forse trasportata da kamikaze, esplode su un convoglio della metropolitana tra le stazioni Paveletskaia e Avtozavodskaia, a ridosso del centro di Mosca: 41 morti e 134 feriti. L'attentato - mai rivendicato - viene attribuito ai fondamentalisti ceceni
- Il 2004 è un anno di tensione altissima in Russia. Il 24 agosto due donne kamikaze si fanno esplodere a bordo di due Tupolev decollati a poca distanza l'uno dall'altro da Mosca: uno si schianta nella regione di Tula, l'altro non lontano da Rostov sul Don. Nel primo caso i morti sono 43, nel secondo 46. L'attentato è rivendicato dall'allora leader della guerriglia cecena Shamil Basaev
- Nemmeno una settimana più tardi, una donna kamikaze si fa esplodere vicino al centro commerciale Krestovsky, nei pressi della stazione della metropolitana Rizhskaya di Mosca. In tutto causa 10 morti. Non rivendicato, anche questo attentato viene attribuito alla guerriglia cecena
- Gravissimo il bilancio degli attacchi di settembre 2004 a Beslan, nell'Ossezia del Nord, dove un commando inguscio-ceceno prende in ostaggio quasi 1.200 persone in un asilo durante il primo giorno di scuola: bambini, genitori e insegnanti. L'assalto delle forze russe porterà alla loro liberazione, ma solo di chi riuscirà a salvarsi. In tutto si contano 335 morti, tra cui 186 bambini e 31 sequestratori, oltre a 400 feriti
- Il 29 marzo del 2009 è di nuovo Mosca a finire nel mirino dei terroristi. Due esplosioni, opera di kamikaze, si verificano nella stazioni Lubjanka, dove si trova la sede storica dei servizi di sicurezza, l'Fsb (l'ex Kgb, in foto), e di Park Kul'tury, vicino al leggendario Gorki Park: il bilancio è di 38 morti e una trentina di feriti. L'attentato è rivendicato dal ceceno Doku Umarov, capo della guerriglia del Caucaso del nord
- Il 24 gennaio 2011 un kamikaze si fa esplodere a Domodedovo, uno dei tre aeroporti di Mosca, causando 37 morti e 117 feriti. La rivendicazione è firmata sempre da Umarov
- Il 2 aprile 2017 a essere colpita è la metropolitana di San Pietroburgo, dove esplode un ordigno all'interno di un vagone. Causa 14 morti e 47 feriti. Secondo i sospetti l'attentatore è Akbarzhon Jalilov, un cittadino russo di etnia uzbeka nato in Kirghizistan